lunedì 16 novembre 2015

Nicola CINGOLANI


È arrivato alle giovanili della Juventus – scrive Loris Marzocchi su “Hurrà Juventus” del febbraio 1997 – in sordina. Nicola Cingolani è l’emblema del ragazzo che tenta la fortuna attraverso il pallone, ma senza andare mai allo sbaraglio. A Torino lo ha portato Claudio Ciechi, un talent-scout, che gravita tra le Marche e l’Abruzzo. Le sue scoperte oltre a Cingolani, sono state Zazzetta, Giandomenico e buon ultimo Chiavaroli. Un quartetto tutto di Nazionali.
Il buon fiuto di Ciechi è stato avvalorato, appunto, dall’ingresso quasi in sordina del centrocampista prelevato dal CSI Delfino Fano. Cingolani nel ritiro di due anni fa a Villar Perosa (l’ultimo di una squadra bianconera nell’albergo vicino a Villa Agnelli) ha iniziato la sua scalata nella hit parade dei giovani bianconeri. Per un certo tempo è stato tenuto “nascosto” perfino dagli osservatori azzurri, tanto che non ha fatto parte delle prime selezioni dell’Under 15.
Poi, una volta carburato il gran motore che ha dentro le gambe, è andato via liscio anticipando i tempi come solo ai talenti riesce. Il ragazzo nel “lavoro” che fa ci crede per davvero, ma non è solo il calcio che guida le sue giornate, perché papà Roberto e mamma Ivonne gli hanno parlato chiaro: va bene per il pallone, ma bisogna pensare anche al Liceo Scientifico. Anche qui una frequenza con un anno di anticipo, infatti, è già giunto alla maturità. Nicola ha perfettamente recepito gli intenti della sua famiglia, tanto che nel primo anno torinese ha sommato con assoluto profitto il “gioco” allo studio. Poi in seguito, i numerosi impegni internazionali lo hanno obbligato a rallentare un po’ sui libri, ma anche in queste condizioni il suo rendimento scolastico è stato più che discreto. Un ragazzo d’oro, uno di quelli che tutti i genitori vorrebbero avere come figlio.
Fisico massiccio, ma ben proporzionato, capelli a caschetto, insomma un “physique du rôle” adatto alla bisogna e perché no, alla moda dei tempi che esigono il calciatore-atleta polivalente in ogni parte del campo. Cingolani è un centrocampista di sostanza sia in fase di contenimento sia e soprattutto, in fase offensiva. Da tre stagioni a questa parte la sua presenza nel tabellino dei marcatori è quasi costante, nonostante ricopra un ruolo che lo porta spesso lontano dall’area avversaria. La sua qualità maggiore (per il momento) è l’essere presente a ogni ribaltone offensivo della squadra. La sua capacità aerobica e muscolare gli consente di salire a velocità vertiginosa per presentarsi centralmente a dar manforte ai compagni di attacco. Quando chiede lo scambio per “penetrare” in area non è mai una casualità, anzi è una sua caratteristica ben precisa a cui segue puntualmente la botta di destro molte volte efficace. Lo ha fatto nei due campionati giocati da Allievo, lo ha fatto l’anno scorso nell’esordio al Viareggio, si è ripetuto quest’anno nel primo anno da titolare nella Primavera. Tanta fatica e tanti goal.
Il gioco impostato dall’allenatore Jacolino ne salta le qualità balistiche ma Cingolani ci mette molto del suo, tanto che è già sotto stretta sorveglianza da parte di Lippi che lo ha voluto in ritiro a Chatillon e lo ha portato in panchina anche contro l’Atalanta in campionato. Davvero un bravo ragazzo in carriera. Uno che crede fermamente a quello che fa e si sacrifica in questo senso. A diciotto anni il mondo è nelle mani di qualsiasi ragazzo. Cingolani consuma la sua età senza svolazzi o facili illusioni. Se un giorno vivrà l’avventura del professionista, dovrà ringraziare molte persone, ma alla fine riserverà un pensiero anche per se stesso.

Solo una presenza in bianconero, per il buon Nicola ma che vale quasi una carriera. Infatti, subentra a Ferrara a dieci minuti dalla fine del match casalingo contro la Lazio, giusto in tempo per partecipare ai festeggiamenti dello scudetto numero 24 di Madama.

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