sabato 31 dicembre 2016

Fabian CARINI


MASSIMO DE MARZI, “HURRÀ JUVENTUS” DEL SETTEMBRE-OTTOBRE 2000
Il futuro della Juve è in  buone mani. Quelle del portiere fenomeno che l’anno scorso, a 19 anni, ha trascinato l’Uruguay alla finale della Coppa America. In patria è considerato l’erede dei grandissimi Maspoli (campione del mondo nel 1950) e Mazurkiewicz (formidabile portiere degli Anni 70), tutti gli addetti ai lavori scommettono che sarà il numero 1 dei numeri 1 degli Anni 2000. Hector Fabian Carini, la pantera con la faccia d’angelo, ha coronato da poche settimane il suo sogno: chiuderà l’anno nel Danubio e da gennaio sarà in Italia per iniziare l’avventura con la Juve, la squadra per la quale simpatizza fin da bambino.
«La mia famiglia è di origini italiane, la Juventus ha sempre significato qualcosa di speciale per me – ha raccontato quando è arrivato a Torino a fine agosto per le visite mediche e la presentazione ufficiale –. È un onore indossare questa maglia. Mi voleva la Lazio, mi ha corteggiato il Barcellona, la Roma è arrivata a un passo dal prendermi, ma io volevo la Juve».
A convincerlo ci hanno pensato due consiglieri d’eccezione, Fabian O’Neill e Paolo Montero. «So che Ancelotti li ha chiamati per avere notizie sul mio conto. Paolo ha detto che si sentiva di scommettere a occhi chiusi sul sottoscritto. Poi mi ha preso da parte e mi ha fatto una testa grossa così, spiegandomi cosa significa giocare nella Juventus, dicendomi che insieme a lui e a O’Neill qui sarei stato come a casa. In quel momento ho capito che venire a Torino era la scelta migliore».
I portieri ai quali si è ispirato sono due: il colombiano Mondragone e Edwin Van der Sar, l’olandese volante che ritroverà a Torino. «Sarà un onore allenarmi con lui, avrò tanto da imparare stando al suo fianco. Me lo ricordo nel ‘96, nella finale di Champions League contro la Juve, parò tutto. Da allora è diventato il mio modello. Problemi ad accettare la panchina? Sono giovane, il tempo lavora dalla mia parte».
Carini è un portiere moderno, forte tra i pali, fortissimo in uscita e capace di giocare anche con i piedi. E, a questo proposito, ci ha persino scherzato su: «Col Danubio, in certe amichevoli, mi diverto a giocare davanti. Ho un bel tiro, Inzaghi e Trezeguet facciano attenzione...».
Da bambino Fabian giocava dove capitava: difesa, attacco, l’importante era correre e divertirsi. Poi gli è capitato una volta di finire in porta. «Mi sono divertito tantissimo e da allora non mi sono mosso più dai pali».
Scelta decisamente felice, visto che ad appena 19 anni è diventato titolare nella Nazionale uruguayana e ha già collezionato una ventina di presenze. Nello scorso giugno, nella sfida di qualificazione ai Mondiali del 2002, ha fermato praticamente da solo l’attacco del Brasile. I verdeoro sono riusciti a pareggiare solo a pochi istanti dalla fine grazie a un calcio di rigore, prima hanno trovato un autentico muro di fronte a loro. I giornalisti brasiliani più anziani presenti al Maracanà hanno rivisto le streghe della finale del 1950, quando Maspoli parò tutto o quasi e fu determinante nel successo mondiale dell’Uruguay. «Mi sono esaltato ripensando all’impresa dei miei connazionali mezzo secolo fa – ha confessato Carini – e poi volevo vendicare lo 0-3 subito contro Rivaldo e i compagni nell’ultima finale di Coppa America. Siamo andati a un passo dal centrare un’altra storica vittoria».
Daniel Passarella, il “gaucho” argentino capitano dell’Argentina campione del mondo nel ‘78 e oggi CT dell’Uruguay parla in termini entusiastici del suo pupillo. «Carini è un portiere eccezionalmente maturo per la sua età, sa comandare con autorità la difesa, la sua altezza non gli impedisce di essere agile e scattante. Presto diventerà uno dei migliori del mondo, oggi è già un elemento insostituibile in Nazionale».
Forse è per questo (come ha confidato Moggi) che Passarella ha chiesto che Fabian rimanesse in patria fino a gennaio per continuare a giocare titolare... Alvaro Recoba ha detto che “Da anni l’Uruguay non aveva un portiere così forte. Ha la freddezza di un veterano».
Paolo Montero e Daniel Fonseca, poi, se lo coccolano come fosse un fratello minore e non fanno che ricoprirlo di elogi. O`Neill, la cui presentazione è avvenuta insieme a quella del connazionale, ha fatto da interprete a Fabian nella sua prima intervista da juventino e sul conto del suo giovane compagno ha speso poche ma eloquenti parole: «Vedrete, stupirà tutti. È un fenomeno».
Carini parla con grande affetto dei suoi familiari (il papà Silvio, la mamma Elena, i fratelli minori Damian e Florela). Da gennaio faranno gli straordinari per riuscire a seguirlo. «Il mio bisnonno Michele veniva da un paese vicino a Piacenza. Voglio andare a visitare quei luoghi, voglio portarci anche mio padre. Ma, soprattutto, sono ansioso di conoscere Torino e i tifosi della mia nuova squadra».
Il nuovo portiere bianconero non vede l’ora di giocare con Zidane e Del Piero. «Sono i migliori, Del Piero ha una classe immensa, Zidane è il numero 1 al mondo. Ma nella Juve avrò la possibilità di giocare al fianco di tantissimi campioni».
E lui giura di essere il campione del futuro, l’angelo custode dei pali bianconeri nel terzo millennio. Buena suerte, Fabian! Appuntamento a Gennaio!
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Nonostante abbia doti da vendere per cavarsela da protagonista nel nostro campionato, Carini non riuscirà a conquistare un posto al sole durante la sua breve permanenza a Torino. Acquistato come riserva del gigante olandese, non riesce a scendere in campo nemmeno una volta.
L’arrivo nell’estate successiva del più forte portiere del mondo in quel momento, Gigi Buffon, non giova certo alla sua causa. Il giovane uruguagio trova, comunque, il modo di ritagliarsi attimi di gloria, soprattutto in Coppa Campioni (nella quale si toglie la soddisfazione di parare un calcio di rigore di Henry) e in Coppa Italia.
Nell’estate del 2002, è dato in prestito allo Standard Liegi, in Belgio, dove resta per due stagioni. Ritornato alla Juventus, è ceduto all’Inter, in cambio di Cannavaro. E questo, suo malgrado, è il ricordo più nitido che ha lasciato nei supporter bianconeri.

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