giovedì 31 dicembre 2020

Mattia DE SCIGLIO

 

Dopo 3 anni, 62 presenze, 3 Scudetti, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana vinti – recita il sito ufficiale bianconero – è il momento dei saluti fra Mattia De Sciglio e la Juve. Il laterale, arrivato nell’estate 2017, proseguirà la sua carriera nelle fila dell’Olympique Lyonnais, dove giocherà in prestito la stagione appena iniziata. Non è mai mancato, in questi 3 anni, l’impegno di Mattia per la causa bianconera. Un impegno in campo, in allenamento, e anche fuori dal campo. A partire dal suo arrivo alla Juventus è il 3° difensore bianconero con più presenze in campionato (32), dietro solo a Leonardo Bonucci (67) e Alex Sandro (60).
La stagione 2018/19 è stata quella in cui Mattia De Sciglio ha collezionato più presenze in Serie A con la maglia della Juventus (22, di cui 19 da titolare). Noi tutti ringraziamo De Sciglio, per questo vincente periodo insieme, e a cui facciamo un grande in bocca al lupo per la continuazione della sua carriera.

MARCO D'OTTAVI, ULTIMOUOMO.COM DEL 28 FEBBRAIO 2020
De Sciglio è stato un giocatore molto promettente all’inizio, che poi ha normalizzato la sua parabola. Ha giocato 133 partite con il Milan, 59 con la Juventus, 39 in Nazionale. Il suo ruolo è uno di quelli più difficili da interpretare oggi, ma soprattutto uno di quelli in cui c’è il maggiore scarto qualitativo tra i migliori interpreti e la media. In Italia, ad esempio, quanti terzini sono nettamente più forti di De Sciglio? Così, a naso, non moltissimi.
I suoi limiti tecnici e atletici sono evidenti e a 27 anni è improbabile che riuscirà a migliorare. Solo negli ultimi anni ha compiuto diversi errori che hanno portato a gol subiti (il tipo di errore peggiore). Ma non è questo il destino dei difensori? A pensarci bene, è pieno di terzini che sbagliano diagonali, si perdono l’uomo sul secondo palo, cadono a una finta di troppo. Questo perché già difendere è difficile, difendere partendo dall’esterno poi lo è ancora di più.
Certo, De Sciglio sembra già un terzino sorpassato dalla storia e le sue prestazioni forse hanno dimostrato che non può essere il titolare di una squadra che ha le ambizioni della Juventus. Neanche lo scopo di questo pezzo era riabilitarne la figura, ma al tempo stesso non posso fare a meno di chiedermi: siamo sicuri che la quantità di critiche, offese e improperi che riceve siano tutti motivati dalle sue prestazioni?
Non è possibile che queste siano dovute e accentuate dal suo essere Mattia De Sciglio? De Sciglio, mi sembra, è vittima della sua normalità.
Ai tempi “dell’agguato” dei tifosi del Milan, Monica Colombo sul Corriere della Sera ha scritto che «non ha mai avuto l’aria truce alla Bonucci». Quando gli hanno chiesto come si concentrava, lui ha risposto: «Non sono come gli altri che lo fanno ascoltando musica. Penso molto, inizio a pensare alla partita e alle varie situazioni di gioco». Alla prima convocazione in Nazionale si presentò a Coverciano a piedi, accompagnato dai genitori. A Le Iene, per fargli uno scherzo, gli hanno fatto sparire il gatto. Per venti minuti lo vediamo struggersi, cercarlo tra le macchine parcheggiate, non dormire la notte.
Dopo aver segnato il suo primo gol ha detto che non sapeva neanche come esultare, in quell’occasione Buffon uscì dalla porta per andare da lui e dirgli: «Allora ci sei anche tu». E la colpa più evidente di De Sciglio è proprio questa, che sembra non esserci davvero. De Sciglio ha il potere poco conveniente di scomparire dietro il contesto, una caratteristica che solo gli allenatori finiscono per apprezzare in qualche modo (e infatti i suoi allenatori sono gli unici a parlarne bene).
Tra infortuni, personalità e caratteristiche tecniche, De Sciglio è invisibile quando gioca bene e visibilissimo quando fa qualcosa di negativo. Lui non sembra ancora averlo accettato con serenità, recentemente ha detto «Sono stato massacrato parecchio. È più facile accanirsi contro di me, ma non capisco il motivo».
Più che cercare un motivo, De Sciglio dovrebbe farsene una ragione: per alcuni giocatori esistono dei pregiudizi insormontabili che finiscono per influenzare i tifosi. Chi non dovrebbe farsi influenzare, per il suo bene, è invece De Sciglio. In fondo, il calcio non è tutto.

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