venerdì 31 dicembre 2021

Albin EKDAL

 

Bello e possibile. Lineamenti puliti e viso dolce, – scrive Alec Cordolcini sul “Guerin Sportivo” del 15-21 gennaio 2008 – in un paese come l’Italia che ha eletto l’apparenza quale stella polare della propria società, Albin Ekdal non dovrebbe incontrare eccessive difficoltà di ambientamento. Attenzione però: dietro le belle apparenze, l’aitante (1,86 x 75) ragazzino svedese nasconde robuste quantità di talento, materia prima che toccherà alla Juventus levigare e plasmare secondo le proprie esigenze.
Ne potrebbe uscire un credibile vice-Nedved, oppure un rifinitore dall’andamento più dinamico di Tiago. Ekdal giocava così, centrocampista avanzato in una mediana a quattro oppure esterno sinistro nel modulo a rombo, nel Brommapojkarna, il club di Stoccolma (Bromma è un quartiere nella parte occidentale della capitale svedese, dove Albin è nato il 28 luglio 1989) nel quale è cresciuto e con cui ha fatto il suo esordio nel calcio professionistico.
A dispetto delle esigue dimensioni (la media spettatori si aggira attorno alle mille unità, cresciute a oltre 4mila soltanto durante la stagione in Allsvenskan), il Brommapojkarna è un club tra i più strutturati a livello giovanile nell’intera Svezia, tanto che nel 2006 è arrivato il titolo nazionale Under 18, dopo aver inflitto un pesante 4-0 in finale al più blasonato Malmö. Mattatori del torneo la punta Axel Johansson e proprio l’inesauribile fonte di gioco della squadra Albin Ekdal, che aveva da poco rifiutato di trasferirsi al Chelsea per poter proseguire gli studi in Svezia.
Scontato per entrambi il passaggio alla prima squadra l’anno successivo, in quella che è stata una stagione storica per i “ragazzi di Bromma” (questo il significato di Brommapojkarna), alle prese con il primo campionato di Allsvenskan della loro storia. Un’avventura finita male, con l’immediata retrocessione in seconda divisione (ultimo posto con gli stessi punti del Trelleborg, decisivi gli scontri diretti), ma in cui la squadra si è tolta lo sfizio di battere per due volte nel derby di Stoccolma il favoritissimo Djurgarden, la squadra svedese che nel nuovo secolo ha vinto più volte il campionato, tre (2002, 2003 e 2005). Nel primo caso è stato proprio un assist di Ekdal (che a causa di un infortunio al ginocchio chiuderà il campionato con sole 15 presenze, di cui 9 da titolare, senza realizzare nessun gol) a mandare in rete Joakim Runnemo per quello che è stato il primo gol realizzato in assoluto dal Brommapojkarna nella massima divisione svedese.
Titolare fisso prima nell’Under l7 e poi nell’Under 19 svedese, Ekdal è considerato in patria il prospetto più interessante dai tempi di Kim Källström, il centrocampista attualmente in forza al Lione al quale è stato più volte accostato. Lui però vola ancora più alto: il suo idolo si chiama Kaká.
Papà Lennart è giornalista e conduttore televisivo, perciò alle luci dei riflettori suo figlio Albin è già abituato. Anche a quelle delle discoteche, riporta la stampa rosa svedese raccontandone i successi con il gentil sesso. Bello e possibile, si diceva. Ma soprattutto bravo. La Juventus, con la quale ha sottoscritto un contratto quinquennale, è in assoluto uno dei posti migliori in cui dimostrarlo.    

I dirigenti bianconeri raggiungono l'accordo per acquistarlo per 600mila euro ma per la firma del contratto attendono l'esito dell'operazione alla caviglia a cui Albin si sottopone in febbraio. Il 20 marzo i dottori della società torinese avallano l'acquisto, verificata la perfetta riuscita dell'intervento e il 27 maggio viene ufficializzato il trasferimento del giocatore svedese alla Juventus.
Inizialmente aggregato alla Primavera, fa il suo esordio in prima squadra e in Serie A il 18 ottobre 2008 nella gara persa 2-1 contro il Napoli. Impiegato spesso con la squadra giovanile, vince il Torneo di Viareggio battendo in finale la Sampdoria. Durante la competizione risulta uno dei più positivi della squadra, andando a segno una volta, nella partita vinta 8-7 ai rigori contro la Lazio, come secondo rigorista.
Ma in prima squadra, nonostante la Vecchia Signora non se la passi troppo bene, è impossibile trovar posto per il giovanotto e così, dopo altri due subentri (contro Bologna e Chievo) il 15 luglio 2009 viene prestato al Siena.
Rientra in riva al Po nell’estate del 2010, giusto in tempo per fare il ritiro e giocare pochi minuti nella partita in Europa League, disputata a Dublino, contro il Shamrock Rovers. Poi, un lungo girovagare per lo stivale, senza più ritrovare la casacca bianconera se non come avversaria.


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