Ex della settimana – si legge su “Hurrà Juventus” del gennaio 1989 nella presentazione della partita contro il Pescara – è Roberto Bruno: un giocatore forse non troppo conosciuto alla grande massa, usa a riservare attenzioni solamente agli assi più reclamizzati, ai giocatori da copertina.
Forse pochi sanno che Bruno, torinese di nascita, militò anni addietro nelle file della Primavera juventina: era la stagione 1980-81, di quella formazione giovanile facevano parte anche Nanù Galderisi (che di lì a poco avrebbe trovato la sua consacrazione in prima squadra), Gabriele Pin, Giulio Drago e Rocco Pagano, suo attuale compagno nel Pescara.
Chiuso nel suo ruolo di stopper da personaggi come Brio e Osti, Bruno venne spedito in provincia, più precisamente all’Atalanta, per «farsi le ossa». Un campionato di C1 e uno di B, prima di passare alla Cremonese (1983-84) che si apprestava a fare il grande salto in Serie A. Undici partite con una rete, per lui, in quel campionato tra i cadetti. Dopo Cremona, ecco Parma: nella spregiudicata formazione emiliana, Bruno trova finalmente un suo spazio fisso, disputando tre campionati ad alto livello, passando anche sotto la guida tecnica di Arrigo Sacchi. Lo scorso anno, l’Udinese che punta alla promozione lo chiama alla sua corte: il tentativo dei friulani non riesce, ma Roberto si afferma come uno dei difensori centrali più affidabili della categoria.
Infine, l’ingaggio da parte del Pescara: nella zona di Galeone, Bruno rappresenta l’elemento di emergenza in caso di marcatura sull’uomo. E, a questo proposito, i più fedeli frequentatori del «Combi» ricorderanno quando il giovanissimo Roberto ingaggiava splendidi duelli (soprattutto aerei) con Bobby-gol Bettega durante le partitelle del giovedì: quel ragazzino avrebbe forse meritato maggior fortuna...
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