lunedì 26 agosto 2013

Mattia CASSANI

Nasce a Borgomanero (NO), il 26 agosto 1983. Cresciuto nel vivaio della Juventus dopo una stagione alla Canavese, con la formazione Primavera juventina vince il Torneo di Viareggio del 2003. Qualche mese prima, il 13 novembre 2002 subentrando al novantatreesimo minuto al posto di Marcelo Salas nella vittoriosa trasferta a Kiev contro la Dynamo, in Champions League ha la soddisfazione di esordire in prima squadra, per quella che rimane la sua unica presenza in maglia bianconera. Prestato prima alla Sampdoria quindi al Verona, Cassani è acquistato dal Palermo nell’estate del 2006. In rosanero si mette in luce, tanto da meritare la Nazionale.


“HURRÀ JUVENTUS”, DICEMBRE 2002
Mattia Cassani, diciannovenne novarese di Arona, da un paio di stagioni è una delle punte di diamante della Primavera di Gasperini. I suoi primi passi nel mondo del calcio meritano di essere raccontati: «Ho iniziato a giocare nella squadra della mia città, poi per un triennio ho militato nel Momo, società nell’orbita del Milan. Nel 1995 sono approdato nei Giovanissimi della Juve, costringendo mio padre a fare la spola con Arona cinque giorni la settimana per un paio di anni. Sino a quando non sono entrato nel pensionato di Corso San Maurizio».
Il giovane difensore promette bene, cresce, si fa valere. Nell’estate del 2000 è ceduto in prestito alla Sangiustese, che milita nel Campionato Nazionale Dilettanti, l’ex Serie D: «Avevo appena compiuto diciassette anni, venivo dalla categoria Allievi, pensavo di far numero o poco più. Invece ho disputato quasi tutte le partite di un campionato incredibile, nel quale siamo arrivati a un solo punto dalla Valenzana che è salita in C2».
A quel punto il ritorno all’ovile era quasi un atto dovuto: un’esperienza del genere poteva tornare utile alla Primavera e, soprattutto, a Cassani stesso, pronto a calarsi con rinnovato entusiasmo nel calcio che conta: «Ho abbandonato il pensionato, vivo in un alloggio vicino al Comunale con il mio amico e compagno Pederzoli. Questa è la seconda stagione con Gasperini, spero di confermare le attese. Intanto sono all’ultimo anno dell’istituto tecnico per geometri, poi vorrei iscrivermi a un corso biennale di informatica o di web-design, le mie grandi passioni oltre il calcio».
Che, tra l’altro, comincia a dargli soddisfazione: «Quest’estate, dopo la tournée in Australia con la Primavera, sono stato chiamato a sorpresa da Lippi per due amichevoli: a Catania ho giocato dal primo minuto, a Messina per ma buona mezzora».
Poi, a metà novembre, è arrivato addirittura l’esordio in Coppa dei Campioni contro la Dynamo Kiev: «Sono state esperienze entusiasmanti, anche se incidentali. La rosa della prima squadra è ampia, mentre per il sottoscritto la vera rampa di lancio rimane la Primavera: vorrei meritarmi, per la prossima stagione, il prestito in B o in C in una società ambiziosa e di vertice che mi faccia scendere in campo con regolarità, in modo da crescere e da valorizzarmi per un domani che spero ancora bianconero».
Cassani, un fisico normale ma grande grinta, buona tecnica e un eccellente dinamismo, quest’anno gioca da centrale nella difesa a tre, mentre la scorsa stagione agiva da laterale destro in un pacchetto arretrato a quattro nel quale aveva maggiori possibilità di spingersi in avanti: «Per me va bene tutto, non ho predilezioni particolari. Certo che stare in mezzo forse comporta maggiori responsabilità e costringe a tirar fuori la propria personalità. L’importante è migliorare e dare il massimo, tutti assieme».
La compagine di Gasperini ha cambiato parecchio. Quasi tutti i ragazzi della passata stagione sono stati mandati a farsi le ossa altrove, ai pochi vecchi (Bonnefoi, Paro, Grando, Cassani) sono stati affiancati molti ex Berretti e qualche nuovo acquisto (Gastaldello, Bartolucci, Brighi). Ne risulta un gruppo di qualità ma ancora da assemblare a dovere: «A mio avviso la squadra è valida, anche se, come c’era da aspettarsi, siamo partiti un po’ a rilento. L’importante è comportarsi bene nella fase centrale della stagione, in modo da caricarci e da mettere fieno in cascina, che significa fare il maggior numero di punti possibili. Il morale e la consapevolezza di noi stessi ci aiuterà ad affrontare nel modo migliore i mesi decisivi, quelli coincidenti con le fasi finali del campionato. Vedendo giocare alcune delle altre compagini, credo di poter dire che la Juve ha buone chance: le potenzialità ci sono, il gruppo è unito, siamo sulla strada giusta per trovare la nostra definitiva identità. Diverso il discorso per quanto riguarda il Torneo di Viareggio, una vera e propria lotteria: là le formazioni più forti si presentano con organici diversi rispetto all’inizio stagione, rafforzate da prestiti e da fuori-quota che ne snaturano quasi le caratteristiche di base».
Un’ultima domanda, Mattia, ma sii sincero: se Lippi quest’anno non ti chiamasse più, rimarresti deluso? «No, nella maniera più assoluta, lo giuro, anche perché penso di avere ben poche speranze: le competizioni della prima squadra sono troppo importanti, i giocatori, lo ripeto, ci sono. Per quanto mi riguarda, mi interessa concentrarmi esclusivamente sulla Primavera dando sempre il massimo, in modo da essere pronto se mai il mister avesse bisogno anche del sottoscritto».

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