GIANCARLO EMANUEL, “HURRÀ JUVENTUS” APRILE 1986:
Non sempre le grandi imprese calcistiche si legano a belle partite. Qualcuno, e Giovanni Trapattoni è tra questi, sostiene che prima di tutto interessa il risultato. Platini sostiene ad esempio che questa è una caratteristica, negativa, tutta nostra, di noi italiani per intenderci. «All’estero», dice ancora Michel, «la gente è meno tifosa è più desiderosa di seguire il bel calcio».
Tutto questo per introdurvi ad una grande impresa, un episodio storico, una partita vissuta con le gocce per il cuore a portata di mano. Una brutta gara comunque, come sostengono i critici che tra poco chiameremo in causa, giocata male dalla Juventus; ma in definitiva vinta.
Siamo nel 1978 e per i quarti di finale della coppa dei Campioni la Juventus deve affrontare nientemeno che l’Ajax di Amsterdam. Non si tratta più della mitica squadra che conquistò, capitanata da Crujiff, tre coppe consecutive. Ma il nome è pur sempre importante, è un turno difficile da superare.
Nella gara di andata la Juventus ha conquistato un importante pareggio (1-1); al Comunale deve vincere o pareggiare senza reti. La Juventus nella stagione precedente ha vinto la coppa Uefa ed ovviamente lo scudetto, quello dei 51 punti.
L’Ajax è guidata da Ivic, attuale tecnico ad Avellino. Nelle sue file resta, splendido protagonista, Rud Krool oltre a Geels un altro della squadra pluricampione. Poi ci sono Tahamata, fantasista sud molucchese, La Ling e due danesi Arnesen e Lerby, ancora oggi protagonisti. L’arbitro, la sera del 15 marzo, è illustre, l’ungherese Palotai.
Oliviero Beha sulle colonne di “ Repubblica” presenta l’avvenimento così: «Biglietti esauriti, oltre 300 milioni di incasso. Il pubblico juventino ci crede. Crede nell’affermazione dei bianconeri che domani sera contro l’Ajax si giocano il passaggio alle semifinali della coppa dei Campioni, un trofeo che la squadra torinese, nonostante i numerosi tentativi non è mai riuscita a centrare. La Juventus è favorita nonostante le assenze di Furino (squalificato ed infortunato) e di Boninsegna (che tutt’al più potrebbe sedere in panchina) i quali saranno sostituiti dai giovani Cabrini e Fanna».
Nel 1978 Carlo Grandini era inviato speciale per “Il Giornale nuovo”. Presentando la gara afferma: «Al 70% è fatta. E dobbiamo riconoscere che, ai livelli ormai raggiunti dal calcio professionistico, la sola logica ammissibile è quella del passo avanti: coloro che vincono, in qualche modo vincano (diceva Machiavelli) mai non ne riportano vergogna».
Pronostico quanto mai azzeccato dunque da Carlo Grandini al quale Ivic confida che «la Juventus ha tutto dalla sua: campo, pubblico, esperienza. Lotteremo fino in fondo, ma è la Juventus la grande favorita. Oltremodo temo che cercherà, in ogni modo, di rompere il nostro ritmo, spezzettando il gioco e perdendo tempo. Noi siamo in grado di fare 90 minuti filati; la Juventus lo sa e quindi cercherà di ridurre la partita vera a 50 minuti. E per noi sarà un problema».
Dimenticavamo di dire che la Juventus ovviamente superò il turno, ma il pubblico del Comunale dovette sopportare il rito dei calci di rigore. Da questa riga in poi inizia la celebrazione di una delle più grandi imprese di Dino Zoff.
Il “Corriere della Sera” scrive: «Alla fine lo stadio è esploso in un solo grido: “Dino, Dino”. Che cosa ha provato Zoff sentendo che tutto lo stadio scandiva il suo nome? “Ho pensato di essere diventato un grande attaccante”».
Dice Krol, il capitano dell’Ajax: «Zoff è senz’altro il migliore portiere del Mondo. Noi abbiamo dato il massimo ma la Juventus è una squadra aperta e purtroppo ad Amsterdam non eravamo riusciti a vincere. Anche per questo siamo stati eliminati».
Queste le dichiarazioni degli intervistati. Ma che è successo? Perché si parla tanto di Zoff? Racconta ancora Oliviero Beha su “Repubblica”: «Elettrocardiogramma per 67.000. Si va ai rigori, massimo della suspense. Sbaglia Gentile, con rincorsa chilometrica: alto. Sbaglia Geels, per fortuna, che sotterra la palla nella pancia di Zoff. Segna Benetti, Zoff disarma Van Dord. Segna Cabrini, La Ling tira fuori. Ed infine Causio, da fermo, azzecca di destro l’angolino basso alla destra del portierone olandese. 3-0, cioè 4-1, e la Juve è in semifinale. Malgrado lei».
Perché questa frase finale sibillina? Svelato il finale del giallo andiamo a scoprire cosa successe nei precedenti 120 minuti. Racconta Pier Cesare Baretti al tempo vice-direttore di “Tuttosport”: «Incredibile ma vero; la Juventus si è qualificata dopo aver rischiato di buttare a mare tutte le sue possibilità con una ripresa che aveva consentito agli olandesi di rimontare il goal incassato nel primo tempo. Rallentando nella ripresa, facendosi raggiungere e non riuscendo poi a sbloccare la situazione nei tempi supplementari, la Juventus ha corso un rischio enorme ed ha fatto vivere ai suoi tifosi paure ed emozioni indescrivibili».
Quasi identiche le opinioni degli inviati dei quotidiani politici milanesi. Afferma Carlo Grandini sul “Giornale Nuovo”: «Sul filo del dramma autentico (vedevo intorno a me gente paonazza o pallidissima, le mani al cuore come a tener buone le coronarie, ed in campo ventidue giocatori ormai spremuti) è sfumata anche la soluzione affidata alla mezzora dei tempi supplementari. Si è dunque arrivati al tremendo stillicidio dei calci di rigore: e qui dalle ore 23:00 alle 23:05 I’Ajax è crollato fra le braccia di Zoff, il dio salvatore della patria juventina».
Di quel 15 marzo 1978 vale però la pena di ricordare, oltre a Zoff, un altro grande protagonista, il giovanissimo Antonio Cabrini. Per celebrarli riportiamo le loro pagelle di Pier Cesare Baretti sul “Tuttosport”: «Zoff (10): protagonista assoluto della partita, Zoff merita la massima votazione per le due parate prodigio realizzate sui calci di rigore. La Juventus è entrata in semifinale grazie al suo enorme, immenso portiere che già si era evidenziato nel primo tempo con un intervento di grande classe. Al di là delle sue capacità tecniche, Zoff ha confermato stasera anche la sua solidissima personalità. Soltanto con i nervi d’acciaio, soltanto con la consumata esperienza, si possono realizzare due parate consecutive come ha fatto stasera il portiere bianconero ragionando e non d’istinto.
Cabrini (8,5): l’uomo partita più luccicante dopo Zoff, il giovane terzino centrocampista ha offerto stasera una prestazione davvero indimenticabile per continuità, per lucidità, per intelligenza. Pensate che all’11’ del secondo tempo supplementare Cabrini ha trovato la forza e la lucidità per andare a dribblare due giocatori ed offrire al centro a Benetti che quasi solo dal disco del rigore ha purtroppo calciato a lato. Un grosso talento questo Cabrini, già lo si sapeva, ma mai si era visto risplendere come in questa circostanza».
4 commenti:
I calci di rigore li tirarono sotto la curva Maratona, io ero in curva Filadelfia che per l'occasione si trasformo' in una bolgia infernale ! Mi ricordo che alla fine il coro Dino Dino duro' un eternita'
I calci di rigore furono tirati sotto la curva Filadelfia
confermo.sotto la filadelfia
Ora la Juve acquisterà subito De Lift
🤣🤣🤣🤣🤣
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