martedì 6 giugno 2023

Jonathan BACHINI


MASSIMO DE MARZI, DA “HURRÀ JUVENTUS” DEL LUGLIO 1999
Per lui garantisce un grandissimo come Franco Causio, che nella Juve ha scritto pagine memorabili e che oggi, come team-manager dell’Udinese, ha avuto modo di apprezzare le doti di questo giovane tornante destro. E il Barone è uno che di ali se ne intende...
Jonathan Bachini, livornese di 24 anni, arriva alla Juve dopo aver fatto benissimo nelle ultime due stagioni con i bianconeri del Friuli. Dopo una lunga gavetta in serie C se B nel ‘97 l’Udinese lo ha lanciato nel grande calcio e il giovanotto se l’è cavata egregiamente. Con le sue progressioni sulla fascia e i cross pennellati ha consentito a Bierhoff prima e ad Amoroso poi di segnare parecchi gol; Ma Bachini ha saputo soprattutto conquistare la stima di Dino Zoff, che lo ha convocato già quattro volte in Nazionale (esordio il 10 ottobre del ‘98 contro la Svizzera). E adesso arriva a Torino per compiere il definitivo salto di qualità. «Il primo giorno da juventino è bellissimo. Essere qui per me significa realizzare un sogno, quello di giocare in un grande Club che punta a vincere tutto».
Lo avrebbe voluto anche Lippi all’Inter, ma lui ha scelto la Juve che punta sulla linea verde per andare alla caccia di nuovi successi. E cosa sia la maglia bianconera glielo ha spiegato proprio Franco Causio, che lo ha tenuto a battesimo a Udine. «Il Barone mi ha parlato in termini entusiastici della Juve, mi ha spiegato che indossare questa maglia è una cosa assolutamente speciale. Per questo, non voglio deludere la sua fiducia e quella dei dirigenti che mi hanno voluto a Torino. Qui hanno sempre giocato grandi ali destre, io voglio proseguire la tradizione».
Bachini arriva a Torino per sostituire Angelo Di Livio, “soldatino” per anni instancabile lavoratore del centrocampo juventino, passato alla Fiorentina. Un compito non facile quello che attende Jonathan, che dovrà vincere la concorrenza di Henry e Zambrotta per guadagnarsi una maglia da titolare. L’ex udinese non teme di finire in panchina? «Io sono pronto a battagliare per conquistarmi il posto – dichiara Bachini – so che qui sarà molto più dura che a Udine, poiché dovrò sudare per conquistarmi un certo spazio, ma sono pronto a dar battaglia per meritarmi la fiducia di mister Ancelotti. Il mio obiettivo è diventare il Di Livio del Duemila, metterei la firma per vincere nella Juve quanto ha fatto lui».
Qualcuno lo ha stuzzicato, dicendogli che per venire alla Juve ha dovuto accorciare le ferie. Tutta colpa di quello spareggio Uefa in cui i bianconeri sono stati eliminati proprio dall’Udinese…
«Ma io non ero in campo in occasione di quella doppia sfida perché infortunato – ha ricordato Jonathan – comunque nelle tre occasioni in cui ho affrontato la Juve ho segnato due gol, quindi l’anno prossimo si partirà con due reti di meno al passivo...».
Ragazzo semplice e modesto, Bachini è sposato con Lina ed ha una piccola figlia di nome Asia. Con loro si trasferirà a Torino nella speranza di mettere radici nel capoluogo piemontese.
Malgrado la sua origine livornese, Jonathan è uno che non ama troppo le goliardate e gli eccessi dialettici dei toscani. I tanti anni passati a Udine hanno fatto di lui un personaggio abbastanza schivo e riservato. Per questo, Bachini non è abituato a fare sparate o a usare paroloni, ma a chi gli domanda qualcosa sul prossimo campionato, il neo bianconero ostenta con sicurezza: «Si parla del Milan, della Lazio, dell’Inter, della coppia Vieri-Ronaldo, ma il duo Inzaghi-Del Piero non mi sembra affatto inferiore, anzi. Per lo scudetto la Juve dirà la sua fino all’ultimo».
Poche parole, ma idee chiare. Bachini sa che a Torino si gioca la carta più importante della sua carriera. E lui vuole diventare un asso importante a disposizione di Ancelotti. Anche per conquistare definitivamente la fiducia di Zoff. «In occasione delle ultime due convocazioni sono rimasto fuori dal giro azzurro. Un motivo in più per fare bene nella Juve e convincere definitivamente il CT della Nazionale».
Zaccheroni lo ha lanciato nell’Udinese, Guidolin lo ha portato a grandi livelli. Adesso, con Ancelotti e la Juve, Bachini cerca la definitiva consacrazione per diventare un grande protagonista del calcio che si appresta a entrare nel terzo millennio. Per non deludere il suo mentore Franco Causio.

Bachini, invece, non convincerà mai appieno Ancelotti e, dopo solo due stagioni e solamente 32 presenze, sarà ceduto al Brescia.
Probabilmente, non aveva la forza mentale per giocare nella Juventus e naufragò, sbiadendo senza dare alcun segnale. Non si può neanche dire che la concorrenza a Torino fosse spietata. A sua discolpa bisogna ammettere che Ancelotti non ha mai amato il modulo 3-5-2, molto congeniale a Bachini e quindi, appena possibile, lo evitava. Purtroppo, Jonathan non aveva né le capacità difensive di un terzino né lo spunto dell’ala. Era un giocatore curiosamente a metà e, non sapendosi riciclare come specialista, alla Juventus era completamente fuori luogo.

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