domenica 20 aprile 2025

Robert KOVAC


Chi ha seguito il doppio confronto di Champions League fra il Bayern Monaco e il Chelsea – afferma Gianluca Spessot, sul “Guerin Sportivo” del 26 aprile-2 maggio 2005 – si starà chiedendo come mai la Juventus abbia deciso di puntare su Robert Kovac per dare maggiore stabilità alla difesa. Sono bastate la forza fisica e la stazza di Drogba per far venire alla luce i limiti di un centrale costretto spesso a regalare un paio di centimetri all’avversario di turno. Nel gol del provvisorio 2-1 per il Chelsea, Kovac tentò di contrastare piuttosto goffamente l’ivoriano, che, con uno stacco imperioso, fece sembrare il numero 5 del Bayern Monaco ben più basso dei 182 centimetri riportati sulla sua carta di identità. Anche nell’incontro d’andata la coppia centrale del Bayern non aveva vinto quasi nessun duello aereo contro il colosso dei londinesi, ma in quella occasione la squadra di Magath giocò male e si ipotizzò una serata storta di tutta la truppa.

sabato 19 aprile 2025

Raffaele PALLADINO


Quando ci si trova di fronte ad un ragazzo di ventitré anni che gioca con continuità in una squadra come la Juventus – scrive Giulio Sala, su “Hurrà Juventus” del febbraio 2007 – e lo fa talmente bene da risultare determinante in più di una partita, la tentazione di ricorrere a termini come rivelazione o sorpresa è insistente. Cedere al luogo comune però, oltre che poco professionale, nel caso di Raffaele Palladino sarebbe a dir poco ingeneroso: “Palla” è sì giovane, ma è tutt’altro che una scoperta e che avesse stoffa e cosa nota ormai da qualche anno. Che si tratti della Primavera della Juventus, della Salernitana o del Livorno, Raffaele ha sempre e comunque lasciato un’impronta, marchiata da gol e giocate preziose.

venerdì 18 aprile 2025

Roberto ANZOLIN


«Avevo diciotto anni, stavo attraversando le 52 Gallerie del Pasubio, quelle famose del 1915-18 sulle Piccole Dolomiti. Era buio. Presi una capocciata tremenda. Qualcuno mi toccò la mano: “Ti aiuto io”. Era una ragazza. L’ho sposata». Si chiama Gabriella e mezzo secolo dopo, in salotto, precisa sorridendo: «Ma non subito. L’ho sposato al suo secondo anno di Juventus, perché se fosse andato male, avrebbero dato la colpa a me. Infatti prese 50 goal, la Juventus finì quart’ultima. Peggio di così non poteva andare. Allora l’ho sposato». Il reduce dalla capocciata è Roberto Anzolin; nato a Valdagno (Vicenza) il 18 aprile 1938, inizia la carriera nel Marzotto, due anni nel Palermo, i primi, quelli della consacrazione, poi una vita intera nella Juventus.

giovedì 17 aprile 2025

Karl-Erik PALMER


«Languido magrolino con pochi peli biondi – dice di lui Camin – ebbe una parte breve ma singolare, surrogando Sivori il contestatore, in un’infelicissima partita a Vienna di Coppa Campioni che costò il posto a Brocic. Attaccante di fulgida tecnica, destinato a sparire tra i marcantoni delle nostre difese che facevano girare al largo i leggerini. Rinone Ferrario, per ischerzo, lo chiamava Bombolo».

mercoledì 16 aprile 2025

Enrico CANFARI


Socio fondatore e secondo presidente – scrive Renato Tavella – nato a Genova il 16 aprile 1877. Da ritenersi l'indiscusso trascinatore dei primi passi juventini. Nella torinese officina di biciclette di Corso Re Umberto 42, che condivide col fratello Eugenio, si tiene la storica riunione da cui nasce la società. Eletto presidente nel secondo anno di vita societaria, si attiva per organizzare le prime partite e far confezionare le prime maglie, quelle leggendarie di colore rosa. Della primissima formazione che si confronta sui prati del Valentino coi pionieri del gioco si assegna il ruolo di avanti centrale ma, ben presto, si fa da parte preferendo l'arbitraggio. Laureatosi in chimica, la professione sovente lo conduce in Inghilterra da cui trasferisce e diffonde, primo in Italia, il riconosciuto Regolamento Arbitrale.

martedì 15 aprile 2025

Frederik SORENSEN


Nel 1998 Frederik aveva solo sei anni e difficilmente sarà andato a vedere il film “Sliding doors” – scrive Giuseppe Gattino su “Hurrà Juventus” del marzo 2011 eppure, la storia di questo ragazzo, che fino a pochi mesi fa calcava i campi della Serie B danese, ci ricorda l’importanza del caso, delle “porte scorrevoli” che possono aprirsi o chiudersi improvvisamente, determinando esiti anche imprevedibili.  Perché se è vero che nello sport, come nella vita, il destino si costruisce con l’impegno, con il sacrificio e con il talento, è altrettanto vero che se Sørensen oggi è un giocatore della Juventus si deve anche a un insieme di casualità e che, davvero, le cose per lui sarebbero potute andare in modo assai diverso. «Sapevo dal mio agente – racconta – che Paratici mi stava seguendo già quando era alla Sampdoria. Poi è venuto alla Juventus ed eccomi qui».

lunedì 14 aprile 2025

Carlo MATTREL


«Calmo come un veterano – racconta Caminiti – e agile come un cherubino. La Juventus 1957-58 del decimo scudetto gli dovette parecchio. E sì, ci furono in quella Juventus i 28 gol di Charles, un armadio pieno di tutta l’irruenza pedatoria del Galles; e i 22 di Sivori, cattivo come un indio e fantasioso come un faraone; e gli otto gol scientifici di Boniperti che era il capitano. Ma il ragazzo di vent’anni in porta era in gamba, neh… I torinesi che amano la Goëba se lo ricordano, con la sua maglia bianca, i riccioletti, il viso di fanciullo con quegli occhi stellanti, dietro a quell’altro armadio di Rinone Ferrario, a quel pudico compare di Colombo, a quel vanitoso efficiente di Garzena, a quello stakanovista di Emoli, all’ala lungo-linea Stivanello; perché, senza le sue parate capolavoro, incredibili e meravigliose per semplicità, non sarebbe arrivato il decimo scudetto della serie.

domenica 13 aprile 2025

Angelo CAROLI


Nasce a L’Aquila il 7 aprile 1937; è uno dei ragazzi che Puppo, l’allenatore che a metà dei ‘50 cerca di traghettare la Juventus verso orizzonti più prestigiosi, lancia in prima squadra, per imparare dai Viola e dai Boniperti. Di buona tecnica e abbastanza grintoso, Caroli gioca in attacco nelle formazioni giovanili. «Ero un atleta, ramo salto in lungo; dicevano che potevo diventare un buon giocatore. Puppo, occhialuto filosofo dall’aria pacata e solenne, allenava la Juventus; mi fece debuttare, come centravanti, a Bologna. Me la cavai bene e segnai il gol del successo bianconero; fu un caso, ma fu così. Disputai altre quattro partite in Serie A, prima del derby; erano tempi durissimi per la squadra preseduta da Umberto Agnelli. La società stava uscendo da un ciclo nebuloso, occorrevano dei restauri; perciò, fu realizzato un lancio, in massa, di giovani. Ci chiamavano Puppanti; vissi momenti di celebrità, il mio autografo era richiesto, forse perché ero uno studente calciatore».

sabato 12 aprile 2025

JUVENTUS - LECCE


30 dicembre 1989 – Stadio Comunale di Torino
JUVENTUS-LECCE 3-0
Juventus: Tacconi; Bonetti e De Agostini; Galia, Bruno e Fortunato; Alejnikov, Rui Barros (dall’81’ Alessio), Zavarov, Marocchi e Schillaci. In panchina: Bonaiuti, Napoli, Tricella e Casiraghi. Allenatore: Zoff.
Lecce: Terraneo; Garzya e Miggiano; Levanto (dal 72’ Monaco), Marino e Carannante, Moriero, Barbas, Vincze, Benedetti (dall’81’ D’Onofrio) e Conte. In panchina: Negretti, Ingrosso e Mazzotta. Allenatore: Mazzone.
Arbitro: Fabricatore di Roma.
Marcatori: Schillaci al 27’ e al 90’, De Agostini su rigore al 79’.

venerdì 11 aprile 2025

Renato CESARINI


Un giorno Edoardo Agnelli lo trova in un ristorante in orario di allenamento. Gli fa mandare una bottiglia di champagne dal cameriere per ricordargli chi è che comanda. Cesarini gliene fa arrivare cinque, con tanto di biglietto. «Domani vinciamo e segno». Andrà così. Il più matto, il più estroso giocatore che abbia vestito la maglia della Juventus, era venuto dall’Argentina senza incontrare quelle difficoltà che avevano ostacolato l’ingaggio del suo amicone Raimundo Orsi, perché era meno oriundo di lui: infatti, poteva essere considerato quasi italiano, essendo nativo di Senigallia. Soltanto dopo la sua nascita, i genitori avevano deciso di lasciare le Marche per trasferirsi in Sud America.

giovedì 10 aprile 2025

Cristiano ZANETTI



Cristiano Zanetti: non chiamatelo mediano – scrive Giulio Sala su “Hurrà Juventus” del luglio 2006 – il termine non gli si addice e sicuramente, per dirla con il suo toscano, non gli garba. Anche se correndo dietro agli avversari si è guadagnato un nome di battaglia, «Martello», e per quanto negli anni il ruolo sia stato rivalutato dalla critica, esaltato dai moduli di gioco e perfino nobilitato dalle canzoni, il ragazzo arriva alla Juventus con ambizioni che non si sposano con la figura del faticatore, di quello che passa la vita “a recuperar palloni”, come insegna Ligabue.

mercoledì 9 aprile 2025

Jorge ANDRADE


Nasce a Lisbona, il 9 aprile 1978 e inizia la carriera nelle file dell’Estrela Amadora. Nella stagione 1999-2000 è notato dal Porto, che lo acquisisce nell’estate seguente. Giocando come centrale di difesa nei Dragoni matura le sue doti di forza, equilibrio, passo e distribuzione di palla, tanto da esordire con la nazionale nel novembre 2001. Dopo la sfortunata avventura al Mondiale del 2002, è acquistato dal Deportivo la Coruña e, durante la permanenza in Spagna, subisce il primo grave infortunio al ginocchio sinistro: il 5 marzo 2006 si procura la rottura del tendine rotuleo nella gara contro il Barcellona che lo tiene lontano dai campi per nove mesi. Nonostante questo, è corteggiato in varie occasioni da numerosi club, tra cui Chelsea, Liverpool, Manchester United, Barcellona e Valencia. Alla fine a spuntarla è la Juventus, che lo acquista a titolo definitivo nel luglio del 2007, pagandolo dieci milioni di euro.

martedì 8 aprile 2025

Luis DEL SOL


«Giocherò fino a che mi sento fresco, scattante, nel pieno della forma fisica e morale. Smetterò, tuttavia, non appena mi accorgerò di non essere più questo Del Sol, il vero. Sarò io il primo a capire quando arriva l’uomo del martello, quello che mi costringerà ad attaccare gli scarpini al chiodo».

lunedì 7 aprile 2025

Pietro ANASTASI


Dissero subito: «Come calciatore è un paradosso». Avevano ragione: la lacuna più evidente finiva per essere la sua arma segreta; risolveva i problemi creati dal palleggio incerto con uno scatto e una velocità impressionante. Lo stop appariva sempre o quasi, approssimativo, ma lui riusciva a raggiungere la palla prima degli avversari. È stato un centravanti importante sia per la Juventus, che per la Nazionale e, a lungo, ha rappresentato un modello per i giovani del più profondo Sud alla ricerca di quell’affermazione sportiva che, ogni tanto, diventa vero riscatto sociale.

domenica 6 aprile 2025

ROMA - JUVENTUS


15 marzo 1931 – Campo Testaccio di Roma
ROMA–JUVENTUS 5-0
Roma: Masetti; De Micheli e Bodini II; Ferraris IV, Bernardini e D’Aquino; Costantino, Fasanelli, Volk, Lombardo e Chini. Allenatore: Burges.
Juventus: Combi; Rosetta e Caligaris; Barale, Varglien I e Vollono; Munerati, Cesarini, Vecchina, Ferrari e Orsi. Allenatore: Carcano.
Arbitro: Carraro di Padova.
Marcatori: Lombardo al 6’, Volk al 51’, Bernardini su rigore al 61’, Fasanelli al 78’, Bernardini al 88’.

sabato 5 aprile 2025

Felice Placido BOREL


È stato sicuramente uno dei più grandi attaccanti del calcio nazionale, probabilmente il più forte centravanti della Juventus di tutti i tempi. Felice, figlio di Ernesto Borel, un pioniere del calcio juventino, pertanto figlio d’arte, esordì, appena sedicenne, con la maglia granata del Torino, nella formazione dei Balon-boys. I molti osservatori della società granata, sparpagliati per i campi della periferia e negli oratori dei salesiani, avevano sentito certamente parlare di questo autentico talento calcistico. Ma fu un austriaco, Karl Sturmer, responsabile tecnico del Torino nella stagione 1929-30, a completare la formazione calcistica di Felice Borel.

venerdì 4 aprile 2025

EMERSON


Soprannominato il Puma per i suoi movimenti felini nel catturare la palla a centrocampo e nell’impostare rapidamente il gioco, nell’estate del 2004 segue Capello alla Juventus, dopo una lunga ed estenuante trattativa con la Roma. «Stavo male e avevo problemi di depressione. Ero in Brasile ad aspettare, mi turbava il fatto di rovinare il bel rapporto che avevo con l’ambiente giallorosso. Erano sei mesi che non ricevevo stipendio e c’erano altre cose che mi avevano promesso e non mi erano state date. E va bene, avevo accettato, conscio della situazione. Però poi arriva un’offerta importante e il presidente ti dice di no… Non fossi andato alla Juve la gente non avrebbe capito comunque: è successo lo stesso a Samuel e Cafu. E in ogni caso non avevo mica scelto la Lazio! Io non tradii. Per quattro anni ho fatto il mio lavoro e l’ho fatto bene. Il traditore è chi guadagna bene, non fa nulla per la squadra e poi se ne va». È la risposta del Puma ai tifosi romanisti che lo tacciano di tradimento.