Nel 1922, la Juve si rinforza con un terzino nato nel febbraio 1901 a La Spezia e di cui si dice un gran bene. Si chiama Guido Gianfardoni. Ha buona corsa e calcia discretamente, ma soprattutto non ha paura di nulla e di nessuno.
La Juve che ha appena scoperto il talento di Combi portiere e la grinta di Bigatto mediano e intrepido capitano sistema un altro tassello nel mosaico della squadra destinata prima o poi a primeggiare. Certo, fin che ci si accontenta di lottare per le prime posizioni, anche un Gianfardoni può essere protagonista.
Quando, però, nel 1925, la squadra allestita dal presidente Edoardo Agnelli punta decisamente al titolo, ci si accorge che anche per il ruolo di terzino serve qualcosa di meglio. Il forte Allemandi e il classico, splendido Rosetta diventano titolari, con Gianfardoni di immediato rincalzo.
Ma lo spezzino è ambizioso, non si accontenta di fare il comprimario e neppure si esalta per lo scudetto del 1926 cui pure contribuisce in modo significativo.
Decide di andarsene e l’Ambrosiana Inter è ben lieta di acquistarlo. Con i neroazzurri vincerà nel 1930 un altro scudetto, stavolta da titolare.
Alla Juve, il suo bilancio di 43 partite e 4 reti in quattro stagioni non è comunque disprezzabile.
Nessun commento:
Posta un commento