Passano otto lunghi anni prima di ritrovare la Juve in lizza per uno scudetto. Sono arrivate, è vero, due Coppe Uuefa, nel 1990 con Zoff e nel 1993 con Trapattoni, ma in campionato vincono altri. L’estate della grande svolta, quella del 1994, riporta la storia alle sue dimensioni più tradizionali. È una Juve nuova, quella affidata a Marcello Lippi: Ferrara dietro, Paulo Sousa e Deschamps a metà campo, il ragazzo Del Piero già promosso nel gruppo dei titolari, le novità più ghiotte.
Si comincia senza fanfare, a Brescia non si va oltre l’1-1, che in una stagione da 3 punti per vittoria vuoi dire poco o nulla. Si attende la riscossa e la domenica dopo al Delle Alpi, se non proprio un’altra Juve, è almeno un altro risultato: 2-0 con affanni, di Kohler la stoccata che chiude la gara, dopo che il Bari ha sprecato un rigore.
Ma a Napoli, alla terza, si capisce che Del Piero è più di una promessa: memorabile il suo goal del 2-0, un gioiello di balistica, il primo di una lunga serie. La Sampdoria è il primo test probante, uno scontro tra protagoniste annunciate. Segna Di Livio, ma l’assist è di Del Piero, formidabile nei panni di un “Roby” Baggio che un po’ c’è ed un po’ manca per infortunio.
La squadra gioca e diverte, ma fatalmente si sbilancia. E così, dopo lo 0-0 con l’Inter, arriva il primo stop, a Foggia. Polemiche per l’arbitraggio, ma soprattutto qualche perplessità: è davvero una Juve da primato? Lo diranno le due gare successive.
Cremona, 23 ottobre: Vialli ciclopico e Roberto Baggio al rientro giocano all’unisono, la Juve si scuote e convince, il 2-1 la rilancia in vista di un’altra sfida verità, con il Milan al Delle Alpi. Uno scontro durissimo. risolto da Baggio, con un goal di testa.
Ora, solo il Parma sembra poter tenere il ritmo dei “lippiani”. Che, dopo aver saltato il derby a causa della terribile alluvione che paralizza il Piemonte, infila una serie di vittorie strepitose: 3-1 alla Reggiana, 2-1 a Padova con stoccata risolutiva di Ravanelli, straordinario 3-2 alla Fiorentina che vinceva 2-0. Qui, Vialli suona la carica con una doppietta e Del Piero, nei minuti finali, inventa un goal che le TV di mezzo mondo consegnano direttamente ai posteri.
L’11 dicembre anche la Lazio deve soccombere, all’Olimpico, ad una Juve in gran forma, che prepara al meglio lo scontro diretto del Tardini con il Parma, l’8 gennaio 1995. Una gara perfetta, con i bianconeri che rimontano l’iniziale vantaggio degli emiliani (goal dell’ex, Dino Baggio) e poi dilagano, con sigillo finale di Ravanelli.
Il successivo 3-0 a spese della Roma sembra essere il prologo ad una fuga senza ostacoli, ma un doppio stop, prima col Cagliari e poi nel recupero del derby saltato a novembre rimette tutto in discussione.
Il girone di ritorno inizia col piglio giusto: 3 vittorie, con Brescia, Bari e Napoli, prima della fondamentale sfida di Marassi con la Sampdoria. Gara durissima, con bianconeri che passano grazie al grande ex Vialli.
Altro momento cruciale, il 2 aprile, al “Meazza”. Il Milan di Capello non è affatto rassegnato a cedere il titolo ed, in caso di vittoria, rientrerebbe sicuramente nei giochi. Partita, perciò, delicatissima. Ma ancora una volta la Juve è perfetta: difesa imperforabile intorno al veterano Kohler ed alla matricola Tacchinardi, centrocampo di cursori con Paulo Sousa e Conte a giganteggiare. In attacco, ci pensano Ravanelli e Vialli. È un 2-0 meritato, quello che spiana alla squadra di Lippi la via della fuga.
A questo punto, solo la Juve può complicarsi la vita. Ed i bianconeri ci provano: perdono tre partite casalinghe di fila, ma alternano questi stop con fragorosi successi esterni, un 4-1 a Firenze ed un 4-0 a Marassi col Genoa, sicché il 21 maggio, quando il Parma secondo si presenta al Delle Alpi, basterebbe un pari alla Juve per avere lo scudetto in tasca.
Ma i bianconeri non fanno calcoli e se la giocano, alla grande: finisce 4-0, con doppietta di Ravanelli e reti di Deschamps e Vialli.
A due giornate dalla fine, il titolo è in cassaforte. Ferrara e Ravanelli i più presenti, Vialli il bomber con 17 centri, con Ravanelli a quota 15 e Del Piero che pareggia le reti di Baggio, a quota 8, preparandosi a raccoglierne l’eredità.
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