sabato 15 novembre 2025

RENATO VEIGA

 

La gita in elicottero nel cielo di New York – scrive Stefano Chioffi sul “Guerin Sportivo” dell’aprile 2025 – lo shopping nei negozi di dischi vintage a Londra, a Notting Hill, per comprare i vinili dei Beatles e dei Rolling Stones. I video girati sulla mountain bike. Le risate con il padre Nelson durante le sfide a braccio di ferro, sul tavolo tondo della cucina di casa a Lisbona, tra i fornelli e la lavatrice. Il messaggio pieno di affetto per nonno Zé dopo la prima con vocazione nella nazionale portoghese: «Non c’è più, ma qui in terra ha fatto tanto per me e ci tengo a ringraziarlo. Sono sicuro che da lassù continui a vedermi».
Dolcezza e semplicità sono il tratto distintivo di Renato Veiga e di tutta la sua famiglia: di mamma Tania, della sorella Litra e del fratello Samuel. Suo papà ha fatto il calciatore anche a Marrakech e su Instagram ha condiviso una foto che contiene un fascino speciale: quattro bambini che giocano con un pallone sulla sabbia di Essaouira, in Marocco, a pochi metri da un cammello. Renato Veiga ha trovato in questa normalità il perimetro dei suoi valori. 
Conosce ogni strada di Alcochete, quasi meglio del sindaco Fernando Pinto e dei navigatori satellitari. Questo posto è un punto di riferimento per Renato Veiga. Il ponte Vasco da Gama, le barche a vela sul fiume Tago e la Praia dos Moinhos, la spiaggia dei mulini. E poi le riserve naturali con i fenicotteri, le saline di Samouco e la vecchia azienda dove si lavorava il baccalà. Alcochete è una piccola località per turisti e innamorati di calcio, presto ospiterà anche un nuovo aeroporto. Si trova nel distretto di Setubal. Qui, in una zona che si chiama Malhada de Meias, è stata realizzata l’accademia dello Sporting, l’università dei talenti dove Renato Veiga ha conosciuto le regole e la vita del college: allenamenti, palestra, foresteria, il concetto di professionismo.
È un paese con meno di 15.000 abitanti, si raggiunge da Lisbona in macchina percorrendo la A/12, oppure in autobus e in traghetto. Trentotto chilometri dalla capitale. Il centro sportivo è stato intitolato a Cristiano Ronaldo, il personaggio più iconico nella storia dei Leòes insieme con Luis Figo. Scoprire giovani calciatori è sempre stata la missione dello Sporting. Una rete di osservatori e di istruttori che hanno potuto contare sull’esperienza di Aurelio Pereira, il mago degli scout nella società biancoverde. Un complesso di 250.000 metri quadrati, più grande rispetto a quelli del Benfica e del Porto. Cinque campi in erba naturale, uno sintetico, un polo medico, piscine, vasche per l’idromassaggio e l’idroterapia, bagno turco, auditorium, ristorante, albergo. André Lourenço è il coordinatore, di questo progetto.
Renato Veiga è cresciuto negli stadi e ha girato il mondo. Nella Juve ha scelto la maglia numero dodici. Thiago Motta lo considera un difensore moderno: un jolly che può ripercorrere il processo evolutivo di Riccardo Calafiori. Centrale, terzino, regista arretrato. Ventidue anni il prossimo 29 luglio, un metro e 90, mancino. Il Chelsea l’ha ceduto da gennaio a giugno con la formula del prestito, senza concedere a Giuntoli l’opzione per il riscatto. Un noleggio da 3,8 milioni che comprende una serie di bonus per un totale di altri 1,6 milioni. A Londra lo aveva portato in estate Enzo Maresca, scelto come allenatore dei Blues dal presidente americano Todd Boehly, dopo che il tecnico di Pontecagnano Faiano – cresciuto nello staff di Pep Guardiola – aveva ottenuto la promozione in Premier con il Leicester. Renato Veiga ha trovato a Torino il suo amico Francisco Conceição: si affrontavano a livello giovanile, quando Chico giocava nel Porto. È costato quattordici milioni al Chelsea, che l’ha blindato con un contratto fino al 2031.
Nello scorso marzo giocava nel Losanna, guidato dal tecnico italo-svizzero Fabio Celestini, che lo paragonava – per fisico, caratteristiche e versatilità – a Marcel Desailly. Un parallelo ambizioso; nel Milan di Capello il francese agiva da stopper e da mediano. Suo padre Nelson è nato a Lisbona, ha giocato quindici partite nella nazionale capoverdiana. Stesso ruolo. Il pallone è sempre stato il suo compagno di viaggio. Figlio d’arte e globe-trotter. Anche poliglotta: parla portoghese, spagnolo, francese, un po’ di arabo e ora sta prendendo lezioni di italiano. Ricordi, emozioni e traslochi, seguendo le dinamiche della carriera del papà, che ha giocato per quattro anni – dal 2006 al 2010 – nel campionato cipriota con l’Omonia Nicosia e l’Aek Larnaca, prima di trasferirsi in Marocco per firmare con il Kawkab Athlétique Club di Marrakech.
Renato Veiga ha iniziato a divertirsi con gli Under-6 dell’Omonia, sui campi dell’Elias Pullos Athletic Center. L’amore per lo Sporting è nato quando aveva sette anni. Una parentesi breve, interrotta dal trasferimento con i genitori a Marrakech. Il suo secondo ingresso nel club biancoverde risale al 2013, dopo qualche partita con il Real Sport di Queluz, a quindici chilometri da Lisbona. In famiglia l’hanno sempre chiamato Renatinho. Filipe Pedro, ora vice commissario tecnico dell’Angola, e Filipe Celikkaya sono stati gli allenatori che hanno inciso di più sulla sua formazione. Sette gol e un assist in sessantatré presenze. Veniva utilizzato come terzino sinistro, mediano e al centro della difesa. Tra i suoi estimatori cera anche il direttore sportivo Hugo Viana. Ma il tecnico Ruben Amorini, che adesso guida il Manchester United, non l’ha mai fatto esordire in Primeira Liga. E così Renato Veiga, il 31 gennaio del 2023, è stato girato per sei mesi all’Augsburg, in Germania, dove ha lavorato con Enrico Maaβen. Il Basilea l’ha acquistato alla fine di agosto dello stesso anno per 4,6 milioni. Elogi e applausi durante l’esperienza vissuta in Svizzera con i manager Timo Schultz, Heiko Vogel e Fabio Celestini: due gol e un assist in ventisei gare.
È entrato nei radar del Chelsea: è stato scoperto dal direttore sportivo Paul Winstanley e da Joe Shields, responsabile dell’area scouting. Maresca l’ha utilizzato diciotto volte: sette in Premier, otto in Conference (compreso il doppio playoff), due in Coppa di Lega e una in FA Cup. In Europa ha segnato due gol: al Gent e all’Astana. Quella sera, in Kazakistan, giocava con i guanti di lana. Temperatura gelida. Renato Veiga ha debuttato nel Portogallo lo scorso 12 ottobre. Il commissario tencico Roberto Martinez lo ritiene il gemello perfetto di Ruben Dias: ha consegnato a loro le chiavi della difesa. Tre partite da titolare: due vittorie e un pareggio nella Nations League. Durante un ritiro con la “Seleçao das Quinas”, Veiga ha risposto in modo elegante alle domande su Ruben Amorini. «A Lisbona aveva deciso di non fidarsi di me, così la mia carriera si è sviluppata all’estero».
Il procuratore è suo padre Nelson, che dirige l’agenzia Mondo Victory. È arrivato alla Juve dopo che Jorge Mendes e Giuntoli non erano riusciti a convincere il Benfica a cedere in prestito Antonio Silva. Filipe Celikkaya, uno dei suoi maestri nel centro sportivo di Alcochete, lo chiamava “o polvo”, il polpo, stesso soprannome di Pogba, per l’abilità che dimostra nel recupero del pallone e nel controllo del reparto. Velocità nelle letture, ordine, attenzione, maturità tattica. Ha una media di 8,45 recuperi del pallone ogni novanta minuti. Tra i suoi idoli c’è anche Pepe. Thiago Motta l’ha scelto per coprire l’assenza di Bremer. Renato Veiga gioca in coppia con Gatti. Con Kolo Muani ha fatto sbocciare la “instant Juve”. Un ingresso da tappeto rosso: 4-1 all’Empoli, 2-1 al Como, 2-1 al Psv Eindhoven e 1-0 all’Inter. «Il futuro? Penso solo al presente».

TUTTOSPORT.COM DELL’8 AGOSTO 2025
Renato Veiga per la Juventus è stata una delle note positive della seconda parte di stagione bianconera. Nel mercato invernale Cristiano Giuntoli era alla ricerca di un centrale per rimpiazzare l’infortunio di Bremer e dopo aver sondato le piste relative ad Hancko, Tomori e Araujo ha deciso di puntare sul portoghese, arrivato in prestito oneroso dal Chelsea. Veiga ha indossato quindici volte la maglia bianconera, avendo un impatto positivo con il calcio italiano come dimostrano le ottime prestazioni contro Empoli, Como e Psv nel match d’andata di Champions League vinto per 2-1 a Torino.
Al netto dei suoi ventitré anni, ha dimostrato di essere un difensore forte in marcatura e abile in fase d’impostazione essendo nato come centrocampista prima di arretrare il suo raggio d’azione. Tra i flash della passata stagione ricordiamo come ha annullato Lautaro Martinez nel match vinto contro l’Inter a febbraio che permise alla Juventus di centrare la quarta vittoria consecutiva tra campionato e coppa, prima del naufragio che portò all’esonero di Motta e all’arrivo di Tudor. Proprio il tecnico croato lo ha stimato ed esaltato, utilizzandolo sia all’interno della difesa a tre che a quattro: «Ha ventidue anni, ma possiede la personalità di uno di trenta. Può avere un gran futuro, dipende solo da lui».
Doti che non possono di certo passare inosservate in una stagione in cui va registrato il rientro dagli infortuni di Bremer e di Cabal, motivo per il quale potrebbe servire l’inserimento in rosa di un elemento pronto fisicamente e che non abbia difficoltà di ambientamento: il perfetto identikit di Veiga.
A fine stagione Veiga è tornato al Chelsea che lo ha prelevato lo scorso anno per 14 milioni dal Basilea, ma Maresca lo ha escluso dal Mondiale per Club vinto proprio dai Blues. A Londra l’obiettivo societario è quello di sfoltire una rosa ritenuta troppo ampia, il portoghese è stato valutato 40 milioni di euro con il Bayern Monaco che ha solo chiesto informazioni senza approfondire. La Juventus, che deve sistemare gli esuberi difensivi di Kelly, Djalo e Rugani confida in un nuovo prestito dal Chelsea del portoghese, operazione che Tudor apprezzerebbe di buon grado.

TUTTOSPORT.COM DEL 20 AGOSTO 2025
Renato Veiga non tornerà alla Juventus: il difensore è vicino al trasferimento a titolo definitivo, cambiando campionato. A raccontarlo è Fabrizio Romano, che ha sottolineato come Renato Veiga sia a un passo dal trasferirsi in Liga, al Villarreal. Investimento tutt’altro che banale per il “Sottomarino giallo”, che infatti verserà nelle casse del Chelsea 29,5 milioni di euro, bonus inclusi. A questi si aggiungerebbe anche un’importante percentuale sulla futura rivendita in favore del Blues. Dunque niente ritorno in bianconero per il difensore. Riparte dalla Spagna: dopo gli inizi in Portogallo e le esperienze in Svizzera, Germania, Inghilterra e Italia ora per Veiga la prima avventura in Liga.


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