lunedì 16 maggio 2016

Guglielmo STENDARDO

Gennaio 2008: in attesa di giugno e dell’arrivo di Olof Mellberg dall’Aston Villa, la difesa di Ranieri può contare su un rinforzo di prestigio: Guglielmo Stendardo, arrivato a Torino dalla Lazio per restare fino al termine della stagione. «La formula è quella del prestito con diritto di riscatto – precisa il direttore sportivo Alessio Secco – avevamo bisogno di un difensore e il ritardo nell’arrivo di Mellberg ci ha convinti ad aprire questa trattativa che è andata in porto, per la gioia di tutti». Gioia in particolare di Stendardo. Classe 1981, arriva alla Juventus dopo l’esperienza maturata nel settore giovanile del Napoli, nella Salernitana, Sampdoria, Catania, Perugia e Lazio. Ora il grande salto: «Sono felice di questa opportunità e credo di aver reso felici anche i miei genitori. Giocare per una società così, tra le più gloriose del mondo, è motivo di orgoglio. Per questo ringrazio tutti per la possibilità e in questi cinque mesi darò tutto per dare una mano alla squadra».
Alla Juventus Guglielmo ritrova molti amici. «Qui conosco già alcuni dei miei nuovi compagni. Come Palladino, Belardi, Marchionni e Molinaro. Sono tutti ragazzi eccezionali dal punto di vista umano, non solo tecnico». Ultima curiosità, il numero di maglia. «Ho scelto il venticinque. Ho quasi sempre giocato con il due, a Salerno avevo il cinque e mi ha portato bene, così ho unito le due cose».
Debutta il 30 gennaio nella partita Juventus-Inter, valida per la Coppa Italia. In campionato l’esordio avviene il 16 marzo, nella gara interna contro il Napoli. Il 20 aprile, realizza la sua unica rete stagionale a Bergamo, contro l’Atalanta, deviando impercettibilmente un colpo di testa di Legrottaglie dopo soli quarantotto secondi, goal più veloce della stagione. Le sue buone prestazioni convincono i dirigenti juventini a trattare con la Lazio, per il riscatto a un prezzo inferiore a quello concordato (dodici milioni di euro); non raggiungendo l’accordo, nell’estate del 2008, Willy ritorna a Roma, dopo aver vestito solamente per sei volte la maglia bianconera.

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