giovedì 24 dicembre 2020

Landry BONNEFOI

 


FABIO ELLENA, “HURRÀ JUVENTUS” DELL’APRILE 2003
Il connubio “Juventus-Francia” non significa solo Thuram e Trezeguet. Nella rosa bianconera fa infatti capolino un altro transalpino, un giovane portiere dal futuro assicurato. Si tratta di Landry Bonnefoi, 20 anni a settembre, juventino dal 2001 e nel giro della prima squadra dall’estate scorsa. Parigino di nascita, la sua esplosione calcistica è invece legata a un’altra località molto conosciuta al di qua delle Alpi: «Quando avevo 14 anni mi sono trasferito a Cannes e lì sono rimasto 5 stagioni prima di arrivare alla Juve, una squadra molto seguita anche in Francia. Essere qui a 20 anni è una grande soddisfazione per me».
Bonnefoi è uno dei tanti frutti della politica juventina di andare a scoprire giovani talenti tra i cugini transalpini. Negli ultimi anni, a vestire la maglia delle giovanili sono arrivati ragazzi come Pericard, Fofana, Bertin e ora, via Genoa, anche Konko. «È stato importante trovare qui dei compagni francesi – prosegue Landry –, è servito per ambientarmi meglio, da solo sarebbe stato più difficile. Pian piano sto imparando l’italiano, una lingua che mi piace molto, e sto conoscendo anche Torino. Differenze tra Italia e Francia? Nel modo di vivere sono simili, quello che è diverso è sicuramente il calcio, qui è più difficile e spettacolare».
E il giovane parigino ha scelto il nostro paese per crescere ancora e proseguire una tradizione di ottimi portieri che, in Francia, poteva contare in passato su gente del calibro di Lama (idolo del Landry bambino) e ora su Barthez e Frey, solo per fare due nomi: «Qui lavoro con un campione del mondo come Bordon e con due grandi compagni come Buffon e Chimenti, tutti mi aiutano molto. Con Gigi c’è anche modo di divertirsi, e sempre allegro e questo aiuta molto durante gli allenamenti».
E con maestri come questi, Bonnefoi non può che continuare a migliorare e a imparare i cosiddetti “trucchi del mestiere” da sfruttare in un futuro che tutti gli prospettano roseo. Intanto c’è da chiudere una stagione che può regalare nuove soddisfazioni. Dopo la Supercoppa Italiana con la prima squadra e il torneo di Viareggio con i compagni della Primavera, il giovanotto vuole vincere ancora, magari riuscendo a recitare un ruolo da protagonista: «La Champions League? Sarebbe un sogno, ma a me piacerebbe conquistare un trofeo potendo giocare qualche partita. Magari il campionato Primavera, sarebbe un’altra bella gioia per questa squadra».
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Il giovinotto si toglierà enormi soddisfazioni, vincendo due campionati e una Supercoppa, senza però mai mettere piede in campo. Infatti è costantemente chiuso dal Buffon e da Chimenti e poco di più di qualche panchina non riuscirà a ottenere.
Così, nell’estate del 2003, viene mandato in Serie B, come prestito al Messina. Bonnefoi gioca soltanto in un’occasione. Dal 2004 al 2006 il francese torna alla Juventus ma il suo destino è sempre quello: vincere senza giocare mai.
Landry decide di tornare in patria: prestato al Metz per una stagione, nel 2007 lascia la Juventus a titolo definitivo per giocare nel Digione, dove troverà finalmente un po’ di continuità

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