«Non ho grilli per la testa. Solo una gran voglia di lavorare» – confessa ad Andrea Ligabue su “Hurrà Juventus” del luglio 1993 –. Concetto che per Gianluca Francesconi, 22 anni a settembre, romano fluidificante di sinistra, è diventato un «gingle». Viso da scugnizzo, sorriso sempreverde, umile alla follia. Note deliziose per qualsiasi allenatore. Trapattoni si sta già fregando le mani. Il cuore ancora giovane, ma impregnato di preziosi ricordi: casacca da titolare della Reggiana e relativa storica promozione in Serie A, soddisfazioni impreziosite da fortunate apparizioni in Nazionale Under 21. Tutto in una volta. Tutto nell’ultima stagione disputata.
– Un campionato da protagonista e subito l’ingaggio della Juventus. Un bel colpo...
«Impensabile Non dimentico che fino all’anno scorso giocavo nel campionato Primavera. Credevo di non essere nemmeno all’altezza del campionato di Serio B. Figuriamoci se pensavo alla Juventus. Ho veramente bruciato le tappe».
– Gli scettici dicono che sei ancora un po` acerbo per la Vecchia Signora...
«Io non credo che la Juventus abbia speso tutti quei soldi a vanvera. Credono in me. Lo dimostra il fatto che ho firmato un contratto quinquennale».
– Si è sempre detto che, con l’arrivo di Fortunato. Francesconi sarebbe stato «girato» a un altro club di Serie A. Il genoano è arrivato...
«Pare invece che alla fine il sottoscritto rimanga alla corte di Trapattoni. Ma non ci sono problemi. Se decidono di mandarmi in giro a fare esperienza, affronterò la nuova avventura con uguale entusiasmo».
– A Torino c’è il rischio di sedersi spesso in panchina...
«Non mi spaventa. Sono giovane, ho tanto tempo davanti a me per impormi. Se non troverò spazio rimarrò al mio posto senza far polemiche. È esperienza anche questa...».
– Cinque anni di contratto significano un bel gruzzolo in banca. Che farà con tutti questi soldi?
«Per ora li faccio fruttare tenendoli in banca. Inoltre, quando scendo a Roma dai miei, stacco sempre un assegno e lo do a mia madre. La mia famiglia ha fatto tanto per me e questo è solo un piccolo segno di riconoscimento nei loro confronti».
– A braccetto con la Juventus arriva anche il matrimonio.
«Sì, a Torino viene pure la mia ragazza. Questo perché voglio vivere una vita tranquilla e serena. E Carin riesce a darmi tutto questo».
– Insomma, ogni cosa al suo posto per poter sfondare...
«Voglio partire col piede giusto. Niente grilli per la testa: andrò a letto presto e mangerò seguendo le diete che mi consiglieranno. La Juve è una chance troppo grossa per lasciarsela sfuggire...».
– Il pregio migliore di Francesconi?
«Sono buono, alla mano. Mi gratifica aiutare il prossimo».
– E il suo peggior difetto?
«Appunto la bontà. C’è sempre qualcuno che se ne approfitta...».
– Calcisticamente parlando, quali sono le sue qualità?
«Una su tutte: non mollo mai. Inoltre uso indifferentemente sia il piede destro che il sinistro».
– Tutti i tecnici sono concordi: Francesconi in un anno è migliorato tantissimo.
«Non me ne sono accorto. Davvero! A me sembra di essere il Francesconi di due anni fa. Sono gli altri che mi dicono che ho fatto passi da gigante. Una cosa è certa: sono più sicuro. È inutile negarlo, quando si gioca si acquista sicurezza».
– Qual è stata la prima reazione quando hai saputo che la Juventus ti corteggiava?
«Una grande emozione. Tanto che per un certo periodo di campionato non sono andato per niente bene. Poi è arrivato il debutto internazionale con l’Under 21 e da lì ho ripreso a giocare bene».
– Non c’è un briciolo di preoccupazione, di paura, per questa nuova avventura?
«Sinceramente no. Perché se hai paura finisci per non rendere in campo».
– Com’è stato il primo impatto con l’ambiente bianconero?
«Il massimo. Attenzione però: alla Juventus hai tutto ed è quindi facile uscire dal binario. Devi rimanere modesto se non vuoi fallire».
– Hai incontrato Boniperti. Cosa ti ha detto?
«Di tagliarmi i capelli».
– Baggio vuole la zona. Trapattoni non ci sente. Francesconi cosa preferisce?
«Mi trovo bene a zona. Anche perché ho sempre giocato in questo modo; tranne che nella Primavera del Napoli. Ma non sono problemi miei. Sono un professionista e quello che dice il tecnico è legge».
– Il ricordo calcistico più bello?
«L’esordio in Serie B con la Reggiana. Avevo di fronte Moriero: un inizio davvero niente male. È stata la partita più bella disputata con la casacca granata. Ma non voglio dimenticare anche le apparizioni in Nazionale».
– Riuscirà l’anno prossimo la Juve a competere col Milan?
«Ho fiducia. La Juve sta puntando sui giovani. Una scelta che a mio parere si rivelerà azzeccata. I tifosi però devono avere pazienza e starci vicini. Il loro apporto è determinante per la nostra evoluzione».
– E Francesconi cosa promette ai tifosi?
«Arrivo alla Juve per imparare e per dare il massimo. Non li tradirò».
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Gianluca non avrà tanta fortuna; la società bianconera punta forte su Fortunato e per lui gli spazi sono pochi: 4 presenze in campionato, di cui solamente una da titolare contro il Piacenza, una in Coppa Italia e 3 da titolare nella Coppa Uefa. Alla fine di quella stagione, è richiesto dal Genoa e la Juventus ne avalla la cessione.
«Nel mio ruolo probabilmente ero uno dei giocatori più promettenti. Ero reduce da una stagione straordinaria: la promozione in serie A da protagonista con la Reggiana, convocato fisso con l’Under 21 e con l’Under 23 chiamato in estate per i giochi del Mediterraneo. Proprio a casa di questa competizione, terminata con l’Italia eliminata in semifinale, mi feci solo dieci giorni di vacanza e poi mi ritrovai nel ritiro della Juventus. Ero stanchissimo e questa condizione mi portò a infortunarmi al tendine. Fui costretto a un’operazione che mi fece perdere l’anno. Poi inizia l’era Lippi e con lui arrivano anche i suoi giocatori. Avevo altri quattro anni di contratto. Sarei potuto rimanere, essere una riserva e dire di aver vinto coppe e scudetti. Io ho preferito rimettermi in gioco, avevo voglia di giocare. Essere venduto fu una scelta mia».
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