Padre di Aldo e di Felice Placido, classe di ferro 1889, entrato a far parte della gloriosa storia juventini agli albori del Novecento, come avanti di riserva, è testimone del primo storico scudetto del 1905. Milita in bianconero fino al 1914, prima di trasferirsi in Francia. «Commerciante in tessuti, parente e socio dei De Matteis – ricorda Caminiti – con negozi in Via Roma angolo Piazza Carlo Felice, Piazza Castello, Porta Palazzo, partecipa alla Juventus dei ragazzi del D’Azeglio, oramai adulti, che lo accolgono con scappellotti, snello, alto uno e settantatré, audace centrattacco di ventura, velocissimo, «tre volte più scattante di me», dice il figlio celebre di tutta la sua gloria scudettata, vive una vita tranquilla, riflessiva, dopo i trent’anni gioca con baffo signorile arguto le partite dei vecchi Besozzi, Capello, Maffiotti, Malvano, Hister, Ajmone e Marsan Riccardo, Collino, Alex, Hess, Durante, un calcio inamidato come i colletti, spericolatamente giovane nella divisa arieggiante quella dei tempi futuri, nonostante i primi acciacchi, amico di Mazzonis futuro stalinista della società, finiva la carriera a Nizza, in Francia».
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