giovedì 16 gennaio 2025

Stephan LICHTSTEINER


C’è un corridoio nella zona centrale del campo – scrive Giancarlo Liviano D’Arcangelo su Juventibus.com del 1° giugno 2018 – venti, trenta metri liberi, e Andrea Pirlo – ma non era lento, finito, bollito, logoro? – avanza a testa alta non è Achille piè veloce ma ha buon ritmo, e sulle brevi distanze correre con la palla tra i piedi o senza per lui è uguale. È uno strappo il suo, improvviso, e il primo avversario in maglia gialla fa opposizione poco prima della lunetta d’area di rigore, tagliando verso il centro dalla trequarti destra. Pirlo ha la palla sul destro magico, finge di portarla sul sinistro per tirare, poi sterza, una finta surplace, improvvisa e di repertorio. Non è semplice agilità, è tutta testa, immaginazione. Prima che qualsiasi altro osservatore, in campo, a casa, o sugli spalti possa lontanamente intuirlo, il gelido visionario del prato verde ha già la sua rivelazione. Sa che alle sue spalle, dalla linea laterale destra, c’è un uomo che corre, perché quell’uomo non fa molto altro: corre sempre, soprattutto corre; prima dubbioso, attendista, poi a un tratto più forte, a una frequenza sempre maggiore, con le cosce dure e glabre che mulinano come un tornado.

mercoledì 15 gennaio 2025

Alberto BERTUCCELLI


Nasce a Viareggio (Lucca) il 14 gennaio 1924. Cresciuto nella Lucchese, nell’estate del 1949 sembra debba finire al Torino, che sta faticosamente ricostruendo la squadra scomparsa a Superga: un infortunio determina però un raffreddamento nelle trattative fra rossoneri e granata, e il forte difensore approda così alla squadra bianconera. Bertuccelli è un terzino molto grintoso; la sua velocità e il suo scatto, uniti a un tocco di palla raffinato e a un impeccabile anticipo, lo fanno diventare un ottimo terzino “sistemista”, abile non solo nell’interdizione ma anche nella costruzione del gioco. Alberto è uno dei primi terzini fluidificanti del nostro calcio e le due reti segnate nella massima divisione, (una nel derby contro il Torino), in un’epoca dove i terzini difficilmente superavano la metà campo, ne sono la riprova.

martedì 14 gennaio 2025

ATALANTA - JUVENTUS


27 aprile 1958 – Stadio Atleti Azzurri d’Italia di Bergamo
ATALANTA-JUVENTUS 0-0
Atalanta: Galbiati; Angeleri e Roncoli; Janich, Gustavsson e Marchesi; Perani, Ronzon, Zavaglio, Conti e Longoni. Allenatore: Adamek.
Juventus: Mattrel; Corradi e Garzena; Emoli, Montico e Colombo; Stacchini, Boniperti, Charles, Sivori e Stivanello. Allenatore: Broćić.
Arbitro: Rigato di Mestre.

lunedì 13 gennaio 2025

Tomas RINCON


«Per capire il motivo per cui Tomás Rincón è soprannominato El General – si legge sul sito ufficiale bianconero il 3 gennaio 2017 – basta osservarlo in campo. Combattivo, risoluto, fondamentale per qualsiasi centrocampo in cui giochi, Rincón unisce alla sua grinta e alla sua caparbietà un piede capace sempre di mettere la palla al posto giusto. Ventottenne, alto 175 centimetri, Rincón nasce a San Cristóbal, in Venezuela, e muove i suoi primi passi nel mondo nel calcio nella sua nazione, prima allo Zamora FC e poi al Deportivo Táchira.

domenica 12 gennaio 2025

EMRE CAN


Un lungo corteggiamento caratterizzato – si legga sulla pagina Facebok de La Maglia della Juve il 31 gennaio 2020 – dalla reciproca determinazione a convolare a nozze: il matrimonio fra Emre Can e la Signora pareva destinato a durare molto più a lungo e a regalare ai congiunti ben altre soddisfazioni. Invece, a un anno e mezzo dal suo approdo sotto la Mole bianconera, il nazionale tedesco ha già lasciato l’Italia per tornare nella terra che gli ha dato i natali: Can si trasferirà al Borussia Dortmund con la formula del prestito oneroso con obbligo di riscatto. I gialloneri verseranno complessivamente nelle casse sabaude una cifra vicina ai 30 mln di euro, bonus compresi.

sabato 11 gennaio 2025

TORINO - JUVENTUS


22 novembre 1964 – Stadio Comunale di Torino
TORINO-JUVENTUS 0-3
Torino: Vieri; Poletti e Buzzacchera; Puia, Rosato e Ferretti; Crippa, Ferrini, Brighenti, Meroni e Moschino. Allenatore: Rocco
Juventus: Anzolin; Gori e Sarti; Bercellino, Castano e Leoncini; Stacchini, Da Costa, Combin, Del Sol e Menichelli. Allenatore: Herrera
Arbitro: Sbardella di Roma
Marcatori: Stacchini al 16’, Da Costa al 51’ e Menichelli al 75’

venerdì 10 gennaio 2025

Roberto PEREYRA


Roberto Maximiliano Pereyra è una delle belle novità della stagione – scrive Paolo Rossi su “HJ Magazine” del gennaio 2015 – arrivato a Torino forte di un’importante esperienza nel nostro calcio, l’argentino sta dimostrando grande continuità di prestazioni e lo spirito di un ragazzo che conferma di avere buona personalità e non solo sul versante tecnico. Nella Juventus di un altro Massimiliano, mister Allegri, Pereyra rappresenta una sicurezza. Hai un nome doppio e qualche soprannome. Come preferisci essere chiamato? «Mi chiamano Roberto, Robi, Max, Maxi, Tucumano… Quello che mi piace di più è però Tucu, è un omaggio al posto dove sono nato, San Miguel de Tucuman, nel Nord dell’Argentina. È importante avere un segno delle proprie origini. Anche perché me li ricordo bene quei giorni nei quali ho scoperto l’amore per il calcio».

giovedì 9 gennaio 2025

Adrian MUTU


Rumeno di Calinesti, classe 1979, cresciuto nell’Arges Pitesti, poi alla Dinamo Bucarest, arriva in Italia a vent’anni, nel 1999, acquistato dall’Inter, in cerca di talenti da far sbocciare. Dopo quattordici partite e qualche goal, inizia un lungo viaggio che lo porta a prima a Verona e poi a Parma. «L’Inter era una squadra con tanti campioni. Il primo giorno che sono arrivato nello spogliatoio ero seduto vicino a Vieri. Poi c’erano Baggio, Ronaldo, Zamorano, Blanc, Zanetti, Panucci. Pensavo che non avrei mai giocato. Non avevo pazienza, volevo mettermi subito alla prova. Una volta, in allenamento, Lippi mi prese per l’orecchio e mi disse: “Ragazzino, sei giovane, non bruciare le tappe, perché avrai il tuo spazio!” Mancavano quattordici partite alla fine del campionato e ne giocai sei da titolare, ma c’era tanta pressione. Ho fatto fatica, perché per me l’Inter, a quell’età, era un po’ troppo. Lippi preferiva giocatori con maggiore esperienza e capii che dovevo fare la gavetta prima di costruirmi un nome. Ero giovane, ma quando dissi a Lippi che volevo andare a Verona per giocare con continuità, lui rispose che potevo restare e far parte dei quattro attaccanti della rosa per vedere come andava. Mi sono guardato intorno, ho visto chi avevo davanti e gli dissi che sarei andato a Verona. Anche lì fu difficile. Il primo anno segnai quattro goal, di cui due nelle prime tre partite. Ho avuto una crisi e sono tornato in Romania, a casa. Credevo di non farcela, di non essere abbastanza forte mentalmente. Poi, arrivò Malesani e ci fu la svolta. Non avevo un bel rapporto con l’allenatore che c’era prima di lui: mi faceva giocare in un modo che non era adatto a me, mi sentivo ingabbiato. Lo dissi a Malesani e lui mi rispose di giocare come volevo. Con lui avevo un rapporto speciale. Dopo Prandelli, è quello che mi ha capito come persona. Con lui feci dodici goal e giocai bene, anche se poi siamo retrocessi. Ad agosto, poi, passai al Parma e lì si è instaurato subito il feeling con Prandelli. Fu un anno molto bello, non solo calcisticamente. A Parma sentivo l’affetto dei tifosi. Realizzai ventiquattro goal stagionali, tra Campionato e Coppa Uefa».

mercoledì 8 gennaio 2025

Daniele FORTUNATO


Con quel nome – scrive Adalberto Scemma sul “Guerin Sportivo” del 26 luglio 1989 – Fortunato deve essere piaciuto un sacco a Giampiero Boniperti. Potenza della scaramanzia. Costretto dall’educazione piemontese a evitare amuleti e chincaglierie napoletane, il presidente della Juventus rincorre da sempre, concedendo parecchio all’ironia, la formula di qualche infallibile rito propiziatorio. Ecco dunque che se il destino gli spiattella davanti un giocatore con fama di portbonnheur, Boniperti non chiede di meglio che ricorrere al più antica dei rituali beneauguranti: gli spalanca le braccia.

martedì 7 gennaio 2025

Marco STORARI


Marco Storari entra nel gruppo dei portieri bianconeri – scrive “Hurrà Juventus” del luglio 2010 – «Primo, secondo o terzo? Decida Del Neri un allenatore capace, che capisce di calcio, con il quale nella Sampdoria abbiamo fatto cose straordinarie». E sì, perché Storari, di proprietà del Milan, ha vissuto la seconda fase della scorsa stagione in blucerchiato. Ora il portiere pisano, classe 1977, è arrivato alla Juventus: «Sono orgoglioso di essere qui. Arrivo in un grande club in cui ci sono stati cambiamenti importanti e sono sicuro che saranno di buon auspicio per una stagione in cui la squadra avrà voglia di riscattarsi».

lunedì 6 gennaio 2025

Pasquale VIVOLO


Il campionato, alla fine degli anni Quaranta, assomiglia parecchio a una grande Legione Straniera e anche i campioni nostrani più genuini, faticano ad affermarsi: uno di questi è Pasquale Vivolo da Brusciano, provincia di Napoli. La Cremonese ha fiducia in questo ragazzo di tecnicamente molto dotato, poco più che ventenne, e nel 1948 gli dà spazio. Alla Juventus lo tengono subito d’occhio e, nell’estate del 1949, il ragazzo sbarca a Torino con prospettive, a dire il vero, non esaltanti: davanti a lui ci sono autentici campioni come Præst, Hansen, Boniperti e Muccinelli, e non è facile farsi largo.

domenica 5 gennaio 2025

Paul Arnold WALTY



Half-back destro, cioè terzino, è una specie di personaggio salgariano, con baffi spropositatamente lunghi; impiegato di bella presenza nella vita di tutti i giorni, è una colonna della squadra Campione d’Italia del 1905.
«Walty – scrive “La Stampa Sportiva” – il ventriloquo della squadra, gode pure nel pubblico di molte simpatie, per la sua tenacia, per la sua abilità e per il suo aureo silenzio nella partita. Ha il solo torto di avere i baffi già un po’ lunghi e ciò, se gli attira una tacita e rispettosa ammirazione, gli nega l’entusiasmo irrompente». 

sabato 4 gennaio 2025

Benigno DALMAZZO


Pioniere – scrive Renato Tavella sul “Dizionario della grande Juventus” – giovanissimo prende a frequentare la Juventus ed è l’anima della squadra boys. Nel 1909 viene promosso titolare e in qualità di avanti gioca fino alla sospensione dei campionati nel 1915. Partito per la Grande Guerra, muore nel corso del conflitto.

venerdì 3 gennaio 2025

Domenico CRISCITO


Se non è un record, poco ci manca – scrive Maurizio Ternavasio su “Hurrà Juventus” del febbraio 2005 – a soli quindici anni e mezzo Mimmo Criscito ha esordito in serie B. È accaduto nella stagione 2001-02, in occasione dell’incontro di fine campionato Genoa-Cosenza. «La squadra ligure era già retrocessa», spiega il difensore della Primavera, «così si è deciso di utilizzare una decina di giovani per permettere loro di fare un po’ di esperienza. Io, che allora giocavo negli Allievi Professionisti, ho disputato l’ultimo quarto d’ora, una soddisfazione incredibile, una gioia difficilmente descrivibile. All’inizio ero frastornato, poi per fortuna mi sono ripreso. Tra l’altro abbiamo vinto per 3-0, e l’anno successivo il Genoa è stato ripescato in cadetteria».

giovedì 2 gennaio 2025

Hasan SALIHAMIDZIC


“Io penso positivo”. La canzone di Jovanotti – scrive Gian Luca Spessot sul “Guerin Sportivo” del 10 aprile 2007 – potrebbe essere la colonna sonora di Hasan Salihamidzic, eterno ragazzo che è dovuto diventare uomo in fretta. È nato il primo gennaio del 1977 a Jablanica, una cittadina che ora si trova in Bosnia ma che all’epoca faceva parte della Jugoslavia, poi smembrata da una guerra che ha insanguinato i Balcani. Salihamidzic ha vestito la maglia delle rappresentative giovanili di una Nazionale che oggi non c’è più ma poi, quasi all’improvviso, alcuni dei suoi ex compagni hanno bombardato quel fazzoletto di terra, dove viveva la sua famiglia e così è stato costretto ad abbandonare i campi di gioco per rifugiarsi nei bunker.

mercoledì 1 gennaio 2025

Lilian THURAM


Lascia a soli nove anni l’isola di Guadalupa per trasferirsi, con la famiglia, a Parigi. La sua prima squadra è il Fontainebleau, dove viene notato dai dirigenti del Monaco. Debutta nella massima divisione francese il 24 maggio 1991; l’anno successivo inizia la scalata che lo porterà a diventare uno dei migliori difensori del mondo. Un problema alla vista lo costringe a giocare con le lenti a contatto; un piccolo handicap che comunque non condiziona assolutamente le sue prestazioni. Anzi, per sei anni, offre un rendimento sorprendente e il Monaco diventa una squadra rocciosa, difficile da battere. Nel 1996 arriva in Italia, destinazione Parma; La società della famiglia Tanzi è il fiore all’occhiello di un’Emilia che da troppo tempo vive sui ricordi del passato glorioso del Bologna. Con i gialloblu vince la Coppa Uefa, la Coppa Italia nel 1999 e la Supercoppa Italiana nel 2000, sfiorando più volte lo scudetto.

martedì 31 dicembre 2024

Nestor COMBIN


La sua faccia da “indio” tristissima – scrive Lino Cascioli, su “Il calcio e il ciclismo illustrato” del 25 aprile 1965 – la sua pelle, i suoi capelli lisci, neri come la lava che da secoli s’è rappresa alle falde della catena andina. Quel suo fisico poderoso, che tradotto in termini concreti, col sostegno dello stile, gli avevano fruttato una non facile fama di goleador. Un giorno, in Francia, un giornale scrisse di lui: «È capace dei più brillanti exploits individuali. Fa pensare ad un puledro selvaggio lanciato in un rodeo, tanto è veemente la sua foga, la sua sete di spazio e di gol».