Coppa Italia 1976-77: in quegli anni, le fasi finali si disputavano a fine stagione e la Juve, spesso e volentieri, era costretta a rinunciare a quasi tutti i titolari, impegnati con la Nazionale. Così il Trap regala la soddisfazione di giocare in Prima Squadra a tanti giovinotti della Primavera. Tra questi anche Sandro Beccaris che disputerà una trentina di minuti nel vittorioso match casalingo contro il Vicenza giocato il 29 giugno ‘77. Ricordiamo le formazioni di quella partita terminata 2-1 per i bianconeri, con reti di Della Monica, Cascella e Albanese. Juve: Bobbo; Francisca, Cascella; Berti, Bogani (dal 65’ Beccaris), Gola; Lanni (dal 70’ Noferi), Della Monica, Schincaglia, Gasperini, Saporito. Lanerossi: Galli; Lelj, Prestanti; Donina, Dolci (dal 46’ Demo), Carrera; Cerilli, Salvi, Albanese, Verza (dal 46’ Briaschi), Filippi. Allenatore Gibi Fabbri.
ALBERTO REFRIGERI, “HURRÀ JUVENTUS” DEL MARZO 1977
Continua la serie delle abituali quattro chiacchiere con i giovani della «Primavera» juventina. Stavolta abbiamo scelto Maurizio Zorzan, nato a Torino il 2 febbraio 1959, e Sandro Beccaris, nato anche lui nella capitale piemontese il 3 maggio del 1958. Il primo si è specializzato nel ruolo di terzino, mentre Beccaris gioca da mediano. Cominciamo dunque, così come abbiamo fatto per gli altri loro colleghi, con le solite domandine, che servono a inquadrare il personaggio sia dal punto sportivo che dal quello prettamente umano.
– Parliamo dunque dei sacrifici ai quali sono sottoposti giovani diciottenni che giocano in una squadra professionistica.
ZORZAN: Assolutamente non credo di fare alcun sacrificio; la mia passione per la palla rotonda è talmente grande che se mi dicessero di stare senza mangiare una settimana per migliorare la forma accetterei subito.
BECCARIS: Sono sacrifici infinitesimali, forse l’andare a letto presto la sera e mangiare cose scontate; però, così come il mio amico Zorzan, questi sacrifici li sopporto volentieri; dopotutto abbiamo scelto noi questa carriera, ci piace, e pensiamo di arrivare a essere qualcuno; almeno ci proviamo.
– I vostri genitori erano e sono d’accordo sulla vostra professione?
BECCARIS: Direi abbastanza. Mi seguono nella mia attività di giovane calciatore e mi incitano a far sempre meglio, con diligenza e dando tutto me stesso.
ZORZAN: Tutti i componenti la mia famiglia, ad eccezione ovviamente di mia mamma, giocavano al calcio da giovani, quindi la mia passione è stata accolta benissimo; ovviamente occorre che tenga d’occhio anche la scuola, ed anche qui cerco di applicarmi al meglio.
– Al momento attuale a cosa pensate di più, a diventare un grosso giocatore oppure agli studi?
IN CORO: Teniamo i piedi in due staffe, e sarà il tempo il giudice migliore.
– Che tipo di allenatore preferite, quello cioè che sa farvi rendere di più?
ZORZAN: A me piace quell’allenatore che si faccia capire, che accetti con noi un dialogo, che non dia ordini così, soltanto per parlare. Però, col caratterino che mi ritrovo, credo che ogni tanto un allenatore che mi dà una bella strigliatina non andrebbe male...
BECCARIS: Anch’io sono d’accordo; ci va una persona che ci faccia capire gli errori fatti, che ci spieghi con poche ma chiare parole cosa pretende da noi, così, alla buona, senza alzare la voce.
– Passiamo ad argomenti più frivoli, e chiediamo ai due ragazzi che ci stanno di fronte le loro preferenze in fatto di cine, musica, televisione e letture.
BECCARIS: La TV non mi piace molto, e non la guardo che pochissime volte quando c’è una partita. –Per quanto riguarda i film, mi piacciono quelli allegri, distensivi, che facciano passare un paio d’ore in maniera tranquilla; fra gli attori preferiti metterei, negli uomini, Paolo Villaggio e Renato Pozzetto, nelle donne Laura Antonelli e Zeudi Araya. Le mie preferenze musicali sono per un genere moderno, vedi Donna Summer, Soul Music e Roberto Kelly. Non leggo molto, dato che fra calcio e studio non ho eccessivo tempo, comunque mi soffermo su libri e riviste sportive.
ZORZAN: Anche a me la Televisione non piace; non mi attira molto a parte naturalmente le riprese sportive. Per quanto riguarda le pellicole cinematografiche, le mie preferenze vanno a quelle gialle, tipo Dario Argento e Hitckoch; fra gli attori mettiamo Marlon Brando e Monica Guerritore. In quanto alla musica, amo molto i nuovi complessi di musica leggera, come Riccardo Cocciante, e Cat Stevens, ma in generale tutti i cantanti moderni. Anch’io leggo poco, a causa del tempo che mi portano via il calcio e lo studio.
– Oltre calcio, c’è qualche sport che praticate o vorreste praticare?
ZORZAN: Mi piacciono molto il nuoto e la pallacanestro.
BECCARIS: Io preferisco il motocross e lo sci.
– Voi andate spesso in giro per l’Italia, per giocare partite di campionato oppure tornei; nelle ore libere cosa fate, rimanete seduti su di una poltrona in albergo, oppure girate la città, visitate musei e così via?
BECCARIS: Se il tempo ce lo permette mi piace assai girovagare per posti nuovi, vedere gente nuova, vetrine che non conosco, farmi insomma una cultura spicciola della città che mi ospita.
ZORZAN: Anche a me piace girovagare per le strade, vedere gente nuova e posti nuovi. In una delle ultime trasferte gli organizzatori ci hanno portato a vedere la casa di D’Annunzio. È stata una cosa molto interessante.
– Se un giorno vi accorgeste che il calcio non è fatto per voi, almeno a livello professionistico, che cioè non siete riusciti a sfondare, quale sarà il vostro atteggiamento?
ZORZAN: Continuerei gli studi, ma vorrei rimanere sempre nel giro, magari iscrivendomi all’ISEF.
BECCARIS: Con la passione che mi ritrovo non potrò mai staccarmi completamente da questo ambiente, mi piace troppo. Troverò naturalmente un lavoro, ma non mi staccherei mai completamente da questo lavoro così simpatico.
– Quanta percentuale assegnereste alla fortuna nella riuscita di un giocatore?
ZORZAN: Per riuscire ci vogliono un sacco di cose, però credo che la fortuna giochi un ruolo abbastanza importante, diciamo il quaranta per cento.
BECCARIS: No, il quaranta per me è troppo; bisogna anzitutto avere doti naturali. E un’enorme passione, e poi, ma soltanto in fondo, anche un pizzico di fortunaccia. Per me comunque non supera il trenta per cento.
– Cosa pensate degli «anziani»?
BECCARIS: Tutto il bene possibile, accetto sempre i loro consigli perché sono frutto della loro esperienza.
ZORZAN: Anch’io sono d’accordo; con l’esperienza che si ritrovano sono sempre preziosi i loro consigli, ed io sempre pronto a riceverli e metterli in pratica.
– In questo momento, all’inizio dell’anno 1977, quali sono le vostre ambizioni per il futuro?
BECCARIS: Giocare l’anno prossimo, magari da titolare fisso, in una squadra di serie C.
ZORZAN: Poter giocare tutte le partite della Primavera.
– Quali sono i vostri pregi e difetti?
ZORZAN: Fra i pregi metterei un discreto anticipo e un buon colpo di testa, inoltre un certo qual agonismo. Fra i difetti mettiamo pure il destro, che è molto scarso.
BECCARIS: I pregi non sta a me elencarli, i difetti maggiori sono nell’appoggio a centro campo.
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