VENEZIA-JUVENTUS 1-2
Venezia: Bubacco; Grossi e Ardizzon: Neri, Carantini e Frascoli: Azzali, Santisteban, Bartù, Raffin e Dori. Allenatore: Quario.
Juventus: Anzolin; Castano e Salvadore; Emoli, Sacco e Leoncini; Rossi, Del Sol, Miranda, Sivori e Stacchini. Allenatore: Amaral.
Arbitro: Gambarotta di Genova.
È stagione di grandi novità non soltanto nel parco giocatori: Umberto Agnelli lascia la presidenza e delega un uomo di fiducia corretto e profondamente sportivo come l’ingegner Vittore Catella, un aviatore decorato al valore. E arriva un allenatore nuovo, il brasiliano Paulo Amaral, che tiene in gran culto la ginnastica. È un torneo vivacissimo e combattuto quello che i bianconeri iniziano pagando purtroppo lo scotto alle novità tattiche volute da Amaral, dove rimediano un punto in tre partite. Ma quando già qualcuno teme l’ingloriosa fine dell’anno precedente, comincia una decisa marcia d’avvicinamento alla vetta che viene coronata all’ottava giornata con l’aggancio del Bologna capolista. Il brasiliano Miranda, più positivo del connazionale Siciliano, non è giocatore finissimo, ma spara bordate da far paura; Del Sol, arrivato dal Real Madrid, cuce con la sua inesauribile spola attacco e difesa, nella quale spicca un acquisto azzeccato dal Milan, quello di Salvadore. La Juve fa sognare, è sola in testa alla tredicesima. Poi comincia un “botta e risposta” con l’Inter da tenere il fiato sospeso. Avanti l’uno e avanti l’altro, senza mai sapere quale sarà lo scatto definitivo che metterà l’avversario al tappeto. L’Inter di Helenio Herrera è squadra molto equilibrata, illuminata avanti dal genio di Suarez e Corso, vivacizzata dai guizzi di Mazzola, sospinta da due terzini come Facchetti e Burgnich. Al termine del girone d’andata la Juventus vira con 25 punti, uno in più dell’Inter e due più del Bologna. Dopo la ventiduesima giornata Juventus e Inter sono alla pari con 34 punti. Poi l’Inter fa un punticino nel derby mentre la Juventus perde in casa dalla Sampdoria: un solo punto di distacco dall’Inter, tutto sembra ricominciare con l’appassionante altalena. Invece proprio quel punticino diventa un trampolino di lancio per i nerazzurri e la Juve deve cedere. L’Inter è già campione in pratica alla trentunesima con 6 punti di vantaggio, che si riducono alla fine a 4 e lasciano a una Juve molto più che l’onore delle armi.
BRUNO PERUCCA, DA “STAMPA SERA” DEL 20-21 MAGGIO 1963
Un «rigore» realizzato da Miranda quasi allo scadere del secondo tempo ha consentito alla Juventus di uscire vittoriosa per 2 a 1 dallo stadio di Sant’Elena e di rafforzare così il secondo posto in classifica davanti al Bologna, costretto al pareggio dal Mantova.
Il successo dei bianconeri sul Venezia è meritato, anche se si è concretato grazie a un episodio che ha sollevato vivaci discussioni e che ha lasciato ai giocatori in maglia neroverde l’impressione di avere subito un immeritato torto. Semmai, il fatto che la Juventus sia pervenuta alla vittoria in seguito a un penalty conferma le scarse capacità di realizzazione dell’attacco bianconero: nei lunghi periodi di pressione esercitati nella ripresa, infatti, è scaturito un solo goal su azione, frutto – come al solito – di una felice intuizione di Sivori, ieri in giornata di gran vena malgrado le incertezze della vigilia, dovute alle condizioni del ginocchio infortunato a Casale.
La gara ha offerto un primo tempo molto equilibrato, e una ripresa di netta superiorità bianconera, interrotta da pericolosi contropiede dei veneziani originati in prevalenza dalla classe di Con Bartù, discontinuo ma efficacissimo nei momenti di vena.
Nel primo tempo il Venezia è riuscito a contrastare molto bene la superiorità tecnica degli avversari. Passati senza danni i primi due minuti grazie ad altrettanti interventi coraggiosi del portiere Bubacco, i neroverdi hanno chiuso tutti i varchi dinanzi a Sivori e colleghi.
Santisteban è stato un custode severissimo per l’italoargentino: l’utilità della sua azione si è potuta constatare nella ripresa quando – crollato lo spagnolo per la fatica – il fuoriclasse bianconero ha potuto portare lo scompiglio in area avversaria.
Con Santisteban, hanno fatto blocco nel primo tempo il difensore libero Carantini (il quale si è portato d tratti su Sivori quando Santisteban avanzava in appoggio all’attacco), il fortissimo mediano sinistro Frascoli (Amaral ha avuto parole di lode per lui a fine gara, e si è lasciato sfuggire una esclamazione di stupore alla notizia che sia Frascoli che Ardizzon sono già della Roma), l’altro laterale Neri, un ragazzo acquistato dal Rimini e che l’allenatore Quario si è deciso troppo tardi a impiegare in prima squadra.
Di fronte a una difesa bene organizzata e con uomini di valore, l’attacco bianconero ha stentato per tutto il primo tempo. Sivori esitava a entrare in area, Del Sol partiva come di consueto da lontano, per arrivare sotto porta con poche energie e idee confuse. Delle tre «punte» il più attivo era Stacchini; Miranda confermava di essere di scarso aiuto ai colleghi in fase di manovra e Rossi – desideroso di imporsi di fronte al suo vecchio pubblico – era servito poco e male.
Alle spalle della prima linea risultava così vano il gran lavoro di Sacco: il ragazzo astigiano ha disputato ieri una magnifica gara per continuità e sicurezza. Pronto nei recuperi, deciso nel “takle”, preciso nei passaggi (ne ha sbagliato uno solo in novanta minuti!) Sacco ha confermato ancora una volta che quello di centrocampista è il suo vero ruolo, dopo i poco convincenti esperimenti in veste di ala destra.
Anzolin non ha corso pericoli in tutta la prima metà della gara. Troppo fiacco Azzali per avere la meglio su Leoncini, vivace e cattivello il giovane Dori, il quale ha trovato però nell’esperienza e nella decisione di Emoli il freno necessario alla sua incontrollata irruenza. Al centro Salvadore e Castano non hanno avuto incertezze: più autoritaria la prestazione di Castano, che ha raccolto applausi – cosa non molto frequente per un difensore – in alcuni interventi di anticipo eseguiti con perfetta scelta di tempo.
Le emozioni sono giunte tutte nella ripresa. Il primo attacco l’ha condotto il Venezia e Bartù ha mandato la palla a sfiorare la traversa al 1’ minuto con un secco tiro al volo da fuori area. La risposta della Juventus era immediata, e i veneziani accusavano il calo di Santisteban che stentava visibilmente a contrastare Sivori.
Al 26’ il primo goal. Sivori iniziava l’azione a metà campo, la proseguiva Leoncini che lanciava Miranda, in posizione di ala sinistra. Il centravanti operava un centro basso e teso: Sivori correva incontro al pallone benché fosse pressato da Frascoli, lo deviava in porta con l’estremo del piede, fuori della portata di Bubacco. Pareva l’inizio di una serie di reti bianconere invece, dopo cinque minuti, giungeva il pareggio del Venezia. Bartù controllava magistralmente un pallone ricevuto da Frascoli, eseguiva un attimo di “surplace” e poi lanciava Raffin scattato in area: Anzolin ribatteva col petto il primo tiro della mezz’ala, che raccoglieva al rimbalzo e segnava.
Quando l’incontro pareva ormai destinato a chiudersi alla pari, si verificava l’episodio del rigore. Sacco portava di forza il pallone sino alle soglie dell’area avversaria e poi lanciava Stacchini, d’istinto il terzino Crossi, un metro dentro l’area, arrestava la palla con la mano. Rigore «stupido», a sentire i veneziani, ma ineccepibile stando al regolamento. Dopo le discussioni consuete, la palla veniva posta sul dischetto e Miranda batteva Bubacco con un preciso e lento rasoterra, quando tutti – pubblico, avversari e colleghi – si attendevano una delle sue solite staffilate.
Alla partita ha assistito il vicepresidente bianconero comm. Giordanetti, insieme con Giampiero Boniperti. I due dirigenti juventini non hanno logicamente potuto confermare gli acquisti di Jones, Gori e Sormani ma – per l’inglese – hanno ammesso che le trattative sono bene avviate. Secondo fonti meno «ufficiali», invece, il contratto per Jones sarebbe ormai firmato dall’attaccante del Tottenham.
Le sorti del Venezia, ormai retrocesso in serie B, sono legate al risultato dell’assemblea dei soci di questa sera, nella quale pare probabile V elezione di un «commissario». Intanto i migliori giocatori sono già stati promessi a squadre di A, e forse più che promessi: Bubacco dovrebbe andare al Bologna, Tesconi e Ardizzon sono della Roma, Bartù si porrà a disposizione della Fiorentina, Santisteban tornerà in Spagna, Dori, Grossi e Neri sono oggetto di molte richieste. «Un altr’anno in B – diceva ieri un vecchio dirigente – giocheremo con i juniores».
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