2 marzo 1958 – Stadio Comunale di Torino
JUVENTUS-TORINO 4-1
Juventus: Mattrel; Corradi e Garzena; Emoli, Ferrario e Colombo, Nicolè, Boniperti Charles, Sivori e Stacchini. Allenatore: Broćić.
Torino: Rigamonti; Grava e Brancaleoni; Bearzot, Ganzer e Fogli; Armano, Arce, Ricagni, Bertoloni e Tacchi. Allenatore: Baldi.
Arbitro: Lo Bello di Siracusa.
Marcatori: Sivori all’8’ e al 47’, Charles al 59’ e all’82’, Ricagni al 79’.
“HURRÀ JUVENTUS”
È una Juventus con il vento in poppa quella che affronta il Torino nel derby della Mole. Gli innesti del gallese John Charles e dell’oriundo argentino Omar Sivori hanno trasformato la squadra bianconera che, dopo un’astinenza di cinque stagioni, viaggia a vele spiegate verso la conquista del decimo scudetto, quello della stella. Il Torino naviga nelle posizioni medio-basse della classifica e non può permettersi passi falsi per non trovarsi invischiato nella lotta per non retrocedere. La gara, molto sentita tanto da richiamare allo stadio ben 60.000 persone, si annuncia estremamente vibrante fin dai minuti iniziali.
All’8’ la Juve, che fa subito registrare una marcata supremazia, ottiene un calcio d’angolo. Dalla bandierina batte Stacchini, di testa Charles devia verso Rigamonti che effettua una presa alta sulla testa di Fogli. Nel ricadere il portiere granata urta il compagno e perde la palla, che Sivori è lesto a spedire nel sacco. Trascinata da Stacchini, imprendibile per il diretto rivale Grava, la Juventus continua ad attaccare. La gara si vivacizza e non mancano accesi scontri, al limite del regolamento, come quello fra Boniperti e Bertoloni e l’altro, tutto argentino, fra Sivori e Tacchi. L’arbitro Lo Bello però interviene con tempestività, evitando degenerazioni.
In avvio di ripresa, la Juventus raddoppia. Boniperti lancia Charles che, nonostante la stretta marcatura di Ganzer, conclude a rete con un diagonale teso. Rigamonti in tuffo riesce a respingere; ma sulla palla si avventa Sivori che insacca. La Juventus insiste all’attacco e va nuovamente vicina al goal con un tiro di Boniperti che termina a lato di un palmo, con un colpo di testa di Charles respinto da Rigamonti e con un diagonale di Nicolè che sfiora il montante. La terza rete, matura, arriva al 59’. Ferrario rilancia in avanti; sul pallone si avventa Charles che controlla di testa, va via, si aggiusta la sfera nuovamente di testa e scarica una tremenda bordata sulla quale nulla può il povero Rigamonti. Il Torino è alle corde.
Al 73’ un plateale fallo di mano di Ganzer, timoroso che la palla possa arrivare a Charles, obbliga Lo Bello a fischiare la massima punizione. Sul dischetto si porta Boniperti, il cui tiro viene però bloccato da Rigamonti. La Juve allenta la morsa e il Torino si fa vivo con un’improvvisa conclusione del paraguaiano Arce dalla lunetta che costringe Mattrel a un applaudito intervento volante per deviare in angolo. Sul successivo tiro dalla bandierina Ricagni, servito da Tacchi, supera Mattrel con una bordata dal basso all’alto che si infila nel sette. All’82’ Sivori, fronteggiato da Bearzot, tocca indietro per l’accorrente Charles che fa partire una saetta rasoterra imprendibile per Rigamonti.
La gara si conclude con la Juventus ancora in avanti. Poco prima del novantesimo, Armano fugge in contropiede poi serve Bertoloni che batte a colpo sicuro ma Mattrel si supera deviando in angolo. È proprio una Juve grande in ogni reparto quella che affossa il Toro.
GIUSEPPE BARLETTI, DA “STAMPA SERA”
Il 121° derby è finito. Mentre la gente sfolla nel tiepido sole del pomeriggio inoltrato, gli atleti accaldati affrettano il passo nei freddi corridoi dello stadio, verso gli spogliatoi.
Uno di essi, Arce, ha già finito di rivestirsi quando gli altri lo raggiungono. Arce è caduto al 33’ della ripresa, in groviglio con Mattrel, e si è trascinato dolorante fuori campo. Respira con un po’ di fatica, una smorfia di dolore accompagna ogni parola, segnandogli il volto bruno. Non s’informa del risultato, quando se n’è andato dal prato la partita aveva oramai la sua strada tracciata. Gli chiedono se Mattrel lo abbia colpito e il “guarany” fa cenno di no. È caduto lui sul portiere juventino, ha urtato con il costato una gamba del rivale. Tutto qui. Il medico ora lo sta palpando, parla di contusione alle costole, accenna a una radiografia, ma solo a carattere prudenziale. Di rotto non dovrebbe esserci niente.
La porta dello stanzone si apre, entra Rigamonti, scaraventa un asciugamano su una panca, saluta a denti stretti. Nessuno ha cuore di chiedergli schiarimenti, nessuno vuole rinnovargli l’amarezza di due parate riuscite a metà.
Ricagni non è stanco, anche se ha corso molto. «Sono contento del mio goal – dice a bassa voce – purtroppo è servito a poco».
Armano, Bearzot, Ganzer, tre ragazzi sereni. «La Juventus ha fatto il suo gioco, e lo ha fatto bene. Solida, chiusa in difesa, ha lanciato sovente le sue punte avanzate. In quattro azioni gli avanti bianconeri hanno saputo trovare la misura esatta. Tutto qui».
Bearzot aggiunge: «Hanno vinto giustamente, ma forse un pochino di successo glielo abbiamo regalato noi».
Fogli si è prodigato, poi alla fine ha ceduto anche lui. Non si può ragionare sui “forse” (questo il punto del suo ragionamento) quindi non c’è niente da dire. Charles gli è piaciuto più che nella partita d’andata, «e meno male – aggiunge – che lo dicevano stanco».
Spogliatoio bianconero. Inutile dirlo, i volti sono tutti sorridenti. Il presidente Umberto Agnelli dichiara: «Mi pare che il risultato sia abbastanza giusto. Lo scorso anno era toccato a noi, stavolta è toccato a loro. Sono solamente dispiaciuto dell’infortunio ad Arce e mi auguro che il paraguaiano si ristabilisca prontamente. È stato il migliore del Torino, non meritava di finire anzitempo la gara. Peccato davvero».
Sivori: «Ho avuto l’impressione che il Torino abbia ceduto più nel morale che nel fisico. Credo che la nostra sia stata una partita onesta, vinta bene».
Ferrario ha parole di elogio per Fogli e Arce, poi tiene a precisare che la contesa gli è parsa molto cavalleresca; decisa, combattuta ma “pulita”.
Emoli non ha più fiato per parlare. È sceso in campo con trentotto di febbre, ma forse erano in pochi a saperlo. È contento? «Come potrei non esserlo?».
Nicolé: «Buona gara, la nostra, così almeno mi pare. I difensori granata sono stati molto corretti e leali. Molto più che i miei ex colleghi del Padova che mi hanno tartassato per benino».
Colombo: «Abbiamo avuto una giornata felice, davvero felice. Ma dobbiamo continuare cosi, se vogliamo arrivare a una meta ambita. Il campionato non è finito oggi, non bisogna dimenticarlo».
Boniperti non sa darsi pace del rigore che Rigamonti gli ha parato. «Pensavo davvero di averlo ingannato, invece si è mosso giusto e mi ha beffato. Pazienza. Sono però contento dell’esito della gara e penso che gli appassionati juventini non abbiano stavolta troppe cose da rimproverarci».
Charles: «Un’onesta partita, non eccezionale ma nemmeno facile. Il Torino mi è parso più pericoloso nel girone d’andata. Forse oggi erano un po’ stanchi». Il tuo giudizio su Ganzer? «Molto corretto, oggi, davvero molto corretto».
E per finire il parere dell’arbitro Lo Bello. «Un match abbastanza calmo. Anzi, trattandosi di una “stracittadina” posso dire di essere stato fortunato: ho trovato negli atleti parecchia comprensione e nessuno mi ha dato preoccupazioni. Una partita come vorrei ce ne fossero tante».
È una Juventus con il vento in poppa quella che affronta il Torino nel derby della Mole. Gli innesti del gallese John Charles e dell’oriundo argentino Omar Sivori hanno trasformato la squadra bianconera che, dopo un’astinenza di cinque stagioni, viaggia a vele spiegate verso la conquista del decimo scudetto, quello della stella. Il Torino naviga nelle posizioni medio-basse della classifica e non può permettersi passi falsi per non trovarsi invischiato nella lotta per non retrocedere. La gara, molto sentita tanto da richiamare allo stadio ben 60.000 persone, si annuncia estremamente vibrante fin dai minuti iniziali.
All’8’ la Juve, che fa subito registrare una marcata supremazia, ottiene un calcio d’angolo. Dalla bandierina batte Stacchini, di testa Charles devia verso Rigamonti che effettua una presa alta sulla testa di Fogli. Nel ricadere il portiere granata urta il compagno e perde la palla, che Sivori è lesto a spedire nel sacco. Trascinata da Stacchini, imprendibile per il diretto rivale Grava, la Juventus continua ad attaccare. La gara si vivacizza e non mancano accesi scontri, al limite del regolamento, come quello fra Boniperti e Bertoloni e l’altro, tutto argentino, fra Sivori e Tacchi. L’arbitro Lo Bello però interviene con tempestività, evitando degenerazioni.
In avvio di ripresa, la Juventus raddoppia. Boniperti lancia Charles che, nonostante la stretta marcatura di Ganzer, conclude a rete con un diagonale teso. Rigamonti in tuffo riesce a respingere; ma sulla palla si avventa Sivori che insacca. La Juventus insiste all’attacco e va nuovamente vicina al goal con un tiro di Boniperti che termina a lato di un palmo, con un colpo di testa di Charles respinto da Rigamonti e con un diagonale di Nicolè che sfiora il montante. La terza rete, matura, arriva al 59’. Ferrario rilancia in avanti; sul pallone si avventa Charles che controlla di testa, va via, si aggiusta la sfera nuovamente di testa e scarica una tremenda bordata sulla quale nulla può il povero Rigamonti. Il Torino è alle corde.
Al 73’ un plateale fallo di mano di Ganzer, timoroso che la palla possa arrivare a Charles, obbliga Lo Bello a fischiare la massima punizione. Sul dischetto si porta Boniperti, il cui tiro viene però bloccato da Rigamonti. La Juve allenta la morsa e il Torino si fa vivo con un’improvvisa conclusione del paraguaiano Arce dalla lunetta che costringe Mattrel a un applaudito intervento volante per deviare in angolo. Sul successivo tiro dalla bandierina Ricagni, servito da Tacchi, supera Mattrel con una bordata dal basso all’alto che si infila nel sette. All’82’ Sivori, fronteggiato da Bearzot, tocca indietro per l’accorrente Charles che fa partire una saetta rasoterra imprendibile per Rigamonti.
La gara si conclude con la Juventus ancora in avanti. Poco prima del novantesimo, Armano fugge in contropiede poi serve Bertoloni che batte a colpo sicuro ma Mattrel si supera deviando in angolo. È proprio una Juve grande in ogni reparto quella che affossa il Toro.
GIUSEPPE BARLETTI, DA “STAMPA SERA”
Il 121° derby è finito. Mentre la gente sfolla nel tiepido sole del pomeriggio inoltrato, gli atleti accaldati affrettano il passo nei freddi corridoi dello stadio, verso gli spogliatoi.
Uno di essi, Arce, ha già finito di rivestirsi quando gli altri lo raggiungono. Arce è caduto al 33’ della ripresa, in groviglio con Mattrel, e si è trascinato dolorante fuori campo. Respira con un po’ di fatica, una smorfia di dolore accompagna ogni parola, segnandogli il volto bruno. Non s’informa del risultato, quando se n’è andato dal prato la partita aveva oramai la sua strada tracciata. Gli chiedono se Mattrel lo abbia colpito e il “guarany” fa cenno di no. È caduto lui sul portiere juventino, ha urtato con il costato una gamba del rivale. Tutto qui. Il medico ora lo sta palpando, parla di contusione alle costole, accenna a una radiografia, ma solo a carattere prudenziale. Di rotto non dovrebbe esserci niente.
La porta dello stanzone si apre, entra Rigamonti, scaraventa un asciugamano su una panca, saluta a denti stretti. Nessuno ha cuore di chiedergli schiarimenti, nessuno vuole rinnovargli l’amarezza di due parate riuscite a metà.
Ricagni non è stanco, anche se ha corso molto. «Sono contento del mio goal – dice a bassa voce – purtroppo è servito a poco».
Armano, Bearzot, Ganzer, tre ragazzi sereni. «La Juventus ha fatto il suo gioco, e lo ha fatto bene. Solida, chiusa in difesa, ha lanciato sovente le sue punte avanzate. In quattro azioni gli avanti bianconeri hanno saputo trovare la misura esatta. Tutto qui».
Bearzot aggiunge: «Hanno vinto giustamente, ma forse un pochino di successo glielo abbiamo regalato noi».
Fogli si è prodigato, poi alla fine ha ceduto anche lui. Non si può ragionare sui “forse” (questo il punto del suo ragionamento) quindi non c’è niente da dire. Charles gli è piaciuto più che nella partita d’andata, «e meno male – aggiunge – che lo dicevano stanco».
Spogliatoio bianconero. Inutile dirlo, i volti sono tutti sorridenti. Il presidente Umberto Agnelli dichiara: «Mi pare che il risultato sia abbastanza giusto. Lo scorso anno era toccato a noi, stavolta è toccato a loro. Sono solamente dispiaciuto dell’infortunio ad Arce e mi auguro che il paraguaiano si ristabilisca prontamente. È stato il migliore del Torino, non meritava di finire anzitempo la gara. Peccato davvero».
Sivori: «Ho avuto l’impressione che il Torino abbia ceduto più nel morale che nel fisico. Credo che la nostra sia stata una partita onesta, vinta bene».
Ferrario ha parole di elogio per Fogli e Arce, poi tiene a precisare che la contesa gli è parsa molto cavalleresca; decisa, combattuta ma “pulita”.
Emoli non ha più fiato per parlare. È sceso in campo con trentotto di febbre, ma forse erano in pochi a saperlo. È contento? «Come potrei non esserlo?».
Nicolé: «Buona gara, la nostra, così almeno mi pare. I difensori granata sono stati molto corretti e leali. Molto più che i miei ex colleghi del Padova che mi hanno tartassato per benino».
Colombo: «Abbiamo avuto una giornata felice, davvero felice. Ma dobbiamo continuare cosi, se vogliamo arrivare a una meta ambita. Il campionato non è finito oggi, non bisogna dimenticarlo».
Boniperti non sa darsi pace del rigore che Rigamonti gli ha parato. «Pensavo davvero di averlo ingannato, invece si è mosso giusto e mi ha beffato. Pazienza. Sono però contento dell’esito della gara e penso che gli appassionati juventini non abbiano stavolta troppe cose da rimproverarci».
Charles: «Un’onesta partita, non eccezionale ma nemmeno facile. Il Torino mi è parso più pericoloso nel girone d’andata. Forse oggi erano un po’ stanchi». Il tuo giudizio su Ganzer? «Molto corretto, oggi, davvero molto corretto».
E per finire il parere dell’arbitro Lo Bello. «Un match abbastanza calmo. Anzi, trattandosi di una “stracittadina” posso dire di essere stato fortunato: ho trovato negli atleti parecchia comprensione e nessuno mi ha dato preoccupazioni. Una partita come vorrei ce ne fossero tante».
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