L’azzurro gli dona quasi quanto il bianconero – afferma Loris Marzocchi su “Hurrà Juventus” del gennaio 1996 –. Tommaso Rocchi non fa distinzioni di colori quando si tratta di gol. Il centravanti della Primavera di Cuccureddu e della Nazionale Under 18 sta vivendo una stagione indimenticabile. Il numero nove è nel suo destino, anche se come caratteristiche si sente più una seconda punta. In effetti il suo rapido “caracollare” lungo il fronte d’attacco lo rende prezioso nel creare spazi per i compagni, ma il suo fiuto dl goleador lo porta a movimenti tattici che molte volte sono decisivi sotto rete. Veloce, buon dribblatore furbo nell’esecuzione quanto basta per garantirgli una fiducia illimitata.
Da ragazzino, nei cinque anni passati al Venezia dopo la prima esperienza di piccolo calciatore con l’Alvisiana, ha messo a segno 270 gol. Molti, moltissimi, tanto che l’occhio degli osservatori si puntò presto su di lui. Il passaggio alla Juventus è di quattro anni fa. Due stagioni con gli Allievi Nazionali sotto la guida di Cavasin e altrettante con la Primavera, compresa la stagione attuale. Un ragazzo cresciuto bene a tutti i livelli, senza troppi grilli per la testa e con l’intendimento che per arrivare all’obiettivo fissato occorre sacrificarsi con umiltà.
Il distacco dalla famiglia è stato un momento difficile, ma nello stesso tempo di maturazione. Papà Luigi e mamma Marina hanno cercato in tutti i modi di sostenerlo affettivamente con continui viaggi tra la Serenissima e la capitale Sabauda, così come hanno fatto Matteo e Roberto, i fratelli più grandi. Una famiglia molto unita dagli affetti e dall’unità d’intenti. Nulla è stato lasciato al caso. Tommaso si è formato come calciatore e come uomo sotto l’ala bianconera, ma a fianco ha sempre avuto il continuo appoggio dei familiari. Una miscela educativa estremamente importante nell’ambito di un Settore Giovanile. “Zio” Lodigiani fa miracoli di tempismo nel gestire i ragazzi e i loro corsi di studio, ma alla fine la “voce” che arriva prima al cuore e alla testa è quella di casa.
In un ambito così ideale di crescita, il giovane Rocchi, quatto quatto, si è fatto strada senza troppo rumore. Si è fatto stimare piano piano, senza acuti dirompenti. Ha costruito la sua credibilità di calciatore avviato al professionismo su dati di fatto. L’anno scorso, pur facendo la riserva a Grabbi e Fantini, ha firmato 12 gol in campionato, 2 in Coppa Italia e 2 al Torneo di Viareggio. Uno score che lascia intravedere le realtà di un ragazzo sempre concentrato, uno che chiamato alla bisogna riesce a lasciare il segno.
Qualità rara e ulteriormente sviluppata prima in Nazionale Under 17 e poi con l’Under 18. In azzurro Rocchi ha confermato una adattabilità notevole e per di più portatrice di successi. Vittoria azzurra nel torneo internazionale degli Emirati Arabi Uniti (3 partite, 2 gol), altro successo in Svizzera (4 partite, 3 gol). Il boom nell’Under 17 gli ha aperto la strada alla Nazionale superiore dove si è clamorosamente confermato nella prima fase di qualificazione europea (4 match, 8 reti). I due successi esterni in Bulgaria e a Malta, entrambi per 1 a 0, portano il suo sigillo di bomber “rapinoso”.
Tommaso, però, non si lascia trasportare dai sogni, resta coi piedi per terra. Sa che il viaggio nel mondo del calcio è affascinante ma periglioso, e che va vissuto sulla propria pelle. La Juventus, dal canto suo, è consapevole di avere in organico un gioiello da mettere in vetrina al momento opportuno.
Lippi lo ha già messo sul suo taccuino. Il sogno dell’esordio potrebbe avverarsi in tempi non lontani. Poi quello che verrà è nei piedi di Tommaso, un ragazzo veneziano che fa onore al suo nome. Concretezza e verifica giorno per giorno. Toccar con mano è sempre meglio...
Lascia la città sabauda nell’estate del 1996, senza aver mai giocato un solo minuto in una gara ufficiale con la casacca bianconera. Dopo un lungo girovagare nelle serie inferiori, trova la sua consacrazione a Empoli, riscoprendosi un bomber vero. Il suo momento di gloria lo vive proprio contro la Juventus, in un rocambolesco 3-3 del 25 gennaio 2004: si gioca al Castellani, la sera è fredda. La squadra toscana, allenata da Perotti, si schiera con Bucci, Lucchini (Pratali dal 73’), Cribari, Vargas, Cupi, Ficini, Grella Buscè, Vannucchi (Zanetti dal 69’), Di Natale e Rocchi (Tavano dall’88’). La compagine torinese, guidata da Lippi, risponde con Buffon, Thuram, Iuliano (Pessotto dal 69’), Montero, Zambrotta, Camoranesi (Di Vaio dal 74’), Conte, Tacchinardi, Nedved, Trézéguet e Del Piero (Miccoli dal 69’).
Passa in vantaggio l’Empoli con Rocchi, poi Trézéguet rimette le cose a posto per la Vecchia Signora con una doppietta. Ma Tommaso vuole stupire il suo ex allenatore e, con due reti, riporta sopra i biancoazzurri. Si profila una clamorosa sconfitta per Del Piero e compagni ma bisogna fare i conti con Trézéguet che, alla mezzora, infila la rete del 3-3 finale.
Rocchi passerà poi alla Lazio e, nei nove anni trascorsi nella capitale, continuerà a segnare con regolarità, riuscendo anche a esordire in Nazionale.
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