Due stagioni in bianconero per un totale di dodici presenze. Tutto qui il carnet di Elio Rinero, vero e proprio “jolly”, come si diceva una volta di un giocatore capace di disimpegnarsi in molteplici ruoli. Qualche spicciolo di gloria nella Juventus scudettata di Heriberto (contro il Mantova schierato con la maglia numero dieci al posto di Cinesinho) e sei presenze (con due apparizioni in Coppa delle Fiere contro i bulgari del Locomotiv Plovdiv) nella “Vecchia Signora” targata prima Carniglia e poi Rabitti. Nel mezzo due prestiti, poi il definitivo trasferimento a Genova sponda rossoblu.
“HURRÀ JUVENTUS” GIUGNO 1964
È nato nella famosa cinta protettiva di Torino, molto affollata negli ultimi tempi, Rinero Elio da Beinasco. Il giovane centromediano torinese è un po’ il perno della squadra Allievi, anche se in fatto di popolarità altri compagni di squadra e di età lo hanno sopravanzato, come Roveta, Puletti, Zandoli.
Prendiamo intanto in mano il suo atto di nascita: 8 aprile 1947. Come carnet sportivo il Rinero risulta tesserato alla Juventus dall’inizio della stagione in corso. Proviene, infatti, dalla squadra di Lega Giovanile, G. Agnelli, dalle cui file la società juventina ha avuto buon fiuto a prelevarlo. In un anno di attività, Rinero dal fisico eccellente, come si addice a un giocatore del suo ruolo, si è andato a mano a mano affinando sino a diventare un ottimo tecnico. Sa quindi rilanciare e impostare il gioco a meraviglia, malgrado sia un difensore naturale. Ottimo nell’elevazione, quindi forte nel gioco di testa, Rinero ha solo bisogno di svezzarsi, di apprendere tutti i trucchi del mestiere. Una certa ingenuità affiora di tanto in tanto nel suo gioco, ma come non perdonargli tale difetto vista la sua età? Conquistata una maggiore fiducia e sicurezza nei propri mezzi, che sono notevoli, il giovane Elio maturerà a vista d’occhio. Infatti, a chi lo osserva attentamente, non sfugge un particolare fondamentale e che depone a suo favore: può migliorare nettamente le sue qualità individuali (specie nel “ tackle”).
Prendiamo intanto in mano il suo atto di nascita: 8 aprile 1947. Come carnet sportivo il Rinero risulta tesserato alla Juventus dall’inizio della stagione in corso. Proviene, infatti, dalla squadra di Lega Giovanile, G. Agnelli, dalle cui file la società juventina ha avuto buon fiuto a prelevarlo. In un anno di attività, Rinero dal fisico eccellente, come si addice a un giocatore del suo ruolo, si è andato a mano a mano affinando sino a diventare un ottimo tecnico. Sa quindi rilanciare e impostare il gioco a meraviglia, malgrado sia un difensore naturale. Ottimo nell’elevazione, quindi forte nel gioco di testa, Rinero ha solo bisogno di svezzarsi, di apprendere tutti i trucchi del mestiere. Una certa ingenuità affiora di tanto in tanto nel suo gioco, ma come non perdonargli tale difetto vista la sua età? Conquistata una maggiore fiducia e sicurezza nei propri mezzi, che sono notevoli, il giovane Elio maturerà a vista d’occhio. Infatti, a chi lo osserva attentamente, non sfugge un particolare fondamentale e che depone a suo favore: può migliorare nettamente le sue qualità individuali (specie nel “ tackle”).
“HURRÀ JUVENTUS” OTTOBRE 1968
«Se la Juve non avesse avuto fiducia in me, mi avrebbe ceduto definitivamente, oppure avrebbe concesso alla Lazio un diritto di riscatto. È evidente quindi che la Juventus ha voluto mettermi alla prova, anche se è il secondo campionato consecutivo che gioco in prestito».
Elio Rinero, infatti, nella passata stagione è stato al Verona. Nel campionato 1966-67 aveva vinto lo scudetto con la Juve disputando cinque partite, non molte ma nemmeno poche tenendo conto che è nato a Beinasco l’8 aprile 1947. Nel Verona si è confermato un laterale di spicco e all’occorrenza un terzino di notevoli possibilità.
«Al Verona e ora alla Lazio mi sto rendendo conto di quanto siano stati utili gli allenamenti di Heriberto Herrera e la disciplina che il mister insegna».
Rinero seppur per diventare titolare nella squadra romana dovrà superare una grande concorrenza, finirà prima o poi di trovare posto in una Lazio che per tornare in A, proprio di giocatori come Rinero ha bisogno.
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