4 febbraio 1973, Stadio Bentegodi di Verona
VERONA – JUVENTUS 0-0
VERONA: Pizzaballa; Nanni e Sirena; Busatta, Ranghino e Mascalaito; Bergamaschi, Mazzanti, Zigoni, Mascetti e Luppi (Ciccolo dall’80’) (portiere di riserva: Colombo). Allenatore: Cadè
JUVENTUS: Zoff; Spinosi e Marchetti; Furino, Morini e Salvadore; Altafini, Causio, Anastasi, Capello e Bettega (portiere di riserva: Piloni; tredicesimo: Cuccureddu). Allenatore: Vycpálek
ARBITRO: Lo Bello di Siracusa.
“TUTTOSPORT”
Il punto di distacco che la Juve si fa infliggere dal Milan è il punto che la Juve perde sul campo di Verona, giocando una partita tutto sommato al di sotto delle proprie possibilità, ma soprattutto sbagliando una lunga serie di palle-goal, confezionate magari con approssimazione e però limpidissime. Una Juve non troppo in giornata, per tutto il primo tempo come frenata da quel fitto modo che il Verona ha di giocare a centrocampo e per tutta la ripresa altalenante fra il buono e il cattivo, fallisce dunque la partita sul piano del gioco e non riesce e riscattarla sul piano del risultato, tanto da doversi appagare di uno 0-0 che obiettivamente le fa torto.
“GAZZETTA DELLO SPORT”
La Juve, in realtà, ha cominciato a pretendere qualcosa di più soltanto dopo l’intervallo, quando nello spazio di cinque minuti ha creato tre pericoli per la rete difesa da Pizzaballa. Il Verona, a questa maggiore spinta offensiva dei suoi avversari, ha reagito come ha potuto, quasi con la forza della disperazione, richiamando tutti indietro e semmai rilanciando l’attacco con la generosità e il puntiglio dl Mascetti, al quale sarebbero dovuti toccare più che altro compiti di regia. Se andiamo a contare le occasioni da rete è probabile che la Juve risulti in maggior evidenza, ma non si può per altro concludere che i veronesi abbiano raccolto più di quanto meritavano, perché anzi hanno retto il contraddittorio nel migliore dei modi, senza mai sfigurare, realizzando in concreto qualche manovra pregevole e nel peggiore dei casi opponendo agli attaccanti bianconeri il tempismo e l’intelligenza di Mascalaito e la concentrazione di Pizzaballa.
“GAZZETTA DEL POPOLO”
Nella fatal Verona, inondata improvvisamente di sole e immersa in un languido tepore primaverile, la Juventus ha lasciato ancora un punto. Fanno due su quattro (con quello dell’andata) e il conto, per una squadra scudettata e aspirante a un altro scudetto, francamente non torna. Un primo tempo assolutamente deludente, fiacco e pasticciato, che ha quasi stecchito sugli spalti gli oltre 43.000 spettatori protagonisti di un incasso addirittura folle per le scene calcistiche scaligere: 109.423.000 lire che dissolvono il precedente primato di settantadue milioni e rotti legato alla visita della stessa Juventus nel campionato scorso. La città ne è stata quasi paralizzata, i ristoranti servivano da mangiare solo su prenotazione del sabato e già alle undici e trenta si difendevano stamane dagli assalti incessanti inalberando vistosi cartelli con il tutto esaurito. Si calcola che non meno di 14.000 persone siano affluite a Verona dalle città e dai centri veneti, da Mantova e da Brescia: la Juventus è sempre un eccezionale richiamo.
“STAMPA SERA”
«Il terreno pesante ha frenato il nostro gioco ma un goal ci stava tutto». Chi recrimina è Boniperti. Mancano pochi minuti alla fine di Verona-Juventus, ma il risultato non cambia: finisce 0-0 e la Juventus perde momentaneamente il primato in classifica. Pur giocando al di sotto delle loro possibilità, i Campioni d’Italia hanno creato almeno quattro palle-goal senza riuscire a sfruttarle. La prima, quella che avrebbe potuto sbloccare il risultato, era capitata sui piedi di Bettega: l’attaccante aveva raccolto un cross indirizzando il pallone verso l’angolo, ma sulla traiettoria si era trovato Mascetti e l’azione era sfumata. Bettega è in progresso: l’abbiamo visto sostenere vittoriosamente tackles decisi, ma non è ancora il vero Bettega. Sta migliorando sia negli stacchi sia nella rapidità di esecuzione e con l’avvento della bella stagione Bettega dovrebbe ritrovare le sue qualità di cannoniere, che sinora sono rimaste in sordina. Proprio Bettega può essere la chiave che consente alla Juventus di puntare con successo al quindicesimo scudetto. In quindici partite (due le ha saltate), Bettega ha messo a segno una sola rete, a Roma contro la Lazio. È quindi largamente in credito con i goal. «Sono andato abbastanza bene – è il commento di Bettega negli spogliatoi del Bentegodi – e sono soddisfatto, anche se abbiamo fallito alcune occasioni da goal. Io avrei potuto segnare nel primo tempo ma Mascetti sì è trovalo casualmente sulla traiettoria ed ha salvato Pizzaballa».
Altafini, pure lui rimasto nuovamente a bocca asciutta, è categorico: «Abbiamo perso un punto». Poi José parla delle occasioni mancate: «Il fatto di averle create è positivo. Non è il caso dì preoccuparsi. In fondo, in tutto l’arco del campionato è la seconda volta che non segniamo. Molte squadre fanno 0-0 e non c’è niente di male se ogni tanto lo facciamo anche noi. Oggi siamo mancati nell’ultimo passaggio. Personalmente ho cercato di rendermi utile. Ho anche subito un fallo in area, ma l’arbitro ha concesso una punizione a favore del Verona. Sto arrivando gradualmente alla forma migliore». I rimpianti si susseguono. È il turno di Anastasi. «Si vede che il destino vuole che a Verona la Juventus non riesca a vincere – dice con un sospiro – la squadra non ha reso come altre volte ma le occasioni le ha create. Ranghino e Pizzaballa mi hanno negato il goal. Vedremo più avanti se questo sarà un punto perso o guadagnato. Adesso dovremo incontrare Lazio, Milan e Torino e sarà indispensabile realizzare cinque punti per rispettare la media inglese». Capello e Marchetti hanno sulla coscienza una palla-goal a testa. «Ci siamo mangiati dei goal – ammette Capello – in almeno cinque occasioni. Quando mi è capitata la palla buona, ho atteso la finta di Altafini, poi ho controllato ma ho colpito di punta. Questa trasferta ci è costata un punto. Il terreno ci ha impedito dì esprimere un gioco ad alto livello».
Marchetti attribuisce alla bravura di Pizzaballa il merito di aver neutralizzato il suo tiro-goal. «Comunque non lamentiamoci troppo – osserva – un punto fuori casa è sempre un buon risultato. Nel primo tempo siamo andati piano, ma nella ripresa siamo cresciuti di tono. Il nostro campionato si decide in questo mese. Le prossime tre partite diranno tutta la verità sulle nostre possibilità». Furino, uno dei migliori in campo, zoppica per una lieve distorsione al ginocchio sinistro. Accusa pure qualche linea di febbre. Forse mercoledì non potrà giocare ad Algeri con la Nazionale Militare, però il suo recupero per l’incontro con la Lazio è sicuro: «Ho dovuto fare il terzino – spiega Furino – perché quel Bergamaschi mi ha impegnato a fondo». Haller, che ha visto la partita dalla tribuna accanto a Boniperti, dice che in fondo un punto fuori casa non è da buttare.
Vycpálek si sforza di accettare lo 0-0: «Il pareggio ci sta bene. Nel primo tempo la partita era proprio da 0-0, poi nella ripresa siamo andati vicinissimi al goal in tre o quattro circostanze. Probabilmente a Verona sta scritto che noi non dobbiamo vincere. È già un fatto consolante che la squadra abbia giocato nettamente meglio dell’anno scorso. Il Verona ha disputato una buona partita, specie a centrocampo. Mi hanno impressionato Mascetti e Bergamaschi. Per quanto riguarda i nostri uomini, Capello non è all’apice della forma, ma ha dato il suo contributo. Lo stesso discorso vale per Bettega, che all’appuntamento con il goal c’è sempre, anche se in questo momento non può essere giudicato come uomo-goal. Altafini, un po’ in ombra nel primo tempo, mi è piaciuto nella ripresa. Decisamente positivi Furino e Causio».
Esaminando i risultati della giornata, Vycpálek si sofferma sul successo riportato dal Milan, che è balzato solo al comando della classifica, sul pareggio interno della Lazio e sulla sconfitta di Bologna: «In fondo – sottolinea Vycpálek – qualcosa abbiamo guadagnato in classifica. La vittoria del Milan sulla Ternana era in preventivo. Adesso verrà il bello: ci saranno i confronti diretti con Lazio e Milan. La Juventus è sempre lanciata e il pareggio con il Verona non avrà alcun riflesso. Cercheremo di mantenere la media inglese, anche se avremo pure il derby da disputare. Domenica prossima possiamo tagliar fuori definitivamente la Lazio dalla lotta per lo scudetto».
Negli spogliatoi del Verona, tutti soddisfatti per il pareggio. Pizzaballa, che ha effettuato due o tre interventi decisivi, giudica la Juventus la più forte di tutte le squadre che si sono esibite a Verona. Zigoni sostiene che la Juventus è fortissima e che la lotta per lo scudetto è oramai un fatto privato fra i bianconeri e il Milan. Dello stesso avviso è Cade. Parlando della partita, il trainer aggiunge: «È stata giocata in guardia da entrambe le squadre. Il pareggio è abbastanza equo, sebbene la Juventus abbia dato la sensazione di essere più pericolosa». Il presidente Garonzi lascia lo stadio tra gli applausi dei tifosi. È felice soprattutto per l’incasso. La Juventus è davvero una gallina dalle uova d’oro per il Verona e per tutte le squadre che la ospitano.
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