«L’arte fotografica, un po’ primitiva nel 1905 – aggiunge Piera Callegari sul suo libro “La Juventus” – strapazzò i neo Campioni d’Italia nell’effige ufficiale. Lì si vedono disposti a piramide, tre in piedi, tre in ginocchio, cinque seduti, e per quanto non manchino di disinvoltura, il magnesio ne ha fissato espressioni che in qualcuno sembrano addirittura torve. L’ultimo a destra in ginocchio è Diment, impiegato scozzese poco pratico della lingua italiana e con l’espressione caparbia. Infatti, le cronache lo raccontavano più resistente di un mulo, benché poi aggiungevano che aveva molta fortuna con le ragazze, per motivi che sicuramente nella foto si perdono».
martedì 18 ottobre 2016
Jack DIMENT
«L’arte fotografica, un po’ primitiva nel 1905 – aggiunge Piera Callegari sul suo libro “La Juventus” – strapazzò i neo Campioni d’Italia nell’effige ufficiale. Lì si vedono disposti a piramide, tre in piedi, tre in ginocchio, cinque seduti, e per quanto non manchino di disinvoltura, il magnesio ne ha fissato espressioni che in qualcuno sembrano addirittura torve. L’ultimo a destra in ginocchio è Diment, impiegato scozzese poco pratico della lingua italiana e con l’espressione caparbia. Infatti, le cronache lo raccontavano più resistente di un mulo, benché poi aggiungevano che aveva molta fortuna con le ragazze, per motivi che sicuramente nella foto si perdono».
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