lunedì 28 ottobre 2024

Stefano PIOLI


Pioli come Cabrini? – si domanda Massimo Burzio su “Hurrà Juventus” dell’ottobre 1984 – Ancora una volta la Juventus si dimostrerà capace di lanciare e «consacrare» un giovane campione di appena diciannove anni? Accade (sembra passato, ormai, tanto tempo) nel 1976 con quel ragazzo dal sorriso luminoso e dalla classe cristallina che oggi, dopo aver vinto un Mundial, è una colonna bianconera e un punto fermo per la nuova nazionale di Enzo Bearzot. Allora Cabrini si presentò alla Juve e fu gradualmente inserito da Trapattoni in una squadra che vinse campionato e Coppa Uefa, oggi la stessa cosa potrebbe succedere a Stefano Pioli.

domenica 27 ottobre 2024

INTER - JUVENTUS


29 aprile 1984 – Stadio San Siro di Milano
INTER-JUVENTUS 1-2
Inter: Zenga; Ferri (dal 57’ Marini) e Collovati; Bini, Bagni e Baresi; Müller, Pasinato, Altobelli, Sabato e Serena. In panchina: Recchi, Muraro, Beccalossi e Meazza. Allenatore: Radice.
JUVENTUS: Tacconi; Gentile e Cabrini; Bonini, Brio e Scirea; Vignola, Prandelli, Rossi (dal 69’ Caricola), Platini e Boniek. In panchina: Bodini, Tavola, Furino e Penzo. Allenatore: Trapattoni.
Arbitro: Agnolin di Bassano del Grappa.
Marcatori: Cabrini al 24’, Platini al 37’, Altobelli su rigore al 45’.

sabato 26 ottobre 2024

Giorgio FERRINI

 

Giorgio Ferrini merita una lapide nel vecchio campo di via Filadelfia, accanto agli eroi della leggenda granata – scrive Elio Domeniconi sul “Guerin Sportivo” del 17-23 novembre 1976 – adesso tanti clubs sorgeranno nel suo nome e nel suo ricordo. Ma vogliamo anche una lapide perenne sul campo che l’ha visto protagonista di tante epiche battaglie e dove i tifosi gli hanno allestito la camera ardente, per dargli l’ultimo saluto. Il Torino ha perso un altro dei suoi simboli, come Gigino Meroni, come lo squadrone caduto nel cielo di Superga. Giorgio Ferrini era un capitano emblematico, ormai si si identificava con il Torino. Era diventato una bandiera. La bandiera granata.

Robert JARNI


Fra gli ex di Juventus e Torino – si legge sulla pagina Facebook de La Maglia Bianconera del 17 febbraio 2018 – trova posto anche Robert Jarni: il croato ha giocato una sola stagione sia in bianconero che in granata, ma la sua carriera è stata comunque ricca di soddisfazioni. Non completamente compreso sotto la Mole, il biondo di Čakovec, classe 1968, ha comunque messo insieme una carriera lunga e decorosa, che l’ha portato a vestire le maglie di otto club: fra questi, anche il Real Madrid, con il quale ha vinto la Coppa Intercontinentale nel 1998.

venerdì 25 ottobre 2024

Federico CHIESA

 

Nato a Genova il 25 ottobre 1997 – scrive il 5 ottobre 2020 il sito ufficiale juventino – Federico muove i primi passi calcistici nella Settignanese, squadra di Coverciano, passando alla Fiorentina all’età di dieci anni. Coverciano e Firenze sono le sue città: nella prima tornerà per rispondere alla chiamata della Nazionale, nel capoluogo toscano cresce giorno dopo giorno, dando il massimo in ogni allenamento e in ogni sfida, prima nel settore giovanile, poi in Prima Squadra, con cui esordisce il 20 agosto 2016. In pochissimo tempo diventa un elemento insostituibile, collezionando 137 presenze in Serie A, più di qualsiasi altro giocatore viola in quel periodo, guadagnandosi, come detto, anche la maglia dell’Italia. Ora, la chiamata della Juventus e l’aggiunta, nella mappa della sua carriera, di una terza città: da oggi, Torino è casa sua. Per scrivere insieme pagine importantissime.

giovedì 24 ottobre 2024

Nicola LEGROTTAGLIE


Nicola Legrottaglie è nato il 20 ottobre 1976 a Gioia del Colle – scrive Simone Stenti su “Hurrà Juventus” del dicembre 2007 – in provincia di Bari. Ha mosso i primi passi nel calcio nelle giovanili del Bari, senza riuscire a esordire in prima squadra. A vent’anni, all’inizio del 1996-97 inizia infatti un lungo peregrinare in giro per l’Italia calcistica. Dalla Pistoiese – dove con mister Catuzzi diventa centrale difensivo dopo anni a centrocampo – al Prato, dalla Reggiana al Modena. Ma la squadra del destino diventa il Chievo. A Verona trascorre tre periodi diversi, l’ultimo dei quali diventa decisivo. Nel 2001-02 i veneti approdano per la prima volta in Serie A e anche Legrottaglie fa il grande salto. Tredici presenze e due gol nella prima annata, quattro reti in trenta partite nella seconda, entusiasmante, che porta alla Nazionale di Trapattoni: esordio con la Turchia e gol con la Svizzera.

mercoledì 23 ottobre 2024

Alvaro MORATA


Arrivato come una specie di oggetto misterioso nell’estate del 2014 («È uno scarto del Real Madrid», dicevano in tanti), con una formula alquanto bizzarra – la famosa “recompra” – ha anche la sfortuna di infortunarsi al suo primo allenamento, in uno scontro con Rubinho, rimediando una distorsione al ginocchio che lo costringe a stare fuori dal campo per quasi due mesi. Metteteci pure che Allegri lo tiene in naftalina anche dopo la guarigione, ecco che l’etichetta di “pacco” gli viene cucita addosso come una seconda pelle.

martedì 22 ottobre 2024

Gianpietro MARCHETTI


Dal piccolo paese del bresciano alla metropoli torinese. Marchetti è rimasto semplice come il ragazzino che cercava di dribblare all’oratorio anche il parroco e che il destino dirottò ben presto a Chiari. «Da ragazzino quando giocavo all’oratorio, io facevo il tifo per i bianconeri. Quante liti con gli amici nerazzurri o rossoneri! Non mi sarei mai immaginato che un giorno avrei portato anch’io quella maglia che amavo tanto».

lunedì 21 ottobre 2024

Ian RUSH


Nasce a Saint Asaph, nel Galles, il 20 ottobre 1961, Arriva alla Juventus nell’estate del 1987 con la fama di miglior attaccante del mondo, in virtù delle valanghe di goal segnati con il Liverpool (alla fine della sua carriera saranno 346 in 658 partite) e dei numerosi trofei sollevati, fra cui la Scarpa d’oro. Prenotato dalla squadra bianconera, che vince la concorrenza dei maggiori club europei, un anno prima è destinato a far coppia con Platini, per riproporre grandi coppie del passato, in particolare quella composta da Sivori e da Charles.

domenica 20 ottobre 2024

Wojciech SZCZESNY

 

23 dicembre 2017, Allianz Stadium di Torino: si stanno giocando gli ultimi minuti di un palpitante Juve-Roma. La truppa di Allegri è in vantaggio grazie a una rete dell’ex Benatia. Ma proprio il difensore marocchino commette una leggerezza e spalanca davanti a Schick (mancato promesso sposo juventino) una prateria verso la porta bianconera. L’attaccante ceco e tifosi giallorossi pregustano il dolce sapore del pareggio ma un grandissimo intervento di Wojciech Szczesny (pure lui un ex) salva il risultato.

Romeo BENETTI


22 giugno 1979, il pomeriggio è caldo, la pista di Caselle assolata. Dall’aereo proveniente da Roma sbarca la Juventus, reduce da Napoli, dove ha conquistato la Coppa Italia. I bianconeri sono stanchi dopo l’ultimo successo, ma sorride loro la prospettiva delle imminenti vacanze. Sorrisi e pacche sulle spalle, non tutti però sono allegri: per qualcuno, infatti, è il momento dell’addio; Romeo Benetti, oramai alla conclusione della sua esperienza in bianconero. Anche a Napoli, in occasione della sua ultima prestazione con la maglia juventina, il carro armato del centrocampo, ha offerto una grande prestazione, riscuotendo consensi dai critici e complimenti dai compagni.

sabato 19 ottobre 2024

JUVENTUS - LAZIO


11 febbraio 1973 – Stadio Comunale di Torino
JUVENTUS-LAZIO 1-0
Juventus: Zoff; Spinosi e Marchetti; Furino, Morini e Salvadore; Haller (dal 72’ Cuccureddu), Causio, Anastasi, Altafini e Bettega. In panchina Piloni. Allenatore: Vycpálek.
Lazio: Pulici; Facco e Martini (dall’83’ Petrelli); Wilson, Oddi e Nanni; Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi e Manservisi. In panchina Chini. Allenatore: Maestrelli.
Arbitro: Angonese di Mestre.
Marcatore: Bettega al 18’.

venerdì 18 ottobre 2024

Domenico PENZO


Lo «zingaro» del gol è arrivato a Torino con una valigia piena di sogni. – scrive Angelo Caroli su “Hurrà Juventus” del settembre 1983 – Il trentenne Domenico Penzo tocca la vetta di una carriera che si è ravvivata solo a Verona. Ma i dati anagrafici non gli impediscono di riempire i bagagli di ambizioni. «La strada è ancora lunga – dice spesso con un sorriso discreto – e l’approdo alla Juventus non è certo un punto di arrivo». Perché «zingaro» del gol? Perché in tredici anni di assistenza calcistica, Penzo ha visitato nove città (Varese, Borgosesia, Roma, Piacenza, Benevento, Bari, Monza, Brescia, Verona) servendo dieci club (Romulea compresa) e segnando un buon quantitativo di gol, pur denunciando le discontinuità che il ruolo di «bomber» comporta.

giovedì 17 ottobre 2024

Giacomo MARI


Nato a Vescovato (Cremona), il 17 ottobre del 1924, iniziò la carriera nella Cremonese; passò, poi, all’Atalanta all’inizio della stagione 1946-47, dove riuscì a imporre il suo nome all’attenzione dei tecnici e ottenere la convocazione per le Olimpiadi di Londra del 1948. La Juventus, protesa a rinverdire gli allori del passato e a ripetere le prodezze del quinquennio, decise di acquistarlo, insieme a Piccinini. Il compito dei due mediani era fra i più difficili: dovevano sostituire il tandem Depetrini-Locatelli, oramai declinante, ma che aveva lasciato un’impronta indelebile nel gioco della Juventus; poche partite furono sufficienti a Mari e a Piccinini per sgombrare il campo da ogni dubbio. La Juventus, edizione 1949-50, formato “WM”, la prima Juventus voluta dall’avvocato Gianni Agnelli, aveva trovato, con un colpo fortunato, la sua naturale propulsione a centrocampo.

mercoledì 16 ottobre 2024

Federico MUNERATI


Nel suo calcio, le ali giocavano entrambe avanti e il loro compito principale era quello di effettuare traversoni per i piedi o per la testa del centrattacco. Se il cross arrivava da sinistra, l’ala destra si proiettava incontro al pallone per incornarlo in rete e viceversa. Munerati sapeva fare in modo ottimale entrambe le cose, perché era un giocatore velocissimo e opportunista, con eccezionali doti di palleggiatore che gli permisero di vestire la maglia bianconera 254 volte e di realizzare ben 114 gol.

martedì 15 ottobre 2024

David TREZEGUET


Il padre George, la mamma Beatrice e la sorella Fabiana sono nati a Buenos Aires; David, invece, nasce a Rouen, in Francia, il 15 ottobre 1977. Il papà, che è stato giocatore professionista, ha militato per quattro stagioni nel Rouen; poi, scaduto il contratto, ha riportato tutta la famiglia in Argentina. Trézéguet cresce nelle giovanili del Platense. All’età di diciassette anni, è chiamato in Francia dal Monaco. «È stato Jean Tigana a scoprirmi e, ritrovarmelo come allenatore, è stato un onore per me. Era uno a cui piaceva il bel calcio ed io mi sono adattato subito al suo sistema di gioco, alla sua mentalità. Al Monaco, però, avevo diciassette anni, mi allenavo con la prima squadra e poi, magari, al sabato andavo in panchina con la prima squadra e la domenica tornavo a giocare con la Primavera».

lunedì 14 ottobre 2024

Didier DESCHAMPS


Fratelli nel dolore. Didier Deschamps ha un amico, – scrive Matteo Dalla Vite sul “Guerin Sportivo” del 10-23 agosto 1994 – il suo migliore amico: si chiama Marcel Desailly, e con lui ha diviso le gioie nel Nantes e la profonda tragedia di un parente che viene a mancare. Didier è un ragazzo sensibile, come Desailly. Entrambi si sentono fratelli, forse perché quelli veri non ci sono più. «È difficile parlarne, anche se sono già passati alcuni anni. Marcel aveva un fratello, giocava bene al calcio: noi tre eravamo inseparabili, sembravamo indistruttibili, ma un giorno un incidente d’aut se lo è portato in Paradiso. Anch’io avevo un fratello, si chiamava Philip. Scomparve quando l’aereo che lo portava a Bruxelles per lavoro cadde; se ne andò quando io avevo diciotto anni e lui ventuno. Adesso ha capito perché ci sentiamo così uniti?».