venerdì 6 marzo 2020

Vincenzo CAMILLERI

 

FABIO ELLENA, “HURRÀ JUVENTUS” DEL FEBBRAIO 2011
Da sempre, la Juventus è nei sogni di chi ha deciso di fare del calcio la propria ragione di vita. La Torino bianconera è una meta ambita, un punto di arrivo, il completamento ideale di un lungo viaggio. Un discorso questo che vale per i professionisti, ma anche per giovani calciatori all’inizio della carriera che conta. L’esempio perfetto è rappresentato da un ragazzo arrivato pochi mesi fa in Primavera: Vincenzo Camilleri. Il difensore siciliano è approdato a Vinovo trascinandosi dietro bagagli pesanti, professionali ma soprattutto umani. Un percorso fatto di scelte importanti ed esperienze di vita che gli hanno permesso di maturare in fretta. Pronto per spiccare il grande salto con la maglia bianconera. Conosciamolo meglio.
– Ci racconti la tua storia pre-juventina?
«Ho iniziato presto, alla Sangea, una società di Gela che militava solo nei campionati giovanili. A 12 anni, durante un torneo in cui sono stato aggregato al Messina, sono stato visionato dalla Reggina e mi sono trasferito in Calabria. A parte una parentesi di alcuni mesi – nel 2007 – passata in Inghilterra, al Chelsea, a Reggio sono rimasto fino alla scorsa estate. Ho esordito in Prima Squadra quando avevo 15 anni, in Coppa Italia contro l’Inter, e a 17 in Serie A, in un Atalanta-Reggina».
– Nella tua carriera hai sempre ricoperto lo stesso ruolo?
«No, fino ai Giovanissimi venivo schierato come centrocampista centrale. A dire la verità, già ai tempi della Sangea mi avevano consigliato di provare come difensore, ma a me non piaceva. Negli ultimi anni invece è diventato il mio ruolo, nelle squadre di club così come nelle varie Nazionali giovanili».
– Sei giovanissimo eppure hai già girato molto. Quella di Torino non è la prima esperienza fuori casa.
«Ormai sono abituato a stare lontano da casa, anche se a Reggio sono stato raggiunto da tutta la mia famiglia che ora vi si è trasferita stabilmente. Mio papà ha trovato lavoro e i miei due fratelli minori giocano nella Reggina. L’esperienza a Londra? Purtroppo non sono riuscito ad ambientarmi, a causa della lingua all’inizio ho avuto dei problemi e questo ha complicato tutto. Forse ero troppo giovane per quell’esperienza. A Torino mi trovo bene e in pensionato ho subito fatto amicizia con tutti gli altri ragazzi».
– Come sono stati questi primi mesi juventini?
«Per me, tifoso bianconero fin da bambino, è stato un sogno arrivare qui e poter giocare con tanti campioni che ho sempre visto solo in tv. All’inizio ho dovuto operarmi al menisco, ma nella sfortuna direi che mi comunque è andata bene. Potermi allenare spesso con la Prima Squadra mi permette di imparare e migliorare ancora».
– Qual è stato il momento che non dimenticherai?
«Senza dubbio l’esordio con la Prima Squadra a Poznan. Se solo ripenso a quella partita ho ancora freddo, ma avrei giocato anche a 100° sotto zero! La prima partita con la Juventus non può che avere un sapore speciale, anche se a dire la verità sono uno che non sente molto l’emozione».
– Cosa ti aspetti dalla seconda parte di stagione?
«Intanto devo dire che sono già molto soddisfatto di ciò che ho fatto. Speravo di poter esordire, ma non così presto. Me lo sarei aspettato verso fine stagione. In questo momento, penso a fare bene con la Primavera, la Prima Squadra è una conseguenza. Tra un po’ ci aspetta il Viareggio e poi c’è il campionato da provare a vincere».
– Cosa si aspetta Camilleri per il futuro?
«Essere alla Juve è già un sogno. Mi piacerebbe poter giocare presto contro la Reggina. Vorrebbe dire che io sono ancora un giocatore bianconero e loro sono di nuovo in Serie A».
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Delneri punta molto su Camilleri: «Mi aggregava spesso con la prima squadra, e mi fece esordire in Europa League contro il Lech Poznan, giocai anche in casa contro il Manchester City».
Tante gioie in maglia bianconera, ma anche tante delusioni: «Fu un anno dalle emozioni contrastanti. Purtroppo prima delle finali con la Primavera mi ruppi il perone, e questa cosa segnò la mia esperienza a Torino».
La Juventus, infatti, non lo riscatta e Vincenzo torna alla Reggina.

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