martedì 12 giugno 2012

JUVENTUS - BARI

Campionato 1963/64. Sono gli anni migliori del calcio lombardo, con il Milan che ha vinto, in maggio, la Coppa dei Campioni e l’Inter che si appresta a vincerla al termine di questa stagione. Ma per la società nerazzurra non sono tutte rose e fiori; infatti, pochi giorni dopo aver conquistato il massimo titolo europeo, perde lo spareggio per lo scudetto con il Bologna. Un Bologna frizzante condotto da quel maestro del calcio che è Fulvio Bernardini. Un Bologna che, a detta del suo tecnico: «Così si gioca solamente in Paradiso!»

E la Juventus? Il gigante si riposa, dopo tanti successi. Non dorme, è sempre nelle prime posizioni, fa capire che gli basterà poco per scuotersi, ma per ora sonnecchia. Quando, alla seconda giornata, i bianconeri perdono a Modena, Catella ed il suo vice Giordanetti, d’accordo col consigliere Boniperti, decidono di sostituire il cranio lucido di Amaral (che da l’impressione di non tenere in pugno la squadra) con lo stempiato Eraldo Monzeglio. Il neo allenatore juventino è stato un grande terzino, campione del Mondo del 1934, fine diplomatico, che per anni ha prestato la sua opera a Napoli. Con Sivori genialoide e bizzoso che ogni anno continua a garantire la sua quindicina di goals, non è sempre facile dialogare.
Per la Juventus è decisamente migliore l’andata che il girone di ritorno. E spicca, nella fase centrale del campionato, un clamoroso 4-1 all’Inter con un Del Sol scatenato, che a tutti i costi vuole dimostrarsi più bravo del connazionale Suarez. Pur con qualche battuta a vuoto, i bianconeri virano al quarto posto (con 22 punti), alle spalle di Milan e Bologna (appaiati a quota 27) e dell’Inter (25).
Nel ritorno, il Bologna aumenta l’andatura e sarà raggiunto dall’Inter solo a 3 giornate dalla fine, mentre i bianconeri perdono il ritmo: 16 punti conquistati contro i 22 della prima parte; è decisivo un periodo grigio fra i primi di marzo e metà aprile, tre punti in sei partite, con due sole reti all’attivo. Purtroppo, non c’è più la bacchetta magica di Boniperti a guidare la manovra; sono stati venduti Miranda e Siciliano ed anche Nicolé non ha mantenuto in pieno le promesse. E con Nenè, Da Costa e Menichelli non si fanno tanti passi avanti. Però il gigante pur assonnato è sempre lì, lo dice il quarto posto finale.

Il 25 settembre 1963 si gioca la terza giornata del girone di andata. La Juventus affronta il Bari al Comunale. Ecco il resoconto della partita di “Hurrà Juventus”:
La grigia prova di Modena e la relativa sconfitta sono state prontamente riscattate, almeno sul piano del risultato, dalla facile vittoria ottenuta a spese del Bari. Non si è ancora visto un grande gioco di squadra, ma qualche atleta ha messo in mostra evidenti progressi di forma.
Il primo goal è stato segnato dopo appena otto minuti di gara. Partiva Leoncini sulla sinistra e crossava a mezza altezza: Sivori deviava di tacco verso l’accorrente Da Costa il quale, da venti metri, batteva imparabilmente Ghizzardi. Al 32’ su calcio di rigore concesso per atterramento in area di Leoncini da parte di Mupo, Sivori portava a due i goal bianconeri.
Nella ripresa, al 21’, la cronaca registrava la prima rete juventina del brasiliano Nenè. Era ancora Sivori a regalare la palla-goal al centravanti: questi partiva da lontano, aggirava Buccione eppoi anche Ghizzardi deponendo nella rete vuota. Ultimo gol bianconero al 44’, autore Sivori dopo una serie entusiasmante di dribbling nell’area avversaria e tocco delizioso in un angolo.


Il tabellino della partita:
JUVENTUS: Anzolin; Caocci e Salvadore; Gori, Da Costa e Leonini; Dell’Omodarme, Del Sol, Nenè, Sivori e Stacchini.
BARI: Ghizzardi; Visentin e Panara; Buccione, Mupo e Carrano; Rossi, Catalano, Siciliano, Fernando e Cicogna.
ARBITRO: Varazzani.
MARCATORI: Da Costa all’8’, Sivori su rigore al 32’, Nenè al 66’, Sivori all’89’

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