giovedì 6 agosto 2020

Stefano RONDINELLA

 

MAURIZIO TERNAVASO, “HURRÀ JUVENTUS” DEL DICEMBRE 2001
Parlandogli a quattr’occhi, ci si rende conto come il carattere vada di pari passo con il modo di stare in campo: Stefano Rondinella è un tipo determinato, tosto e volitivo. Le risposte sono sempre convinte, lui sembra sapere il fatto suo nonostante i diciannove anni ancora da compiere. E ha i numeri per fare strada nel grande calcio: non per nulla Lippi qualche tempo fa lo ha fatto esordire in occasione dell’andata di Coppa Italia con la Sampdoria. «Quel giorno ho provato una grande emozione, ma anche molta gioia: non mi aspettavo di bruciare le tappe così in fretta», spiega Stefano.
In effetti le cose per lui sono precipitate (in senso positivo, s’intende) nel giro di poco: la scorsa stagione il promettente centrocampista della Primavera partiva spesso dalla panchina, mentre quest’estate non è stato neppure aggregato alla prima squadra, come è successo a qualcuno dei compagni, per il raduno di Chatillon. Eppure è uno degli elementi sui quali la società punta maggiormente in proiezione futura.
Ma chi è Rondinella, da quest’anno punto fermo (nonché vice-capitano) della squadra di mister Gasperini? Ce lo racconta lui stesso in presa diretta. «Sono nato a Chivasso, a pochi chilometri da Torino, da madre milanese e da padre lucano, di mestiere autotrasportatore. Da piccolissimo ho iniziato a giocare a Leinì per poi passare alla Sisport Fiat. Sei-sette anni fa sono arrivato alla Juve, e questo è il terzo torneo che disputo con la Primavera. Le mie caratteristiche? Non dovrei essere io a dirlo, ma credo di essere un centrocampista di qualità, dotato di un tiro secco e potente, che corre molto. Sono quasi ambidestro, anche se devo migliorare un po’ il sinistro, e ho una buona elevazione. Per il resto ho ancora tanto da imparare».
– Come detto, sembra che per lui stia girando tutto per il verso giusto: oltre alla frazione di gioco in Coppa Italia, Stefano è andato per due volte in panchina in campionato e, in un’occasione, anche in Coppa dei Campioni. I genitori non potranno che essere contenti.
«In effetti è così: i sacrifici fatti da tutta la famiglia forse verranno presto ricompensati. Non è facile allenarsi praticamente tutti i giorni, giocare un paio di partite alla settimana, andare in ritiro il sabato, partecipare ai numerosi tornei ai quali la Juve viene invitata e al contempo studiare con profitto: per fortuna sono quasi arrivato al dunque, quest’anno dovrei conseguire il diploma senza ritardi. E probabilmente l’anno prossimo mi iscriverò all’Università, anche se non ho ancora scelto la facoltà. Poi ho già un contratto da professionista, e mi sono affacciato al calcio che conta indossando la maglia della squadra per la quale tifo da sempre: cosa potrei per ora volere di più dalla vita?».
– Stefano, parliamo ora dei traguardi stagionali. Dove pensi possa arrivare la Primavera di quest’anno? Dopo un inizio scoppiettante, ultimamente avete subìto qualche battuta d’arresto…
«In campionato abbiamo pagato qualche infortunio di troppo, un leggero calo di concentrazione e qualche svista arbitrale: sono però certo che presto sapremo risalire la china, le individualità ci sono e così come il gioco di squadra. In Coppa Italia siamo in corsa per accedere alle semifinali, e affrontiamo con fiducia la doppia sfida alle porte con il Vicenza. Personalmente guardo all’immediato futuro con ottimismo: nessun traguardo ci è precluso, compresa la prestigiosa vetrina del torneo di Viareggio. Dobbiamo vincere qualcosa, per lasciare il segno».
– Quali sono invece gli obiettivi che ti poni per il prosieguo, o meglio per l’inizio, della carriera?
«Credo nei miei mezzi, spero di essere assistito dalla fortuna: punto al professionismo a buoni livelli, se così non fosse ne rimarrei deluso. Non voglio passare per spaccone, ma questo è il mio carattere: so quello che voglio, so dove voglio arrivare. Senza fretta e senza inganni».
– E se in questa stagione Lippi non ti chiamasse più con la prima squadra?
«Non ci sarebbero problemi, ho già toccato il cielo con un dito in più di un’occasione. A questo punto tutto quello che viene è guadagnato. La mia serie A per ora è la Primavera. L’importante è dare sempre il massimo con questa maglia, il resto verrà da solo...».
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Nonostante le premesse e le speranze, la carriera di Rondinella non andrà oltre la serie C. E quella contro la Sampdoria, rimarrà l’unica occasione per indossare la maglia bianconera.

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