Luigi Gibezzi, uno dei soci fondatori della Juventus – scrive Fabrizio Poli – era nato a Ronta il 6 febbraio 1883. Non è stato possibile finora chiarire con certezza quale fosse l’attività mugellana dell’ingegner Gibezzi, che lo aveva portato nella Ronta di fine Ottocento. L’ipotesi più plausibile è che fosse un ingegnere di sezione per conto di una delle imprese appaltatrici della ferrovia Faentina, i cui lavori ebbero inizio nel marzo del 1881 per concludersi nell’aprile del 1893. La zona di Ronta era interessata dal 6° Tronco (Ronta-Fosso Canecchi), di competenza dell’impresa Ceribelli Francesco, e dal 7° Tronco (Fosso Canecchi-Crespino), di competenza dell’impresa Mattè-Trewhella. Comunque sia, Luigi Gibezzi non è stato mai iscritto come residente all’anagrafe borghigiana. È però certo che negli ultimi anni dell’ottocento viveva a Torino ed era uno studente del Ginnasio Massimo D’Azeglio.
Fu proprio un gruppo di allievi di quell’istituto che il primo novembre del 1897, su una panchina di Corso Re Umberto, prese la decisione di fondare una nuova società sportiva: lo Sport Club Juventus. La scelta del nome avvenne dopo un ballottaggio nonostante all’inizio non trovasse molti consensi. Le notizie sulla fondazione e i primi passi si devono a uno scritto di Enrico Canfari, “Storia del football Club Juventus di Torino”, pubblicato dalla Tipografia Artale nel 1915, in cui si legge: «I presenti, in tutto, non passavano una quindicina, il più vecchio diciassettenne, gli altri sotto i tre lustri».Non è citato un solo nome, ma per tradizione orale si ritiene fossero i fratelli Enrico ed Eugenio Canfari, Gioacchino e Alfredo Armano, Francesco Daprà, Domenico Donna, Carlo Ferrero, Luigi Forlano, Luigi Gibezzi (anche lui sotto i tre lustri, non avendo ancora compiuto i quindici anni), Umberto Malvano, Enrico Piero Molinatti, Umberto Savoia e Vittorio Varetti. In origine, come voleva la tradizione dell’epoca, si trattava di una società polisportiva, con sezioni dedicate al podismo, al ciclismo, alla lotta greco-romana e alla ginnastica, ma poi il football aveva decisamente selezionato i soci: i podisti e i ciclisti puri, a poco a poco, erano scomparsi. Tanto che già nel 1899 la ragione sociale fu modificata in Juventus Football Club, rimasta intatta fino ai giorni nostri. La prima partita, amichevole, fu giocata contro il F.C. Torinese.
La breve carriera calcistica di Luigi Gibezzi può essere riassunta nelle sette presenze in gare ufficiali disputate in cinque stagioni con la maglia della Juventus. Il debutto avvenne l’11 marzo del 1900, nella gara persa per 1-0 contro il F.C. Torinese in quello che è il primo incontro giocato dalla società bianconera nel campionato italiano. Gibezzi prese parte a una gara anche nella stagione 1901 (la semifinale Juventus-Milan), non scese mai in campo nel 1902, disputò due incontri nel 1903 e tre nel 1904. Un numero molto limitato di partite ufficiali dunque, ma si deve tener conto che la Juventus in quelle cinque stagioni giocò appena diciotto gare di campionato. Nei suoi ultimi due anni da juventino Gibezzi sfiorò la conquista dello scudetto. Nel 1903 la squadra torinese, neo bianconera (aveva adottato le divise all’inizio di quell’anno), giunse alla finale contro il Genoa dopo aver eliminato F.C. Torinese, Audace Torino, Andrea Doria e Milan.
Il 13 aprile a Genova, sullo storico campo di Ponte Carrega, i padroni di casa, campioni in carica, si imposero con un netto 3-0. La seconda delle tre reti rossoblu, per un curioso intreccio, fu segnata da un altro Mugellano: Henri Dapples. Per la verità, l’italo-svizzero, che cessò l’attività dopo quella partita, si stabilì a Grezzano, dove la famiglia dello zio viveva già dal 1886, solo nel 1912. Stessa storia nella stagione successiva: Genoa Campione d’Italia e Juventus seconda. I bianconeri furono sconfitti per 1-0 in finale, disputata il 27 marzo sul nuovo campo genovese di San Gottardo, dopo aver battuto nelle fasi eliminatorie F.C. Torinese, Andrea Doria e Milan.
Fu la sua ultima gara in bianconero: il primo scudetto della storia juventina arriverà un anno dopo, nel 1905, quando Gibezzi aveva già lasciato la società.
1 commento:
Non mi ero mai reso conto che ci fossero dei quindicenni dietro la nascita della Juve!
Sapevo degli studenti sulla panchina, ma li facevo un po' più intorno ai vent'anni. (Questa Juve diventa sempre più simpatica, man mano che si studia la sua storia)
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