sabato 27 gennaio 2024

JUVENTUS - EMPOLI


21 dicembre 1997 – Stadio Delle Alpi di Torino
JUVENTUS-EMPOLI 5-2
Juventus: Peruzzi (dal 46’ Rampulla); Birindelli, Ferrara, Iuliano e Torricelli; Di Livio (dall’80’ Dimas), Conte, Davids e Zidane; Del Piero e Inzaghi (dal 77’ Fonseca). In panchina: Aronica, Nicoletto, Pecchia e Tacchinardi. Allenatore: Lippi.
Empoli: Roccati; Fusco, Baldini (dal 79’ Bettella), Bianconi e Ametrano (dal 67’ Cribari); Pane, Ficini, Martusciello e Tonetto; Florijančič (dal 75’ Bisoli) ed Esposito. In panchina: Mazzi, Martino, Masini e Cappellini. Allenatore: Spalletti.
ARBITRO: Serena di Bassano del Grappa.
RETI: Inzaghi al 15’, Del Piero al 16’ e al 26’, Florijančič al 40’, Del Piero al 55’, Esposito su rigore al 72’, autogoal di Tonetto al 76’. 

“LA STAMPA”
Gli umori felici della Juve corrono sulle onde hertziane che trasformano in una festa il 5-2 natalizio contro l’Empoli, come dieci giorni fa l’1-0 con il Manchester in Coppa. Se il Milan dei tempi belli aveva una sponda nei canali TV di Berlusconi, la Juve la sta trovando nella radio, l’amica radio che porta notizie che colorano i sogni e amplificano le ambizioni quando oramai si affievolisce la speranza: anche ieri la vittoria sarebbe stata un episodio marginale della stagione bianconera se la voce da Udine non avesse comunicato la sconfitta dell’Inter, quando a Torino ci si preparava a lasciare lo stadio. Lippi dice che non è ancora il momento di occuparsi di quanto fanno gli altri. Eppure il coro, «Stiamo arrivando», che si è alzato dagli spalti alla novella del goal di Bierhoff traduce la sensazione con la quale i bianconeri si presenteranno a San Siro nella prima partita del 1998: nella corsa per lo scudetto ci sono e, come nell’ultima partita interna con la Lazio, dimostrano più qualità nel gioco.
Il test con l’Empoli non è stato difficile, ma avrebbe potuto esserlo ripensando ad altre vittorie larghe nel punteggio però poco convincenti. La Juve ha invece accantonato l’imbarazzo con due goal a cavallo del quarto d’ora, e con un terzo che al 26’ poneva il sigillo. Venti risultati utili consecutivi in campionato (ultima sconfitta contro l’Udinese in casa, nell’aprile scorso), unica squadra imbattuta in questo torneo ora che è caduta l’Inter, il maggior numero di goal nella Serie A: le cifre dicono che questa squadra imperfetta è meno sballata di altre rivali e nel regno dei ciechi chi ha un occhio solo è il re. Ora poi si intravvedono ampi squarci di gioco, che non è tremendista come in passato ma basta a stordire certi avversari. L’ago della bilancia è sempre più Del Piero: ieri ha segnato tre goal, si è procurato il rigore che avrebbe poi sbagliato, approfittando però della respinta, ed è stato l’uomo che la Juve dei primi mesi non aveva, cioè l’attaccante che crea la superiorità numerica con un dribbling riuscito, oppure sbilancia le difese avversarie che gli corrono dietro.
L’Empoli ha provato a fermarlo con esiti deludenti. Fusco e Bianconi lo marcavano a seconda della posizione in cui si andava a ficcare, ma sono difensori di stoffa grezza che il talentino attuale non patisce. L’altra lacuna dei toscani si è vista a centrocampo: Spalletti per l’eccessiva considerazione di Zidane gli ha appiccicato Ficini come se fosse una punta e di conseguenza il francese l’ha portato a spasso. Il povero Pane è rimasto così il solo a contrastare Conte e Davids, roba da suicidio.
La Juve ha tenuto il controllo della partita. Ha spuntato l’avversarla dell’arma che le aveva permesso di vincere i confronti all’apparenza disperati contro la Lazio, la Fiorentina e la Samp: più aggressivi dei toscani, nonostante il loro mulinare per il campo per dieci minuti, quasi non esistessero i ruoli fissi, i bianconeri superavano l’Empoli nella corsa e naturalmente li surclassavano nella tecnica. Martusciello, la risposta dei poveri al calcio di Ronaldo, non si innescava mai, in compenso ci rimetteva la testa in un paio di scontri e finiva bendato come i giocatori antichi.
La rete di Inzaghi al 15’, lesto a ribattere in porta la respinta di Roccati sul tiro ravvicinato di Del Piero, evitava alla Juve l’incubo di non sbloccare il risultato. Dopo un minuto, Del Piero cominciava il suo pomeriggio con il goal e al 26’, atterrato da Tonetto, si incaricava del rigore del 3-0: Roccati intuiva il tiro, ma il talentino era il più rapido nell’arrivare sulla palla per segnare. La spinta di Torricelli era una realtà, la tenuta di Conte e Davids non creava varchi in mezzo al campo.
La Juve manteneva l’equilibrio, l’Empoli non aveva le occasioni nitide che i bianconeri avevano concesso ad altri. Il goal toscano arrivava soltanto da un’invenzione balistica di Florijančič su punizione e la ripresa, vivace come può esserlo una partita senza affanni, conteneva il cammeo della terza rete delpieresca, grande assist di Zidane e controllo da applausi del nuovo goleador. C’era il tempo per un goal per parte, quello dell’Empoli su rigore, e per non annoiarsi in attesa della radio. La nuova amica della Juve.

È il primo Natale da juventino senza sconfitte in campionato. Lippi lo trascorrerà con la qualche certezza in più: «Mi aspettavo che la squadra giocasse con questa determinazione. La qualità non manca, bisogna metterci sempre la voglia. Una prestazione convincente da parte di tutti. È vero, si è ricreata una situazione tipo Manchester, ma in Coppa era decisiva, qui no. Assisteremo ad altri avvicinamenti e allontanamenti in classifica. Se, per esempio, avessimo vinto a Piacenza, saremmo primi, però conta poco adesso. L’Inter? Non sarà condizionata da questa sconfitta». Grande euforia per Davids, in goal con la complicità di Tonetto. Ammette: «Si è rivisto il Davids dell’Ajax, ho ritrovato la condizione. Ringrazio i compagni che hanno capito i miei problemi, che mi hanno dato sicurezza. Le attenzioni che mi hanno dedicato dopo il goal sono un segnale importante per me». Umberto Agnelli ha fatto ritorno al Delle Alpi e il presidente Chiusano ha chiarito i motivi del “no” all’amichevole con il Pontedera in ricordo di Giovanni Alberto: «Siamo attenti a tutte le forme di solidarietà e lo dimostreremo organizzando qualcosa per ricordare Giovanni Alberto. Ma la Juve ha già tanti impegni e i giocatori si possono infortunare. L’idea era giusta e noi non siamo insensibili. Questo a scanso di malintesi».
Un infortunato eccellente: Peruzzi ha lasciato il campo dopo il primo tempo per un dolore al piede sinistro provocato da Rampulla che l’ha involontariamente colpito all’alluce durante il riscaldamento pre partita. La radiografia ha escluso fratture. Per il portiere soltanto una forte contusione, quindi con l’Inter ci sarà.
Ha raggiunto per la prima volta quota dieci reti ed è secondo in classifica cannonieri Alex dei prodigi: e non mi fermo qui «La nostra tenacia, biglietto da visita per San Siro». L’attaccante che secondo la giuria di “France Football” non è neppure degno di figurare fra le prime dieci punte che giocano in Europa, ieri si è preso una piccola ma consistente rivincita. Tre goal doc che lo proiettano al secondo posto della classifica dei marcatori a contatto di gomito con il celebratissimo Batistuta. Non gli succedeva dal maggio del 1994 contro il Parma di mettere a segno una tripletta, non gli era mai capitato di arrivare a quota dieci reti nella graduatoria dei bomber. Alex ne prende atto con grande serenità, come molto soft è tutto ciò che dice è pensa anche sulla vicenda del Pallone d’Oro.
Campione dalle grandi giocate e delle piccole verità, l’ex talentino ostenta sicurezza su tutto: «Non sono amareggiato, quel premio o lo vinci o non conta nulla come ti piazzi. Giusto che sia andato a Ronaldo, lo meritava. Io non so cosa potrei obiettare. Di sicuro con questi tre goal non volevo rispondere a nessuno. Volevo soltanto fare bene per la Juve e trascorrere un Natale felice. Neppure il record di goal in campionato cambia le cose. L’unica cosa è che spero di non fermarmi qui. Comunque meno se ne parla meglio è, perché non porta fortuna esaltarsi troppo». Ma, intanto, Del Piero ha fatto la prova generale per lo scontro stellare del 4 gennaio con l’Inter. Il pensiero del confronto con Ronaldo non lo tormenta: «Il fatto di aver rosicchiato tre punti alla squadra di Simoni non ci concede alcun vantaggio psicologico, perché l’Inter non avrà contraccolpi dalla sconfitta di Udine. Sarà una gara molto equilibrata, ci penseremo presto, non ci siamo preoccupati durante la partita di sapere se stavano vincendo o no. Tanto le notizie sarebbero arrivate comunque dai tifosi. L’importante è che ci presenteremo a Milano con il miglior attacco del campionato, anche se c’è molto da migliorare come dice sempre Lippi. Spero soltanto che ci accompagni sempre lo spirito che ci ha permesso di vincere ieri». Nessun malinteso con Zidane per calciare il rigore. «Ci mettevamo d’accordo su chi doveva calciare», spiega Alex, sicuro che comunque sarebbe spettato a lui il tiro dagli undici metri, essendo il rigorista numero uno.
Ma Zizou, che aveva promesso un goal, c’è rimasto male: «Gli ho chiesto se voleva batterlo o meno, poi ha deciso Lippi». In realtà si è trattato di un malinteso, i giocatori hanno interpretato male il gesticolare del tecnico che cercava di richiamare l’attenzione di Davids e non voleva affatto decidere chi dovesse calciare.
Curiosi retroscena di un pomeriggio che porta anche il marchio di Inzaghi, cui oramai manca soltanto il Parma, poi ha segnato a tutte le squadre di A. Sua la rete che ha aperto la sagra del goal. Pippo pizzica chi criticava l’attacco dei piccoli e leggeri: «Forse si sbagliava chi pensava che assieme non potessimo giocare. Invece abbiano grandi potenzialità e lo dimostriamo. Era una partita delicata, siamo stati bravi a non sottovalutare l’Empoli e con la concentrazione giusta abbiamo chiuso subito una partita che avrebbe potuto diventare una trappola se non l’avessimo sbloccata presto». E ora l’Inter dei miracoli. Superpippo sapeva tutto: «Noi abbiamo sempre creduto che i neroazzurri fossero a portata di mano e ora ci avviciniamo allo scontro diretto forti di questa prova di maturità».


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