mercoledì 25 settembre 2024

Dean HIJSEN

 

Sul muro di recinzione, bianco come il latte – scrive Stefano Chioffi sul “Guerin Sportivo” del maggio 2024 – c’è una scritta con la vernice rossa: Anexo Estadio Municipal «Juan José Almagro». Tutto è cominciato qui, davanti al cancello principale di questo campo incorniciato da una lunga fila di palme, al numero ventisette di una strada che si chiama Diseminado Poligono, a Marbella, la città dei windsurf e dei circoli di golf, degli yacht di lusso e della movida. Dean Huijsen ha lasciato Amsterdam da bambino con la famiglia e ha trascorso l’infanzia davanti al mare, tra Puerto Banus e Playa del Cable: il Costa Unida, maglia gialloblu, sponsor «Los Currantes» (bar e ristorante), è stato il suo primo club.
Dalle lezioni private di spagnolo alla fascia di capitano della squadra baby, fino ai recenti paragoni con Ruud Krol, che veniva considerato il difensore perfetto da Rinus Michels. I giornalisti olandesi pensavano che fosse stato baciato in fronte dal destino per proseguire la nobile tradizione dei grandi centrali del «totaalvoetbal»: Hulshoff, Rijsbergen, Koeman, Stam, De Vrij, Van Dijk, De Ligt e Botman. Ma quando Huijsen, cresciuto dall’età di cinque anni in Costa del Sol con i genitori Donald (Donny per gli amici) e Mascha, ha ottenuto a Madrid la «carta de naturaleza», documento che certifica la doppia cittadinanza, il presidente della federazione oranje Just Spee ha capito in anticipo il finale di questa storia: il ragazzo aveva scelto la nazionalità spagnola.
È sfumata così, fine di marzo, la possibilità di convincerlo a giocare con l’Under-21 allenata dall’ex-milanista Michael Reiziger, dopo le esperienze fatte nei mesi scorsi con il tecnico Mischa Visser nelle altre selezioni giovanili, dall’Under-16 all’Under-19. Nessuna retromarcia, neppure di fronte alla possibilità che in scena entrasse il CT Ronald Koeman. «Gracias, pero ya lo has decidido», ecco il messaggio spedito dal palazzo della Real Federación Española de Fútbol e dal grande capo Pedro Rocha Junco. Niente ripensamenti: Huijsen, che la Juve ha ceduto in prestito alla Roma da gennaio a giugno, è stato convocato dalla Sub-21 di Santi Denia per le sfide con Slovacchia e Belgio. Non solo: potrebbe abbracciare presto anche la Nazionale di Luis De la Fuente e Lamine Yamal, il «niño maravilla» della Roja e del Barcellona, pronto a blindarlo con una clausola da un miliardo, uno scudo perfetto per togliere ogni tentazione allo sceicco del Paris Saint Germain.
Huijsen è un’altra delle intuizioni di una Juve che ha saputo dare un’impronta splendida alla Next Generation. Diciannove anni da compiere il 14 aprile, mancino, un metro e novantasette, anticipo, visione di gioco, colpo di testa, due gol nella Roma (uno contro il Cagliari e uno al Frosinone). Consigliato ai Friedkin da Mourinho, che per Dean è come un «rettore di Harvard», e valorizzato ora da De Rossi. Maturità, sicurezza, senso della posizione, stile, eleganza, personalità.  Alla Juve era arrivato nell’estate del 2021. A scoprirlo, nel settore giovanile del Malaga, era stato Matteo Tognozzi, responsabile all’epoca dell’area scouting del club bianconero e attuale direttore sportivo del Granada. Lo aveva segnalato subito a Cherubini e Manna. Il blitz in Spagna per seguirlo durante una partita di Under-15 tra Malaga e Atletico Madrid, l’incontro con i genitori di Huijsen, un affare da 470.000 euro. Soldi che si sono moltiplicati, perché adesso Dean vale venti milioni, in base ai ragionamenti della Juve, disposta a girarlo alla Roma per sei mesi senza concedere ai Friedkin il diritto di riscatto e neppure un’opzione per il rinnovo del prestito.
Il viaggio di ritorno a Torino rientra nella logica delle mosse già pianificate da Giuntoli, che lavorerà in estate su un doppio binario: restituire equilibrio ai conti della società, grazie al tesoro garantito dal ritorno in Champions e dal Mondiale, e trovare un accordo con l’Atalanta per Koopmeiners. L’olandese è la priorità, nel quadro di un mercato che dovrà prevedere anche investimenti low-cost, in «stile Kvaratskhelia», come nel periodo in cui il manager stava costruendo il Napoli del terzo scudetto. Huijsen rappresenta un’altra delle certezze.
Allegri lo aveva convocato a luglio per la tournée negli Stati Uniti e l’ha lanciato in serie A contro il Milan, ritenendolo già pronto per certi teatri. Dean ha cominciato a giocare in una squadra dì Marbella, il Costa Unida, in attesa di essere notato dal Malaga e di entrare nel villaggio sportivo sull’Avenida Martiricos, vicino allo stadio La Rosaleda: l’allenatore era Sergio Pellicer. I suoi genitori gestivano un parco-giochi con scivoli sull’acqua, gonfiabili e tappeti elastici. All’inizio veniva schierato nel ruolo di attaccante, poi è stato impostato da difensore centrale. La Juve ha anticipato il Real Madrid, il Barcellona e il Bayern Monaco, che avevano già convocato Huijsen per tre provini. Si era mosso Jordi Cruijff per portarlo nella cantera blaugrana. I collaboratori di Florentino Perez lo avevano anche invitato a visitare Valdebebas.
È un figlio d’arte, suo padre Donny era stato preso dell’Ajax nel 1993, promosso da Louis Van Gaal. Patrick Kluivert e Clarence Seedorf erano suoi compagni di squadra e oggi sono amici di famiglia. Era considerato l’erede di Bergkamp. Ha indossato anche le maglie del Go Ahead Eagles, dell’Haarlem (ventidue gol in trentatré partite) e dell’AZ Alkmaar. Era soprannominato Maradonny. Carriera bruciata da un grave infortunio al ginocchio sinistro. Dean ha due fratelli: Daimo e Donny junior. A Roma ha preso in affitto un appartamento all’EUR, molto comodo per raggiungere il centro sportivo di Trigoria. Ha due obiettivi: eliminare il Milan nei quarti di Europa League e aiutare i giallorossi a qualificarsi per la prossima Champions. Riceve spesso la visita dei genitori: il papà ha postato su Facebook diverse foto da turista, davanti al Colosseo, e sta frequentando alcuni circoli di golf.
A Torino aveva conosciuto De Ligt. Il suo modello è Sergio Ramos. Studia Van Dijk. Yildiz è uno dei migliori amici. Alimentazione da atleta: carne, verdure, patate. Prima che si trasferisse a Roma, abitava a Vinovo: il padre gli aveva allestito in casa una piccola palestra. Il suo primo procuratore è stato lo spagnolo Alex Santisteban, che guida l’agenzia Aim Futbol. Ora Dean si fa seguire dal padre, che ha curato passaggio del nuovo contratto siglato con la Juve fino al 2028. A Torino ha lavorato a livello tattico anche con Paolo Montero, Francesco Pedone e Massimo Brambilla. Nella Roma è rimasto colpito dall’affetto di Mourinho e dalla familiarità di De Rossi. Ogni tanto, nella capitale, viene a trovarlo Tarik Muharemovic, bosniaco, classe 2003, difensore centrale della Juve Next Generation, trenta presenze e un gol in serie C, convocato da Allegri per la sfida degli ottavi di Coppa Italia con la Salemitana. La Roma ha speso 400.000 euro per il prestito: trattativa chiusa in poche ore, proprio mentre il Frosinone era convinto di averlo già bloccato, grazie a un’alleanza che aveva portato in estate Soulé, Barrenechea e Kaio Jorge nel club di Stirpe.

Terminato il prestito alla Roma, Dean torna in bianconero ma la sua permanenza a Torino dura pochissimo. Infatti viene ceduto alla squadra inglese del Bournemouth.

Il suo saluto: «Grazie Juve. Sono arrivato a sedici anni a Vinovo con il cuore pieno di speranza e di emozione, con il sogno di indossare un giorno la maglia della prima squadra. Ho conosciuto un club grandioso e persone fantastiche che mi hanno aiutato nel mio percorso e che ringrazierò sempre per tutto quello che mi hanno trasmesso. Grazie a tutti i tifosi che hanno sempre creduto in me. Avrei voluto dimostrare ancora di più quello che sono capace di fare giocando all’Allianz, ma la vostra passione e il vostro amore per questa maglia mi hanno comunque spinto a dare il massimo, sempre. Grazie per avermi accolto, sostenuto e per aver condiviso con me gioie e dolori. La Juventus resterà sempre una parte fondamentale del mio cuore e della mia vita. Questo non è un addio definitivo, ma un arrivederci. Continuerò a seguire e a tifare per voi, ovunque il mio percorso mi porterà. Con affetto e gratitudine».

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