mercoledì 26 giugno 2013

28.5.1972: SCUDETTO


DA “LA STORIA DELLA JUVENTUS” DI PERUCCA, ROMEO E COLOMBERO:
Visto che l’Inter ha fatto 11 e sembra intenzionata a mettere in discussione la posizione di leader dei bianconeri, la Juve si affretta a conquistare lo scudetto numero 14. Succede nel primo anno della presidenza Boniperti: a luglio c’è stato il cambio della guardia con l’integerrimo Catella, e la sorte consegnando il titolo tricolore al nuovo giovane presidente nel suo primo anno di regno fa chiaramente capire quale sarà l’illuminato destino del Boniperti presidente, dopo quello eccezionale del Boniperti calciatore.


Ma che scudetto tribolato! Resterà nella storia come uno dei più duramente faticati, quindi dei più belli; e quando all’ultima giornata l’arbitro Monti riuscirà a stento ad arrivare al fischio finale, contro il Vicenza, perché la folla impazzita di gioia sta invadendo il campo, questa non sarà soltanto una testimonianza di tifo, ma una liberazione ed una gioia per quel punto di vantaggio miracolosamente mantenuto fino al termine.
Ma andiamo per ordine. La giovane Juve di Vycpalek, guidata per mano in campo dei papà Salvadore e Haller, sostanzialmente cambia soltanto il portiere, rispetto all’anno prima: il varesino Carmignani subentra a Tancredi che se ne va a Mantova. Quando all’esordio col Catanzaro in una partita pur largamente vinta Carmignani si prende due goal, attira su di sé qualche critica. Sarà il destino di questo portiere pur dotatissimo, che non si libererà mai completamente dalle paure che aggrediscono chi sente tanta responsabilità quando gioca nei grandi club.
La Juve, considerata all’inizio come outsider, decolla con decisione alla quarta giornata, quando va a stravincere in casa di un Milan capolista a punteggio pieno; ed un bel goal di tacco di Bettega la dice lunga sulle qualità di quel giovane attaccante. Alla quinta giornata la Juve aggancia in vetta le due milanesi a quota 8, ed in testa resterà fino alla ventiseiesima.
Prima però ci sono tante cose da ricordare: come un bel derby vinto di misura contro il Torino di Giagnoni, squadra poco accreditata alla vigilia che si sta invece dimostrando validissima. Avanti dunque i bianconeri di buon ritmo, con Bettega che invano cerca di propiziare il pareggio a Cagliari alla tredicesima, ma Carmignani ne combina una delle sue; e Bettega ancora decide alla quattordicesima l’incontro con la Fiorentina.

Dieci reti in meno di mezzo campionato per il futuro Bobby-gol ma questa è anche la sua ultima, nella stagione: la febbre e la tosse che lo infastidiscono da qualche settimana nascondono purtroppo un principio di tubercolosi. Bettega è bloccato dai medici, ci sono grosse nubi sul futuro prossimo di quel gran talento e su quello immediato di una squadra che si affidava alle reti del giovane attaccante per scalare la gloria.
La Juve vira a metà campionato a quota 24 seguita da Milan (22) e Inter (21) mentre il Torino è un po’ attardato (18). Vycpalek cerca soluzioni all’attacco con Causio ala destra ed Haller a sinistra; ma proprio Haller, pescato al night malgrado i divieti durante una trasferta in Inghilterra, viene messo fuori squadra. La settimana dopo c’è il derby, il Torino lanciatissimo in rimonta riesce a vincere (i granata con 24 punti faranno il miglior girone di ritorno) e 3 domeniche più tardi è primo in classifica, 37 punti, con la Juve a 36.
I bianconeri sembrano ormai aver esaurito le loro energie, non riescono a rimediare che decorosi pareggi. Mancano 4 giornate. Invece proprio nel finale risorgono, tre goal di Causio annientano l’Inter e li riportano avanti di un punto perché contemporaneamente il Torino ha perso in casa del Milan.
Finale allo sprint, con la Juve per un istante sull’attenti ad onorare la memoria di Piccinini, bianconero degli anni cinquanta morto il 25 aprile; ed appena dopo deve stringersi attorno al suo allenatore che in un terribile disastro aereo a Palermo il 5 maggio perde il suo figliolo Cestino. Con Bizzotto che sostituisce in panchina il tecnico corso a Palermo, i giocatori sono vicini a Vycpalek nell’unico modo possibile, battendo il Cagliari.
A 180 minuti dalla fine due punti su Milan e Torino, che si riducono ad uno quando la Juve pareggia a Firenze. Ma quell’uno come si è detto rimane contro il Vicenza, malgrado tante avversità, malgrado la gagliardia di Torino e Milan irriducibili fino alla fine.







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