domenica 24 gennaio 2021

Reto ZIEGLER

 

GIUSEPPE GATTINO, “HURRÀ JUVENTUS” DEL GIUGNO 2011
Se ne parlava già lo scorso anno. Fresco di un buon Mondiale con la sua Svizzera e di una qualificazione in Champions con la Sampdoria, sembrava davvero destinato a occupare la corsia sinistra bianconera. Cosa che farà, con un anno di ritardo. Reto Ziegler nella prossima stagione macinerà i suoi chilometri sulla fascia con la maglia della Juventus addosso.
Per il venticinquenne ginevrino, dopo quattro anni a Genova e tre stagioni tra Premier e Bundesliga, la nuova avventura è un punto di svolta, il coronamento di un sogno: in Svizzera, infatti, la Juventus è una delle squadre più seguite. «È vero – conferma –. Infatti a Ginevra avevo molti amici di origine italiana che tifano Juventus e poi, soprattutto, nella Juventus gioca Alessandro Del Piero che è sempre stato uno dei miei giocatori preferiti».
– Facciamo un passo indietro: quando hai deciso di venire alla Juve?
«Ho pensato al mio futuro solo a stagione finita. Prima mi sono concentrato unicamente sul campionato, che purtroppo è andato come sapete. Poi ho deciso senza esitazioni di venire a Torino: per me, a 25 anni, è una svolta fondamentale, perché ho sempre lavorato per arrivare più in alto possibile».
– La tua scelta è stata condizionata dalla presenza di Marotta?
«Beh, ovviamente il fatto che alla Juve ci fossero Marotta e Paratici mi ha aiutato a decidere, visto che erano stati proprio loro a portarmi a Genova, dimostrando di credere in me quando la mia carriera era all’inizio».
– Hai firmato il contratto con la Juventus il giorno dopo Andrea Pirlo. Che impressione ti fa giocare con campioni di questo calibro?
«Pirlo è un grande campione, ma in squadra ci sono altri giocatori importanti e spero di potermi esprimere al meglio anche grazie a loro. Il mio obiettivo è mettere in mostra le mie qualità e scendere in campo sempre per vincere».
– Poche settimane fa il capitano ha rinnovato il contratto di un altro anno. Avresti mai pensato di giocare con Del Piero?
«Del Piero è sempre stato uno dei miei idoli e sono davvero felice di avere la possibilità di giocare con lui. Giocare con la stessa maglia di Zidane e Davids – che avevo conosciuto al Tottenham e che mi aveva parlato molto bene di Torino e della Juve – è davvero un sogno».
– Per finire, che cosa prometti ai tifosi della Juve?
«Dico soltanto che non vedo l’ora di indossare questa maglia e di festeggiare un successo insieme. E poi, se Del Piero e Pirlo me ne lasceranno qualcuna, vorrei calciare qualche punizione...».

ROMEO AGRESTI, GOAL.COM DEL 16 GENNAIO 2021
Non tutti gli acquisti producono benefici. Alcune volte ci si azzecca a pieni voti, altre si sfocia nel flop. A distanza di anni, però, resta curiosa la storia di Reto Ziegler: approdato alla Juventus, da parametro zero, nell’estate del 2011. Ceduto, nella stessa finestra, al Fenerbahçe. Una bocciatura netta. Una scelta, dura e cruda, presa da Antonio Conte.
L’ex tecnico bianconero, appena insediatosi al timone della Signora, nel ritiro di Bardonecchia – esclusivamente a base di 4-2-4 – capisce subito come sulla sinistra l’interprete non soddisfi le sue richieste. Movimenti non perfetti in fase difensiva e, soprattutto, qualche problema qua e là nel recupero del possesso.
Ecco perché, immediatamente, nella vecchia sede di corso Galileo Ferraris iniziano a ponderare un divorzio lampo. Vuoi per tutelarsi da un quadriennale appena siglato, vuoi per limitare i danni.
In occasione della sfida della Svizzera con la Bulgaria, valevole per le qualificazioni all’europeo 2012, Ziegler rilascia un’intervista all’emittente “RSI” in cui analizza una situazione surreale.
«Ho parlato col mister e mi ha fatto capire dall’inizio che non conta su di me perché ha altre idee. Quando ho firmato per la Juve c’era ancora Del Neri e insieme a Marotta, che mi conosceva ai tempi della Sampdoria, mi ha voluto in bianconero. Io sono andato alla Juve per giocare e non per guardare gli altri, poi ho parlato con altre squadre che mi volevano prima che andassi alla Juve ma avevano già trovato un altro terzino. A questo punto ho deciso di rimanere e dare il massimo, ho sempre dato tutto e sono convinto che posso convincere Conte».
Parole che, immediatamente, sviluppano un finale già scritto. In estrema sintesi, un errore grossolano. Nonostante un corteggiamento lungo e datato, nonché fondamentale per battere la concorrenza nostrana ed estera.
D’altro canto, in blucerchiato, Ziegler ha vissuto il picco massimo di rendimento: 5 anni e mezzo intensi, confluiti in 155 partite e 5 gol, a un passo dal sogno Champions costruito proprio alla corte di Del Neri, che avrebbe voluto allenarlo anche alla Juve.
Ma l’esonero del tecnico di Aquileia, inevitabilmente, ha condizionato i piani dell’elvetico. Che, in un primo momento, sarebbe dovuto diventare il padrone della fascia sinistra della Juve sotto lo sguardo attento del suo allenatore sotto la Lanterna. E che, improvvisamente, s’è ritrovato a essere valutato da Conte, uno che crede molto al primo impatto. Appunto. 
A testimonianza di un matrimonio nato sotto la peggior stella possibile, a fronte di 600 mila euro per il prestito, la Signora decide di sfruttare la pista turca. Una destinazione scovata nella fretta, ma sposata con convinzione da tutti.
Ziegler non ha mai avuto modo di dimostrare il suo valore all’ombra della Mole. Dopo il Fenerbahçe, la Lokomotiv Mosca. Per poi tornare nuovamente a Istanbul. Sempre gestito da Madama, alle prese con un contratto non semplice da piazzare. Dopodiché il ritorno in Italia, al Sassuolo, ma senza lasciare il segno.
Il prosieguo di carriera parla di un ritorno in patria, prima due anni e mezzo al Sion, poi appena 3 mesi al Lucerna. Fino a qualche settimana fa ha giocato in MLS, all’FC Dallas, prima di rimanere svincolato. Una carriera più che dignitosa, ma che nel passaggio a Torino avrebbe dovuto proporre il definitivo salto di qualità. Mai avvenuto.

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