Seconda dietro il Milan l’anno dopo, ma Campione d’Europa a Roma a spese dell’Ajax, la Juve cambia parecchio durante l’estate. Davanti, soprattutto, le novità: partiti Vialli e Ravanelli, tocca a Bokšić, Vieri ed Amoruso, oltre ai confermati Del Piero e Padovano, il compito di far danni nelle aree avversarie. In difesa ed a centrocampo le altre due novità chiave, Montero e Zidane.
Come due anni prima, anche stavolta la “prima” non esalta: la Reggiana impone il pari, e non entusiasma neppure il 2-1 sul Cagliari, firmato la domenica dopo da Bokšić e Ferrara. Le successive vittorie su Perugia e Fiorentina proiettano comunque la squadra di Lippi in vetta.
Ma a Vicenza, una Juve nervosa e disattenta in difesa incappa in una sconfitta inattesa. Serve un segnale forte nei confronti delle rivali. L’occasione, il 20 ottobre contro l’Inter, è ghiotta. Ed i bianconeri non se la fanno sfuggire. Un goal di Jugović ed uno, splendido, di Zidane fissano sul 2-0 la netta differenza di valori in campo.
Ma la stagione è lunga e la concorrenza temibile. Non ci si può distrarre: Roma, Napoli e Milan strappano tre pareggi alla capolista, che viene ripresa. Il riscatto con l’Udinese (4-1 esterno) è il prologo alla conquista della Coppa Intercontinentale a Tokyo (con il River Plate risolve Del Piero) e precede la fondamentale vittoria sul Bologna, confezionata da un gran goal di Zidane.
Una rete di Ferrara vale i 3 punti sul campo della Sampdoria. Ma è la domenica successiva che si capisce quanto la Juve voglia tornare al titolo tricolore. Il Verona, con una doppietta di Maniero, prova ad espugnare al Delle Alpi. Porrini ci mette una prima pezza, ma poi è Del Piero a fare il Del Piero: due reti sue, la seconda eccezionale, capovolgono il punteggio.
La stagione è nel vivo, la Juve impegnata sul fronte europeo a volte si distrae in campionato, e così il solito Parma ne approfitta, chiudendo a proprio favore lo scontro diretto del Tardini, il 5 gennaio 1997. La Juve si rimette in carreggiata presto, strappando intanto al Paris St Germain la Supercoppa europea e poi superando Lazio e Reggiana.
Le sfide verità sono in arrivo. Inter-Juve finisce con un nulla di fatto. La Roma viene travolta dall’intesa perfetta Vieri-Amoruso, due goal il primo ed uno il secondo. E soprattutto tocca al Milan confermare che è la Juve la squadra più forte.
Al Meazza, si vede una squadra di marziani dominare dall’inizio alla fine, consegnando alle cronache un successo per 6-1 che porta le firme di Jugović e Vieri (doppiette), Zidane ed Amoruso. Un tripudio bianconero che disorienta un po’ la stessa Juve, superata in casa la domenica successiva dall’Udinese e vittoriosa con affanni sul campo del Bologna.
Si decide tutto la sera del 15 maggio. La Juve ospita il Piacenza, mentre il Parma che insidia da vicino il primato dei bianconeri deve vedersela col Milan. La Juve prima soffre ma poi dilaga, mentre gli emiliani si fanno bloccare in casa dai rossoneri. È praticamente fatta. Il 18 maggio, Juve-Parma finisce 1-1, e la settimana successiva la squadra bianconera conquista a Bergamo il punto che, ad una giornata dal termine, sancisce la matematica conquista dello scudetto numero 24.
Uno scudetto mai come stavolta da suddividere tra tanti protagonisti: Del Piero, Padovano e Vieri con 8 reti a testa precedono di poco Jugović (6), Zidane (5), Ferrara (4), Amoruso e Bokšić (3).
Di Livio e Ferrara, con 32 presenze, sono stati i più assidui. La stagione del centenario non poteva non essere tricolore.
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