Soprannominato Formica Atomica per via del suo fisico minuto (1,64 per 62 chili), nasce a Torino da mamma calabrese di Catanzaro e da padre di Bisacquino, paese in provincia di Palermo. Eredita il nome dal nonno, che in realtà si chiamava Sebastiano, troncando la “O” finale. La sua statura limitata e il suo fisico leggero non gli impediscono di essere considerato una delle migliori promesse del calcio italiano e uno dei giovani calciatori più talentuosi in circolazione.
Preferisce giocare da trequartista, ma può ricoprire anche il ruolo di esterno di centrocampo e seconda punta. Rapidità di esecuzione, visione di gioco e dribbling sono alcune delle migliori doti che lo contraddistinguono, assieme ad una grande abilità nei calci piazzati.
Comincia a tirare i primissimi calci al pallone nel campetto di calcio al quartiere della Riber a Borgo Melano (Beinasco). Matura nelle giovanili della Juventus, con la quale compie tutta la trafila delle formazioni giovanili, vincendo tra il 2005 e il 2006 il Torneo di Viareggio e il campionato Primavera, alla fine del quale sarà premiato dal “Guerin Sportivo” quale miglior giocatore della fase finale del torneo.
Nella stagione 2006-07 conquista la Supercoppa e la Coppa Italia Primavera. Il 12 maggio 2007, a vent’anni, debutta in Serie B con la prima squadra: si gioca Juventus-Bologna, partita fondamentale per il ritorno della squadra bianconera in Serie A, e Sebastian entra al posto di Palladino. Nemmeno il tempo di annotare la sostituzione e Giovinco, con una grande giocata, fornisce a Trézéguet l’assist per la rete del definitivo 3-1 in favore della Juventus.
Il primo giugno 2007 esordisce nella Nazionale Under 21 allenata da Pierluigi Casiraghi, giocando da titolare nella gara contro l’Albania, in un match valido per la prima giornata di qualificazioni al Campionato Europeo del 2009.
La società bianconera, ritornata nella massima Serie, decide di mandare in prestito i suoi giovani più promettenti, per permettere loro di farsi le ossa. Sebastian e Marchisio emigrano a Empoli, nell’ambito dell’operazione che porta Sergio Bernardo Almirón alla Juventus. Giovinco esordisce in Serie A il 26 agosto 2007, nel derby contro la Fiorentina, quando il Mister Luigi Cagni gli concede l’ultima mezzora, al posto di Antonini. La prima rete nella massima serie arriva il 30 settembre, quando realizza il secondo goal nella vittoria casalinga sul Palermo per 3-1.
Il 4 ottobre esordisce anche in campo europeo, a Zurigo, in occasione della partita di ritorno del primo turno di Coppa Uefa tra Empoli e Zurigo, conclusasi 3-0 in favore della formazione elvetica. A fine campionato, l’Empoli retrocede, ma Giovinco chiude la prima stagione in Serie A con sei goal in trentacinque partite. Grazie alle buone prestazioni, si aggiudica la sesta edizione del premio Leone d’Argento, essendo stato votato attraverso Internet e da una giuria tecnica composta da giornalisti e rappresentanti del tifo empolese.
In estate, è convocato dalla Nazionale olimpica per partecipare al Torneo di Tolone, durante il quale disputa cinque gare, mettendo a segno due reti; Giovinco è premiato come miglior giocatore del torneo. Nel luglio successivo partecipa ai Giochi olimpici di Pechino, dove disputa quattro partite, realizzando una rete contro l’Honduras nel primo incontro.
Il 26 giugno 2008 la Juventus lo richiama a Torino. Disputa la sua prima partita stagionale in bianconero il 26 agosto, nella gara di ritorno del terzo turno preliminare della Champions League, contro l’Artmedia. Il 24 settembre dello stesso anno, contro il Catania, gioca la sua prima partita in bianconero in Serie A. Il 7 dicembre, nel match contro il Lecce, segna, con uno splendido calcio di punizione, il goal del momentaneo 1-0 per i bianconeri.
È nuovamente protagonista il giorno del suo esordio in Champions League, il 30 settembre contro il Bate, fornendo due assist per le reti di Iaquinta che valgono il 2-2 finale. Nella partita di ritorno, conclusasi 0-0, Sebastian fallisce un calcio di rigore, tirando sopra la traversa. Da ricordare anche la grande prova casalinga contro il Bologna, culminata con una sonante vittoria per 4-1. Sebastian, assieme a Del Piero, è il protagonista assoluto, deliziando il pubblico con grandi giocate e con uno splendido goal. Nella sua prima stagione con la Juventus può vantare tre reti in ventisette presenze.
È convocato per l’Europeo Under 21 in Svezia, nel quale l’Italia sarà eliminata in semifinale dalla Germania. Con questa partita, che lo ha visto tra i migliori in campo, si chiude il suo ciclo in Under 21. L’esperienza all’Europeo è comunque positiva per Sebastian, infatti, è inserito dall’UEFA sia nel Dream Team della competizione, che nella lista dei dieci giocatori che maggiormente si sono messi in mostra durante la competizione.
La stagione 2009-10 è negativa, come per tutta la Juventus. Giovinco riesce a trovare spazio quando Ferrara (nuovo Mister bianconero) adotta il 4-2-3-1. È protagonista nella roboante vittoria (5-1) contro la Sampdoria. Quando Zaccheroni subentra a Ciro, Sebastian non riesce in pratica più a vedere il rettangolo di gioco, anche a causa di numerosi problemi fisici. Il tabellino finale parla di diciannove presenze e un goal, realizzato nella partita casalinga contro il Napoli, persa per 2-3: «La mia stagione? Personalmente non ho nulla da rimproverarmi, penso di aver giocato bene le poche partite che ho disputato. Fin quando sono stato in campo, la Juve era seconda in classifica. Poi, all’improvviso, sono stato messo da parte e da lì il bilancio personale ha rispecchiato quello della squadra: peggio di così non poteva andare. Perché sono stato estromesso dalla squadra? Il motivo non l’ho capito e non riesco a darmi una spiegazione, però mi ha dato parecchio fastidio. Fino alla trasferta contro il Bordeaux di Champions avevo giocato con una certa continuità, poi il black out, nei mesi successivi non ho più sentito da parte di tutti, staff tecnico e società, la considerazione che aveva di me fino a tre giorni prima. Se Ferrara fosse rimasto, probabilmente avrei chiesto un confronto con lui. Invece se n’è andato. Così, l’unica consolazione che mi è rimasta è l’aver fatto bene quando ho avuto la possibilità di esprimermi. Quando si punta su un giocatore bisogna metterlo nelle condizioni di rendere al meglio. Se mi avessero messo in quelle condizioni, forse sarei riuscito anche a dare di più».
Nell’estate del 2010 arriva Gigi Delneri e il suo 4-4-2 non prevede l’utilizzo del trequartista. Giovinco capisce che non c’è più posto: «Tutti sanno quali sono le mie caratteristiche. Io con il 4-4-2 ho giocato sia nell’Empoli, sia con Ranieri largo a sinistra e so adattarmi a diversi ruoli, posso essere esterno o centrale di centrocampo o seconda punta. Certo, se Delneri chiede agli esterni di essere i quinti di difesa, allora quello non è il mio mestiere. Il mio sogno è quello di continuare con la Juve. Però se non c’è considerazione, è giusto cambiare aria, anche se sono consapevole che separarmi da questa maglia sarebbe per me una decisione estremamente difficile da prendere».
Così, Sebastian chiede di essere ceduto: «Se la società non mi vuole cosa ci sto ancora a fare qui? Dopo due stagioni, non passo un altro anno ad ammuffire in panchina, non avrebbe davvero senso. Penso anche di non meritarmela la panchina. Anzi, non me la merito di sicuro per come mi sono comportato dentro e fuori il campo. Certo, mi priverei di una squadra forte, di un club nel quale sono cresciuto, che mi ha dato tanto e al quale ho dato tanto, dei tifosi che mi hanno sempre sostenuto. Però voglio giocare con continuità, in questo momento è l’unica cosa che chiedo: potermi divertire scendendo in campo. Solo in questo modo potrò ritrovare quell’entusiasmo che è venuto a mancare, non solo a me ma a tutta la squadra. Se sarebbe un fallimento lasciare la Juve? Da parte mia no, semmai lo sarebbe per la società perché non ha creduto in me. Penso che alla lunga avrò ragione io: sono più che convinto che se ne pentiranno. Avrei potuto dare molto di più se mi avessero messo nelle condizioni di farlo».
Il 5 agosto 2010 passa al Parma in prestito oneroso (un milione di euro pagabile in tre anni) con diritto di riscatto per la metà del cartellino fissato a tre milioni pagabili anch’essi in tre anni. Il 21 giugno 2012, su volere preciso di Antonio Conte, la Juventus riscatta la seconda metà del cartellino del giocatore, versando nelle casse dei ducali 11 milioni di euro. L’11 agosto fa il suo secondo esordio con la maglia della Juventus, a Pechino, in Supercoppa italiana dove la Juventus supera il Napoli per 4-2 dopo i tempi supplementari. Alla prima di Coppa Italia, contro il Cagliari, segna la sua prima rete stagionale nella competizione, decidendo l’incontro per 1-0 e sancendo il passaggio della Juventus ai quarti di finale. Curiosamente, la rete arriva in data 12-12-12, è la 12ª in maglia bianconera, è segnata al 12’ della ripresa, indossando la maglia numero 12. È una stagione positiva per Seba con quarantadue presenze e undici reti e, soprattutto, con il primo scudetto messo in bacheca.
Nella stagione 2013-14, con l’arrivo di Tévez e di Llorente gli spazi si restringono sempre più. Seba segna la sua prima rete il 6 ottobre 2013 nella partita vinta 3-2 contro il Milan: altro goal curioso, poiché il pallone, dopo essere stato calciato, buca la rete. Le prestazioni di Giovinco sono spesso impalpabili, tanto da essere contestato platealmente dai tifosi juventini al momento della sostituzione in una partita contro il Chievo. Il 14 aprile, comunque, segna un goal importantissimo in quel di Udine che sancisce, in pratica il terzo scudetto consecutivo juventino, il secondo personale.
Con l’arrivo di Allegri la situazione peggiora ulteriormente. Il tecnico toscano non lo tiene quasi per niente in considerazione e, nel gennaio 2015, Giovinco firma un contratto per il passaggio al Toronto al termine della stagione; il 2 febbraio, però, raggiunge un accordo con la Juventus per rescindere anticipatamente il contratto e volare in Canada, prima dell’inizio della Major League Soccer. «Avevo avuto altre richieste, ma non c’era stato nulla di concreto. Ed è arrivata questa offerta (economica) impossibile da rifiutare. Qualche rimpianto per non essere rimasto alla Juve? Assolutamente no. Con Allegri avevo una buona relazione. Il fatto di arrivare alla scadenza avrebbe messo in difficoltà la società e allora ho preso questa decisione anche per andarle incontro, perché mi era stato proprio chiesto di anticipare la partenza. Conte ha preso in mano una formazione da metà classifica e l’ha portata ai vertici alti. Una squadra che negli anni è stata costruita per vincere. Allegri si è trovato una Ferrari. Ma è stato bravo a lasciare a tutti molta libertà: è un uomo con grande intuito. La squadra che ho lasciato era veramente forte».
La Juventus, tramite il suo sito internet, ufficializza l’addio di Giovinco, dopo diciannove anni vissuti in bianconero. «Dai campi delle Giovanili bianconere fino al palco dello Juventus Stadium dove ha sollevato due volte il titolo di Campione d’Italia: la storia di Sebastian Giovinco in bianconero ha il sapore della favola. Piedi raffinati e tecnica notevole, la Formica Atomica ha sempre saputo mettere, nel corso di quasi due decadi, il suo talento a disposizione dei successi del gruppo. Fin dal primo momento in cui, ancor prima di compiere dieci anni, vestiva per la prima volta i colori bianconeri. Le sei stagioni nella Prima Squadra nascono da anni di sudore e sacrifici, vissuti fin dalla tenera età, quando iniziava la sua avventura nelle Giovanili della Juve, dove sarebbe cresciuto con i futuri compagni di Serie A Marchisio e De Ceglie. In Primavera vince tutto ed è sempre tra i migliori in campo, tanto da meritarsi la chiamata in Prima Squadra. Il debutto in Serie B, nel 2007, contro il Bologna, è subito impreziosito da un assist per il definitivo 3-1 firmato Trézéguet. A Empoli inizia a far parlare di sé anche nel massimo campionato sotto la guida di Gigi Cagni: concluderà la sua prima stagione alla ribalta del calcio italiano con un bottino di sei reti. Inevitabile un primo ritorno in bianconero. Nel debutto da titolare in Champions contro il Bate Borisov si ripete: un altro esordio bagnato da due assist (questa volta a Iaquinta). I due anni trascorsi a Parma ne confermano il talento, tanto da meritarsi la chiamata in Nazionale per l’avventura di Euro 2012. Quindi la “Signora” sulla sua strada, di nuovo. Il primo dei suoi venti goal in 132 presenze in bianconero è un pezzo forte del suo repertorio, ovvero il calcio di punizione con cui strega Benussi allo stadio Via del Mare di Lecce. Il cerchio si chiude idealmente al 5’ dell’ultimo Juventus-Verona di Tim Cup, quando Seba realizza un altro calcio di punizione. Ma quella sera il suo è stato un doppio commiato al popolo bianconero, che lo ha applaudito allo Stadium e lo ha sommerso d’affetto di recente in occasione del suo compleanno. Davanti al pubblico di casa segna, infatti, di nuovo. È doppietta e al momento di lasciare il terreno di gioco restituisce gli applausi alla sua tifoseria. Ora per lui si aprono le porte delle arene MLS: affronterà una nuova avventura umana e professionale con la maglia del Toronto FC. Da tutti noi un sincero in bocca al lupo per la tua nuova sfida. Grazie di tutto, Seba».
1 commento:
Giocatore che sinora ha dimostrato di essere non da juve per evidenti limiti fisici.se si acontentasse di essere una riserva tra virgolette,cit.conte,avrebbe sicuramente spazio..un neo galderisi,un neo vignola..ma forse lui preferisce essere e un reuccio a napoli o roma..stara' a lui scegliere..noi non avremmo dubbi vero stefano?
A proposito grazie ho scoperto questo tuo sito fantastico,una manna per i miei gusti di juventino vero quindi anche scettico quando e'il momento..
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