Football Rivalries compie un viaggio ideale, come una sorta di vera e propria guida, attraverso le rivalità calcistiche di tutto il calcio europeo. Dalle più importanti e conosciute come l’Old Firm, i London Derbies o l’El Clàsico spagnolo, fino ad immergersi nei derby provinciali del calcio italiano ed inglese, scoprendo una volta di più che i derby e le rivalità calcistiche vengono vissute con la stessa intensità e tradizione in ogni angolo del Vecchio Continente. Il volume prende in esame in maniera più o meno diffusa oltre 150 sfide tra derby e rivalità, con i protagonisti in campo, gli impianti di gioco ed i suoi tifosi.
Chissà a cosa davvero pensava Zeman, quando qualche anno fa ridusse il derby - in quel caso, il derby romano - a «una partita come le altre», sottovalutando anche l’effetto boomerang tanto frequente nelle parole del calcio. La storia è nota a tutti. Quella partita, la sua Lazio - grande favorita della stracittadina - la perse nettamente per 3-0 di fronte alla Roma di Mazzone, e nessun tifoso della Curva Nord ha mai considerato quella sconfitta come «una delle altre». E da quel giorno, quando si avvicina la sfida della Capitale, in redazione c’è sempre l’idea di chiamare il santone boemo per farsi raccontare davvero cosa gli saltò in mente di dire quel giorno a Formello, oppure come si fa a perdere quattro derby in una stagione, come successe a lui più tardi sulla panchina giallorossa…
Per noi calciofili il derby è una malattia, un bubbone che cresce lentamente nella pelle per poi esplodere due volte all’anno, una attesa che dura una stagione, una partita da cui possono dipendere amicizie, litigate casalinghe, giorni in cui non vorresti mai uscire di casa oppure al contrario non vedi l’ora di farti vedere dai tuoi amici o semplici conoscenti del quartiere, tu e il tuo sorriso «da derby». A noi calciofili, che magari abbiamo vissuto la sfida suprema di Roma prima alla radio, poi in Curva Sud, poi in tribuna stampa e infine davanti alla TV, interessano tutti i derby, forse anche per assaporare ancora una volta quel gusto acre, quella sensazione da cuore in gola, quel piacere di vivere un pomeriggio da Caino, di vincere su autogol o quando mancano una decina di secondi al fischio finale, che solo queste sfide possono ancora assicurare, estremo antidoto al calcio ormai così poco sentimentale dei nostri giorni. È per questo che va accolto con piacere ed estremo interesse questo libro. È un compendio straordinario di tutti i derby d’Europa, nessuno escluso, una raccolta di informazioni e di aneddoti unica nel suo genere.
Dalla Gran Bretagna - partendo dalle partite di calcio ancora rudimentale tra parrocchie limitrofe, che si teneva già nell’Ottocento nella cittadina di Derby, e che dette poi il nome ad ogni tipo di sfida fratricida - all’Italia, dai nuovi ricchi di Mosca al celebratissimo Clasico di Spagna (che poi vero e proprio derby non è, confrontandosi Madrid e Barcellona), vengono passate in rassegna tutte le rivalità calcistiche del Vecchio Continente. Personalmente, abbiamo trovato più interessanti e sorprendenti i racconti sulle sfide di Paesi lontani dai riflettori del grande calcio. E così è stato davvero godibile leggere dell’Old Firm maltese, della torcida dell’Hajduk di Spalato, la più antica d’Europa, delle sfide politiche più che calcistiche che si giocano nei Balcani e in Irlanda, dei derby di quartiere dell’Est europeo. Partite e protagonisti lontanissimi tra loro ma uniti dal sacro fuoco del derby, della sfida che non si può perdere e che può regalare la fama eterna.
Torniamo a Roma. Su un muro dalle parti di casa mia campeggia questa frase: “16 ottobre 2011, Klose meglio di Belen”. Questo è il fascino del derby. Ma chissà a cosa pensava Zeman, quel giorno di tanti anni fa…
Massimo Grilli (giornalista del Corriere dello Sport)Lo trovi qui
Il blog di Vincenzo Paliotto
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