mercoledì 31 maggio 2017

Tom Gordon SAVAGE


Forse il primo dei pionieri, certamente il più importante. Non più giovanissimo, nel 1896, con alcuni connazionali, si ritrova in Piazza d’Armi, il sabato, per giocare a football, con un pallone originale, di vero cuoio. È già stato professionista per alcuni anni in Inghilterra, nelle file del Nottingham Forest e qui, naturalmente, spopola e fa scuola. Veloce, dotato di un buon dribbling, gioca a più riprese nella prima Juventus in camicia rosa, nel ruolo di mezzala sinistra. Nel 1903, insieme all’amico Goodley, gli viene l’idea di far venire dall’Inghilterra, e in particolare da Nottingham, delle divise da gioco più moderne. Il fornitore, che ha in magazzino le maglie destinate al Notts County, spedisce quelle che sono a strisce verticali bianco e nere. Nasce, così, la leggenda juventina.

RENATO TAVELLA, DA “IL ROMANZO DELLA GRANDE JUVENTUS”
Da tempo frequentavano la Juventus alcuni inglesi. Fin dai primissimi giorni della Piazza d’Armi, Canfari e soci avevano, infatti, condiviso belle ore di gioco con un gruppo di pionieri che insieme a Edoardo Bosio, al Duca degli Abruzzi, avevano fatto conoscere il football in Torino. Erano, costoro, personaggi quanto meno pittoreschi: Jordan, Goodley, Savage, e non da ultimo Dobbie, un dentista sulla cinquantina che fra una volata e l’altra sul campo amava dissetarsi con generose sorsate di whisky. Favoriti da questi contatti, non era stato difficile trovare nel negozio di mister Jordan un vero, autentico pallone inglese, il primo acquistato dagli intraprendenti d’azeglini. Percorso del tutto analogo si era ripetuto per le casacche sociali, allorché John Savage, già giocatore del Nottingham Forest, aveva fatto notare agli juventini come fosse oramai necessario un corredo di gioco, diciamo, più professionale di quello adottato fino a quel momento. Se ne sarebbe incaricato lui personalmente (immaginiamo abbia detto) acquistando tutto il necessario per diretto tramite dall’Inghilterra. A sua volta, il negoziante di Nottingham cui era stato indirizzato l’ordinativo, pur di soddisfare all’istante la richiesta, aveva pensato bene di spedire il blocco di maglie di cui disponeva in quel frangente in magazzino, senza troppo badare a soddisfare la clientela oltre che dal punto di vista della celere evasione anche da quello, assai importante, dell’estetica. Così pare. E, infatti, l’inattesa e imprevista divisa non era stata accolta con molto entusiasmo: sarebbero state di gran lunga più gradite e ben accette le rosse casacche del Nottingham. Smaltita la piccola delusione, col passare dei mesi, si cominciò a non fare più tanto caso alla singolare combinazione di colori e al loro conformarsi in strisce verticali.

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