sabato 23 maggio 2020

Enzo AMAPANE


Grandissima umanità, notevoli capacità intuitive – scrive Fabio Vergnano su “La storia della Juventus” di Perucca, Romeo e Colombero – totale partecipazione alla vita della squadra: così gli amici ricordano Enzo Amapane, consigliere della Juventus e per lungo tempo accompagnatore della prima squadra, spentosi nel dicembre del 1984 dopo una lunga malattia, all’età di 59 anni.
Era entrato a far parte della famiglia bianconera nel lontano 1956, quando presidente del club era il dottor Umberto Agnelli, e in breve tempo era diventato un amico prezioso per ogni giocatore, che nei momenti di difficoltà sapeva di poter trovare in Amapane un sicuro rifugio.
Nell’immediato dopoguerra Amapane indossò per breve tempo la maglia della Juve senza però mai arrivare alla prima squadra. Ma quegli anni furono fondamentali e scatenarono in lui la passione per i colori bianconeri. Gli amici lo ricordano come un supertifoso, ma soprattutto un grande intenditore di calcio. In effetti la Juventus era per lui solo un hobby. Amapane infatti era assistente di Umberto Agnelli nella SAI e nella FIAT, ma ogni giorno viveva la vita juventina, informato costantemente dei problemi societari e di squadra.
Ricorda Roberto Bettega: «Il suo amore era tutto per la Juve e noi sapevamo di avere in lui un sicuro punto di riferimento». Aggiunge Tino Castano: «Era un uomo essenziale per la squadra, aiutava tutti, giovani e anziani, con grande discrezione. Quasi nessuno lo vedeva, ma tutti sapevano che c’era, sempre». Angelo Caroli, oggi giornalista, ex giocatore bianconero, spiega: «Fece capire a me e a tanti altri cosa volesse dire appartenere alla Juventus. Ripeteva: ‘Magari rinunciate a guadagni più cospicui, ma non lasciate mai questa società’. Un uomo dolcissimo, prima che un dirigente molto preparato».
Amapane fu grande amico di Giampiero Boniperti, con il quale divise le gioie di anni ricchi di successi. Era il periodo di Charles e Sivori, di una «dittatura» juventina che fruttò tre scudetti. Dice il presidente bianconero: «Se avesse dovuto dare una sigaretta a tutti i suoi amici, avrebbe sbancato il monopolio. Con lui non trovavi mai la porta chiusa». E questo suo amore per i colori bianconeri non venne mai meno, neppure nei mesi dolorosi di una malattia che lo lasciava senza speranza. Della Juve sapeva ogni cosa e molti segreti li ha portati con sé.
La morte l’ha colto mentre gli amici stavano dandogli le ultime notizie sulla Juventus. Il 14 dicembre 1984 c’era il sorteggio di coppa e Boniperti da Zurigo telefonò subito all’amico Enzo per comunicargli il nome degli avversari di turno. La moglie Susanna lo chiamò, ma lui non rispose più. Per dieci interminabili minuti Boniperti visse al telefono il dramma della famiglia. L’amico Enzo se n’era andato così, con la stessa discrezione con la quale era sempre stato vicino alla squadra che amava tanto.

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