Il dopo Combi, alla Juventus, prende le sembianze e gli slanci tardo romantici di Ugo Amoretti da Sampierdarena, classe 1909. Un metro e 75 di coraggio che si manifesta in tuffi da ogni parte, l’acrobazia fatta persona, un idolo per i tifosi, un po’ meno per gli esperti che prediligono il portiere innanzitutto forte nel piazzamento. Veste la maglia numero uno bianconera dal 1936 al 1940, totalizzando una settantina di presenze e vincendo la Coppa Italia edizione 1937-38.
VLADIMIRO CAMINITI
Succede a Valinasso successo a Combi e rappresenta un portiere di cui si avrà epigono virtuoso nel viola Griffanti. Portiere paracadutista. Si acconciava con maglione rinforzato, cappelluccio a visiera, calzamaglia di lana chiara, ginocchiere e rinforzagomiti, in uscita raggomitolavasi e rincantucciavasi con la disperazione delle braccia attorno al nasín. Non possedeva grinta, risultando impeccabile nelle giornate di medio lavoro. Si alternò a Bodoira che più di lui aveva fuoco nelle vene e povertà.
La Juve lo prelevò proprio dalla Fiorentina dove sarebbe sbocciato Luigi Griffanti col suo stile musicale. Un portiere di tutto riposo dietro una difesa come la Juve di Rosetta e Rava, Varglien I o Depetrini, Monti e Varglien II; degli anni ‘37 e ‘38 con molti rimpianti e paure, il Duce del fascismo fondatore dell’impero ha confinato Arpinati a Lipari, Starace inventa lo stile fascista, il generale Francisco Franco assedia Madrid ma le milizie popolari lo respingono vittoriose; esplode nel cielo di Lakehurst, nel New Jersey, il dirigibile tedesco Hindenburg inabissando nel fuoco 38 passeggeri, arabi ed ebrei in Palestina insorgono contro l’Inghilterra.
Nella nostra piccola Italia il 1° marzo 1938 muore D’Annunzio il vate, il poeta, l’ardito, l’artista che il fascismo ha strumentalizzato, le sue povere ossa vengono vegliate in armi sulla prua della nave Puglia, al Vittoriale, presente appunto il Duce.
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