lunedì 29 dicembre 2025

Samuel MBANGULA

 

«Cambiare aria mi ha fatto bene. Alla Juve, dopo un inizio travolgente, si era insinuata una certa paura di fallire. Ero passato da una situazione in cui non ci si aspettava nulla da me a un’altra in cui ci si aspettava tutto da me. È una fase che bisogna attraversare nella propria carriera. Oggi mi metto meno pressione perché ho capito che non serve a nulla».

DA TUTTOSPORT.COM DEL 19 AGOSTO 2024
Mbangula nasce il 16 gennaio del 2004 in Belgio ed è in patria che, mossi i primi passi, lo nota il Club Brugge. Nel 2019, dopo essere cresciuto tra le fila dei neroblu, passa all’Anderlecht dove resta soltanto nella stagione 2019-20. Come mai un addio così repentino? Il motivo è semplice: la chiamata della Juve. I bianconeri capiscono ben presto quelle che sono le sue qualità, decidendo così di assicurarselo. Inizia il suo percorso a Torino nell’Under-17, ma dopo una sola stagione viene inserito nella squadra Primavera. La sua crescita è costante, nel 2022 il club lo blinda con un contratto quadriennale, e nel 2022-23 arriva l’exploit. In quell’annata con l’Under-19 sigla nove gol e fornisce cinque assist nelle trentacinque apparizioni tra campionato, post season e Youth League.
E così nella stagione scorsa arriva il passaggio in Next-Gen, diventando subito un punto fermo del gruppo. Un duro infortunio lo terrà però ai box da fine novembre a inizio marzo: dopo un graduale recupero ritroverà il campo con continuità sul finire della stagione, siglando anche una rete ai playoff nella sfida vinta per 1-3 contro il Pescara. Delle indiscusse qualità del calciatore se ne erano intanto accorti anche in Belgio, tanto più che l’Under-21 nell’ottobre del 2023 ha puntato su di lui per le qualificazioni all’Europeo di categoria. Non da meno Motta: in estate lo ha testato con la prima squadra facendolo scendere in campo nelle amichevoli con Norimberga e Brest, fino alla decisione di inserirlo subito tra i titolari col Como alla prima gara ufficiale. Ma quali sono le sue peculiarità fisiche e tecniche?
Alto 171 centimetri ma dotato di una buonissima struttura fisica che gli consente di resistere anche agli attacchi insistiti degli avversari, Mbangula è un calciatore duttile. Quello avanzato è il reparto di competenza: ricopre agilmente tanto il ruolo di seconda punta quanto quello d’esterno d’attacco. All’occorrenza, però, ha occupato anche la corsia esterna del centrocampo. Che sia mediana o tridente offensivo, la sua fascia preferita resta quella di sinistra, potendo così rientrare sul suo velenosissimo destro.
Veloce, buon dribbling, grande tecnica e capace di concludere con precisione da fuori area, non disdegnando però anche le incursioni tempestive in area. Qualità tali che potrebbero consentirgli di segnare anche un numero maggiore di gol rispetto a quelli siglati fino a ora. Un attaccante moderno dunque, completo e capace di ricoprire praticamente tutti i ruoli d’attacco (ma, come detto, in caso di necessità anche di posizionarsi sulle corsie esterne a metà campo). Duttilità al potere, Mbangula ha convinto Motta: convocazione in prima squadra e subito titolarità, per lui si aprono le porte della Serie A.

LEONARDO GUALANO, DA GOAL.COM DEL 13 AGOSTO 2025
Quello di Samuel Mbangula è un mondo che si è letteralmente ribaltato nel giro di un anno.
In brevissimo tempo è passato dall’essere uno degli elementi della Next-Gen in Serie C, a ritagliarsi uno spazio importante con la prima squadra della Juventus, con la quale ha lasciato il segno sia in Serie A che in Champions League. Per l’attaccante belga, che è stato lanciato e valorizzato ad alti livelli da Thiago Motta, sembravano essersi schiuse le porte di un lungo futuro in bianconero, poi è arrivata la svolta. Messo sul mercato, a fine luglio si è trasferito al Werder Brema per vivere la sua prima esperienza in Germania.
Mbangula, in un’intervista rilasciata a “La Gazzetta dello Sport”, ha parlato del suo addio alla Juve.
Ha spiegato quali solo le prime differenze che ha colto tra il calcio italiano e quello tedesco. «Mi sento già uno della famiglia, l’ambientamento procede bene. In Germania ho trovato un calcio più libero e meno tattico rispetto alla Serie A e sono convinto che mi troverò a mio agio. L’allenatore Steffen mi sta impiegando da ala e trequartista, mi piacerebbe disputare una stagione in doppia cifra a livello di assist e gol».
L’attaccante belga ha ammesso che sarebbe rimasto volentieri alla Juventus, ma che il club lo ha ceduto perché aveva bisogno di monetizzare. «Ovvio, ma il calcio è così. La società mi ha fatto un discorso chiaro: “Ci dispiace, ma dobbiamo fare cassa e siamo obbligati a venderti”».
Fondamentale per la carriera di Mbangula è stato l’incontro con Thiago Motta, il tecnico che ha puntato forte su di lui e che lo ha lanciato ad alti livelli. «Lo porterò sempre nel cuore, mi ha cambiato la carriera e la vita. Diventerà un grandissimo tecnico. Alla Juve non gli hanno dato tempo e gli infortuni hanno pesato».
Se Thiago Motta è il tecnico che gli ha spalancato le porte della prima squadra, Tudor è quello che le ha chiuse. «Durante il Mondiale in America abbiamo parlato della questione. Ho fatto presente a Tudor che, pur di giocare, sarei stato disposto ad agire come laterale, trequartista e anche come mediano nel suo 3-4-2-1. È stato schietto, mi ha detto che non rientravo nei piani. Non mi “vedeva” proprio».

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