23 agosto 2009 – Stadio Olimpico di Torino
JUVENTUS-CHIEVO 1-0
Juventus: Buffon; Grygera, Cannavaro, Chiellini e Salihamidžić (dal 46’ De Ceglie); Tiago, (dal 74’ Marrone), Poulsen e Marchisio; Diego (dall’87’ Camoranesi); Amauri e Iaquinta. In panchina: Manninger, Legrottaglie, Molinaro e Trézéguet. Allenatore: Ferrara.
Chievo: Sorrentino; Frey, Morero, Yepes e Mantovani; Luciano, Rigoni e Marcolini (dal 65’ Bentivoglio); Pinzi (dall’84’ De Paula); Bogdani (dal 70’ Granoche) e Pellissier. In panchina: Squizzi, Malagò, Mandelli e Ariatti. Allenatore: Di Carlo.
Arbitro: Gava di Conegliano Veneto.
Marcatore: Iaquinta al 12’.
Prima giornata di campionato: la Juventus affronta la stagione con grandi aspettative di successo. Il campionato appena concluso l’ha vista conquistare il secondo posto, dopo l’avvicendamento fra Ranieri e Ferrara. Ed è proprio Ciro a guidare la squadra bianconera dalla panchina. Il mercato ha regalato una coppia di brasiliani che dovrebbero garantire il salto di qualità: Felipe Melo e Diego sono i loro nomi. Il primo è reduce da un ottimo campionato con la Fiorentina, anche se ha collezionato qualche cartellino rosso di troppo. Diego è stato la punta di diamante del Werder Brema, che ha condotto alla conquista dell’Europa League. Ritorna anche Fabio Cannavaro, dopo due anni non certo brillanti a Madrid. Resistono i “senatori” (Buffon, Del Piero, Camoranesi e Trézéguet) che offrono ancora ottime garanzie. Ci si aspetta conferma dai giovani, come Marchisio, Giovinco e De Ceglie. Insomma il campionato che va a cominciare promette sogni di gloria.
Il primo ostacolo per il sodalizio bianconero è rappresentato dal Chievo, che viene liquidato grazie ad un goal di Iaquinta, su perfetto assist di Diego. Chi ben comincia è alla metà dell’opera, dice il proverbio. Purtroppo, l’altra metà sarà costituita da grandi delusioni. La Juventus, infatti, affronterà una delle più deludenti stagioni della propria storia. Anche l’arrivo di Zaccheroni al posto di Ferrara non cambierà le cose. Settimo posto in campionato, cocenti eliminazioni in Champions League, in Europa League e anche in Coppa Italia. Si deve ricominciare da zero.
“REPUBBLICA”
Come essere pratici ed essenziali eppure scatenare gli applausi più sentiti. Succede a Torino, dove la Juventus che Lippi vede reginetta a fine stagione, batte un ottimo Chievo. Partenza in Iaquinta. Già perché dopo appena undici minuti uno stacco imperioso dell’attaccante che non doveva esserci (nelle previsioni della vigilia doveva giocare Del Piero, tesi che Vincenzo critica a fine gara) decide il match. Punizione di Diego telecomandata, Morero perde il “puntero” che sale in alto e colpisce con grande potenza infilando il sette sulla sinistra di Sorrentino. Il vantaggio solleva una Juventus bravissima nel nascondere le ansie provocate dall’emergenza. Mancano Cáceres, Melo, Zebina, Sissoko, si aggiunge il Pinturicchio, gioca il contestatissimo Poulsen mentre l’Olimpico parte fischiando Cannavaro e finisce conquistato dal capitano della Nazionale. Il goal è il migliore dei rimedi. Il vantaggio esalta le giocate di fino di Diego, Amauri, Iaquinta, ben supportati dai reparti arretrati. Grande il lavoro di Marchisio che consente così alla squadra bianconera di non subire la trazione anteriore. Al suo fianco i criticati di ieri (Tiago) e oggi (Poulsen) non sono da meno. Dalla cintola in su.
Il Chievo riparte da dove l’avevamo lasciato. Del resto Di Carlo punta soprattutto sull’affiatamento dei soliti noti. E fa bene. La manovra è fluida, non manca né contrasto né corsa. Il tecnico viene tradito da errori marchiani di disimpegno (Frey e Morero fanno a gara a regalare facili rilancio agli avversari) mentre Morero si perde Iaquinta nell’azione decisivo e solo nella ripresa rimedia ai suoi errori. Il centrocampo invece spesso tiene il pallino del gioco, sostenuto sui lati dall’onnipresente Luciano (quanto corre!) e Mantovani. Ma è l’invenzione di Pinzi, non rifinitore, bensì guastatore avanzato, che è la migliore conferma per il tecnico dei Mussi. I quali non volano per via dell’asfittica produzione offensiva. Buffon non fa mai una parata.
Rigore o non rigore? Solo un episodio, dunque, rappresenta la recriminazione ospite, una trattenuta di Grygera su Pellissier sotto misura non vista da un buon Gava, abile nel primo tempo a fermare sul nascere la predisposizione ai contrasti energici-cattivi anziché no. Poche emozioni. Scarse conclusioni, quindi, come per quasi tutte le gare di questo precoce inizio. Ma la Juventus piace, il match ha più gamba e nerbo di altre viste e interpretate dalle pretendenti. Verdetto finale, quindi: stante almeno al primo atto, la Juventus sembra fatta per andare fino in fondo, il Chievo non dovrebbe soffrire. Ammesso, però, che rispetti la regola principale del calcio: giocare anche per tirare in porta.
Ciliegina sulla torta. Diego è l’eroe di giornata. Piace molto al popolo bianconero, sente l’affetto e l’attesa e risponde con zelo anche eccessivo talvolta eccedendo nel cercare la giocata d’effetto. Ma è contagioso e suggestiona anche l’avversario. Infine Cannavaro: l’Olimpico in avvio si spacca in due, fischi e applausi. Dopo una scivolata da campione a fermare l’ennesima scorribanda di Luciano, o una spizzicata su angolo a disinnescare il Chievo nel momento più delicato, mette a tacere i più convinti denigratori.
Soddisfatto, ma anche consapevole che questa Juve può e deve migliorare. Ciro Ferrara debutta portando a casa i primi tre punti, frutto di una vittoria sofferta e di misura contro il Chievo. «Nel primo tempo – è l’analisi del tecnico bianconero – abbiamo fatto un’ottima partita, nel secondo, invece, forse è subentrata anche un po’ di stanchezza e le distanze tra i reparti non erano più quelle giuste. Il Chievo, che è un’ottima squadra, ha alzato il baricentro e qualche difficoltà ce l’ha creata. Non siamo riusciti a far male nelle ripartenze e ci siamo un po’ allungati. Sono molto contento per la vittoria, perché era importante vincere davanti ai nostri tifosi, ma sono felice anche per quei giocatori che l’anno scorso hanno avuto qualche difficoltà e che oggi hanno fatto molto bene». Positivo il debutto di Diego. «Ha dimostrato grande personalità, è un giocatore di grande qualità e il nostro gioco passa da lui».
Soddisfatto a metà l’allenatore del Chievo, Mimmo Di Carlo, dopo la sconfitta con la Juve: «C’è rimpianto solo per il risultato, perché sulla prestazione ho solo da fare i complimenti ai miei. Forse c’era un contatto irregolare su Pellissier in area, ma non voglio fare polemiche. Mi interessa di più constatare che la mia squadra ha messo in difficoltà per tutto il secondo tempo una grande come la Juventus. Abbiamo cominciato bene, anche se la classifica ci dà torto».
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