Dalla vecchia foto con il nonno Manolo – scrive Stefano Chioffi sul “Guerin Sportivo” dell’ottobre 2024 – scattata sul prato di Villa General Mitre e inserita nel diario di Instagram, ai consigli di Rodrigo Lista, il suo primo allenatore. Dallo stadio Pedro Muito, a Parana, provincia di Entre Rios, dove ha aperto la sua collezione di gol (23 aprile 2017), agli schemi di Thiago Motta. Dal Club Esportivo Escobar alla maglia della Juve. Dalla fidanzata Paloma al tatuaggio sul braccio sinistro con l’immagine di Gesù. Ogni lettera, una storia legata a Nico Gonzalez.
ARGENTINOS JUNIORS. Cresce nel barrio Stone, a Belen de Escobar, cinquanta chilometri da Buenos Aires. Frequenta la scuola «Jorge Inchauspe». Viene scoperto a dieci anni da Rodrigo Lista: sua l’idea di portarlo all’Argentinos Juniors, nel mitico quartiere La Paternal, a Bajo Flores, dove ogni angolo ha la faccia di Diego Maradona.
BICHO. Da piccolo aveva un soprannome: «El Bicho», l’insetto. Svelto e leggero. Con il pallone faceva il gioco delle tre carte: lo nascondeva.
CLUB ESPORTIVO ESCOBAR. Si trova al numero 118 dell’Avenida Constitucion. Nico viene accompagnato spesso agli allenamenti dal nonno Manolo: ha cinque anni. Da bambino gioca anche nell’Atletico Belen.
DINERO. L’Argentinos Juniors lo cede allo Stoccarda il 10 luglio del 2018 per 11,26 milioni di dollari. La Fiorentina lo prende nell’estate del 2021 per 23,7 milioni, secondo colpo più costoso nella storia della Viola dopo Albert Gudmundsson (ventotto). Giuntoli lo acquista il 24 agosto per trentadue più sei di bonus. Nico è il dodicesimo giocatore viola a trasferirsi alla Juve. Il primo era stato il terzino Sergio Cervato nel 1959. Nomi illustri e qualche gregario. Un artista: Roby Baggio. E poi Moretti, Chiellini, Bojinov, Miccoli, Felipe Melo, Neto, Bernardeschi, Chiesa e Vlahovic.
ESTADIO PEDRO MUITO. Campionato «Primera B National», 23 aprile 2017, l’Argentinos Juniors vince 1-0 allo stadio Pedro Muito: primo gol da professionista per Nico, maglia numero sette, fascia destra, il centravanti e Francisco Fydriszewski e l’ala sinistra e Braian Romero. Il tecnico e Gabriel Heinze.
FIORENTINA. Tre stagioni, la dieci di Antognoni e Baggio, trentotto gol e diciannove assist in 125 partite, due finali di Conference perse contro il West Ham e l’Olympiacos. Il 13 agosto del 2021, all’esordio, segna contro il Cosenza (4-0) in Coppa Italia.
GENITORI. Doppio passaporto. I bisnonni materni avevano origini italiane. Christian e il papà: «Lole» per gli amici. Sua mamma e Paola Dominguez. Ha un fratello maggiore: Gabriel.
HEINZE. «El Gringo» è il tecnico che lo ha lanciato nel professionismo. Scuola Newell’s Old Boys. Ex difensore di PSG, Manchester United, Real Madrid e Roma.
ITALIANO. Stima e riconoscenza. È l’allenatore che ha inciso di più sulla sua maturazione: 8.676 minuti, trentotto gol, diciannove assist, tredici cartellini gialli e un rosso.
JESUS. Impegno sociale e volontariato. Prega, è religioso, ha un tatuaggio con il volto di Gesù.
KICKER. Nel periodo in cui Nico giocava nello Stoccarda, la rivista tedesca gli aveva dedicato diversi servizi: l’argentino piaceva anche al Bayern. «Erfinder der Emotionen», l’uomo che inventa emozioni, come scrivevano in Germania.
LEO. Con Messi ha vinto due volte la Coppa America, net 2021 in Perù e nel 2024 al Miami Gardens battendo in finale la Colombia: 1-0, gol di Lautaro Martinez. Il rimpianto? L’infortunio al tendine d’Achille della gamba sinistra che gli ha negato la convocazione al Mondiale in Qatar.
MATARAZZO. Nato a Wayne, nel New Jersey, allenatore italo-americano, Pellegrino Matarazzo ha il papà irpino e la mamma di Agnone Cilento. Laurea in matematica. Nico lo ha conosciuto nello Stoccarda: quindici gol e sei assist in trentadue partite. In Germania ha lavorato anche con Nico Willig, Tayfun Korkut, Markus Weinzierl e Tim Walter.
NUMERI. A Belen de Escobar c’è un bar, «El Chiringuito», vicino al Futbol Ranch, dove trasmettono in diretta TV le partite di Nico, undici gol nell’Argentinos Juniors (quattro segnati con Heinze in panchina, sette sotto la guida di Alfredo Berti) e ventitré nello Stoccarda.
ORIGINI. Nonno Manolo lo portava da bambino a vedere le partite dell’Argentinos Juniors. Un ricordo che si porta nel cuore.
PALOMA. È innamorato di Paloma Silberberg, modella argentina: mare, spiagge, tapis-roulant, la scintilla risale a due anni fa.
QUATTRO. La Juve è il quarto club della sua carriera. Nico è il 23° argentino nella storia bianconera: da Mumo Orsi a Sivori, da Tevez a Dybala, da Higuain a Di Maria.
ROCCO. Affetto per Commisso, che lo ha trattato come un figlio e nella scorsa estate aveva rifiutato un’offerta da quaranta milioni del Brentford.
SELECCION. Il CT Lionel Scaloni ha fatto esordire Gonzalez il 13 ottobre del 2019 contro l’Ecuador (6-1): esterno destro nel 4-4-2, con Ocampos a sinistra. Lautaro Martinez giocava in coppia con Lucas Alario. Trentanove presenze e cinque gol al Paraguay, al Peru, al Venezuela, al Curacao e alla Bolivia.
THIAGO. Contratto fino al 2029 da 3,5 milioni. Nico era il primo nome nella lista di Motta, che ha ridisegnato la Juve con il 4-2-3-1. Ha scelto il numero undici: «Un sogno, qui per vincere. Bello riabbracciare Vlahovic». La fantasia dell’argentino e di Yildiz alle spalle di Dusan. Quando Thiago allenava lo Spezia, Gonzalez lo aveva battuto 2-1. Un gol e un assist nelle sfide con il Bologna.
UNDER 23. Fernando Batista, attuale CT del Venezuela, lo aveva lanciato nell’Argentina Under-23: Gol e applausi contro la Colombia (8 settembre 2019), il gruppo era formato anche da Cristian Romero (ex Juve, ora al Tottenham), Lisandro Martinez (Manchester United) e Julian Alvarez (ceduto all’inizio di agosto dal City all’Atletico Madrid).
VLAHOVIC. Cinque mesi insieme a Firenze, da agosto del 2021 alla meta di gennaio de 2022, quando il serbo fu ceduto alla Juve. Intesa immediata. Il periodo migliore, a livello di rendimento, per Dusan: diciassette gol e quattro assist.
WALTER. Con Tim Walter (ora al timone dell’Hull City in Championship) e con Pellegrino Matarazzo ha costruito il riscatto dello Stoccarda, che era retrocesso nel 2019.
X. Non è un assiduo frequentatore dei social. Posta qualche foto su Instagram, dove lo seguono un milione e mezzo di persone. Emozionante la dedica alla mamma, al papà e a Paloma dopo il secondo trionfo in Coppa America: «Vi ringrazio tanto per essere stati vicino a me nei momenti difficili e per non farmi cadere mai, vi amo».
YOUTUBE. C’è un video di un minuto e sette secondi, nell’archivio infinito di YouTube, dedicato a Nico. Le sue maglie indossate con lo Stoccarda, la Fiorentina e la Seleccion sono conservate nel museo dell’Argentinos.
ZWEITE LIGA. Solo Benjamin Pavard e Mario Gomez hanno fruttato allo Stoccarda plusvalenze più ricche. Al Neckarstadion Nico Gonzalez ha lasciato ricordi formidabili: nel 2019-20 con quattordici gol riportò la squadra in Bundesliga.
L’avventura di Nico in riva al Po dura solamente una stagione. Difficoltà di inserimento negli schemi di Thiago Motta prima e di Tudor dopo, partite giocate a livello soddisfacente da contare sulle dita di una mano, qualche infortunio di troppo e un feeling non eccezionale con i tifosi.
Un investimento molto oneroso, circa 38 milioni di euro, che ha portato solamente delusione nell’ambiente bianconero. Da qui, il prestito all’Atletico Madrid di Simeone, con la speranza che i “Colchoneros” possano esercitare il diritto di riscatto.

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