Torinese doc, cresce nelle giovanili bianconere e ha la grande soddisfazione di esordire in Serie A il 30 ottobre 1955 nella partita contro la Roma, ad appena 21 anni, essendo nato nella città sabauda il 7 ottobre del 1934. «Era grosso come un armadio – scrive Renato Tavella nel suo libro “Il romanzo della grande Juventus” – aveva un carattere mite, studiava presso un Liceo Scientifico, era difensore robusto ma aveva davanti elementi più bravi come Garzena e più esperti come Cesarino Nay».
Indossa la casacca juventina solamente in 14 occasioni, prima di essere ceduto al Palermo. Appesi gli scarpini al chiodo, diventa un grande dirigente. I tifosi juventini dovranno essere sempre grati ad Aggradi, perché fu proprio lui (quando era Direttore Sportivo del Padova) a trattare con Boniperti il passaggio in bianconero di Alessandro Del Piero.
VLADIMIRO CAMINITI
Chiuso dal nasuto Nay, svillaneggiato dagli esteti come manovale della pedata, il torinese Pierone Aggradi, formatosi nel vivaio juventino, troverà spazio nel Palermo, con Elio Angelini, di ruolo portiere. Il ruolo di Aggradi appare piuttosto incerto, trattandosi di un difensore che corre a gambe larghe infastidito dalla presenza del pallone.
Ragazzo vieppiù simpatico e coriaceo nelle amicizie cercherà di trovare altro spazio, dopo la venturosa carriera, facendo il general manager o direttore sportivo, in questo sospinto da un personaggio calcistico così singolare e di pregiata politica da sbaragliare perfino il lucido cranio di uno Spadolini Ministro e letterato: l'Italo Allodi di Suzzara.
VLADIMIRO CAMINITI
Chiuso dal nasuto Nay, svillaneggiato dagli esteti come manovale della pedata, il torinese Pierone Aggradi, formatosi nel vivaio juventino, troverà spazio nel Palermo, con Elio Angelini, di ruolo portiere. Il ruolo di Aggradi appare piuttosto incerto, trattandosi di un difensore che corre a gambe larghe infastidito dalla presenza del pallone.
Ragazzo vieppiù simpatico e coriaceo nelle amicizie cercherà di trovare altro spazio, dopo la venturosa carriera, facendo il general manager o direttore sportivo, in questo sospinto da un personaggio calcistico così singolare e di pregiata politica da sbaragliare perfino il lucido cranio di uno Spadolini Ministro e letterato: l'Italo Allodi di Suzzara.
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