MAURIZIO TERNAVASIO, “HURRÀ JUVENTUS” DEL FEBBRAIO 2005
Se non è un record, poco ci manca: a soli 15 anni e mezzo Mimmo Criscito ha esordito in serie B. È accaduto nella stagione 2001/02, in occasione dell’incontro di fine campionato Genoa-Cosenza. «La squadra ligure era già retrocessa», spiega il difensore della Primavera, «così si è deciso di utilizzare una decina di giovani per permettere loro di fare un po’ di esperienza. Io, che allora giocavo negli Allievi Professionisti, ho disputato l’ultimo quarto d’ora, una soddisfazione incredibile, una gioia difficilmente descrivibile. All’inizio ero frastornato, poi per fortuna mi sono ripreso. Tra l’altro abbiamo vinto per 3 a 0, e l’anno successivo il Genoa è stato ripescato in cadetteria».
Domenico detto Mimmo ha la faccia del ragazzo educato e per bene che sa stare al suo posto e che non parla mai a sproposito. In campo invece sa il fatto suo e fa sfoggio di grande sicurezza e di una personalità non comune per un giocatore che ha raggiunto la maggiore età da poco più di un mese. «Sono nato il 30 dicembre 1986 a Cercola, vicino a Napoli, ma vivo a Volla. Mio padre è operaio, la mamma fa la casalinga, ho un fratello di tre anni e due sorelle rispettivamente di quindici e di venti. La mia è quella che si dice una famiglia numerosa: un motivo in più per cercare di fare più strada possibile nel mondo del calcio, per dare loro concretamente una mano. Con tutti i sacrifici che ha fatto mio padre, mi sembrerebbe davvero il minimo».
Dopo i primi calci nella squadra del paese adottivo, Mimmo si è trasferito a Genova. «A tredici anni e mezzo, dopo un raduno organizzato a Napoli, sono stato acquistato dalla società rossoblu che mi ha inserito nella formazione degli Allievi regionali. L’impatto, devo ammetterlo, è stato piuttosto duro: non è facile, a quell’età, trovarsi lontano dagli amici e dalla famiglia che veniva a trovarmi non più di una volta al mese nel collegio di Pegli in cui vivevo. Però il calcio mi ha sempre dato tante soddisfazioni: dopo l’esordio in B, una volta arrivato alla Primavera, ho fatto anche qualche panchina in coppa Italia».
Criscito, che sta frequentando la quarta superiore con un po’ di fatica, visto che «spesso, per via degli allenamenti con la prima squadra, sono costretto a qualche assenza di troppo», è un difensore centrale elegante e dall’ottima elevazione, dall’alto dei suoi 185 centimetri, che calcia quasi indifferentemente con i due piedi, anche se il sinistro è il suo preferito. Inoltre ha buone basi tecniche, è scattante e veloce ed esce bene da ogni situazione con la palla al piede. Se si vuole trovargli un difetto, deve ancora lavorare dal punto di vista fisico e migliorare per quanto riguarda la grinta, la cattiveria e la malizia, elementi indispensabili per chi, come lui, ha come modelli di riferimento Cannavaro e Nesta.
Dl recente passaggio alla Juventus ha permesso di realizzare un sogno, dal momento che è tifoso bianconero sin da piccolo e ha sempre ammirato i giocatori con i quali ogni tanto si allena, Del Piero e Nedved su tutti. «Alla fine dell’ultima stagione, mentre mi trovavo a casa, ho letto sui giornali del mio possibile passaggio alla società di corso Galileo Ferraris, e quasi non ci volevo credere. Poi mi hanno chiamato a Torino, e ho firmato senza indugi proprio perché si trattava della Juve».
Mimmo ora abita dalle parti dello stadio Comunale con Francesco Volpe, l’altro napoletano ex Genoa. «In casa ci siamo equamente divisi i compiti: lui cucina, io lavo e pulisco», dice con un sorriso divertito. Il primo impatto con la nuova realtà sportiva e cittadina questa volta è stato superiore alle attese. «Non mi aspettavo tutta questa organizzazione e neppure una squadra così forte. I compagni si sono rivelati ottimi ragazzi e mi hanno offerto la loro amicizia dal primo giorno. La città poi è bella e piacevole, anche se, è inutile negarlo, mi manca un po’ il mare».
Mimmo, che è piuttosto emotivo non tanto nell’ambito calcistico, quanto nella vita di tutti i giorni. («Quando incontro una persona che non conosco, sto un po’ sulla difensiva ed ho un impatto difficile»), passa il tempo libero come tanti altri coetanei. «Mi piace molto giocare con la play station e ascoltare la musica delle mie parti, in particolare Gigi D’Alessio. Napoli è una presenza comunque importante, mi ha dato la vita, il carattere e la voglia di scherzare, quando posso ci torno molto volentieri. Certo, è un peccato vedere la squadra della mia città in C, ma la speranza è che salga presto di categoria. Mi piace anche andare al cinema».
Quali sono le speranze per l’anno in corso e quali quelle relative alla tua carriera? «Abbiamo le potenzialità per primeggiare in tutte le manifestazioni in cui siamo impegnati, quindi speriamo che tutto vada per il verso giusto. In questa stagione penso unicamente alla Primavera, e se non verrà qualche convocazione con la prima squadra non ne farò assolutamente una malattia. Credo che il tempo sia dalla mia parte: so di dire una cosa scontata, ma il massimo sarebbe arrivare in serie A con la maglia della Juventus».
In bocca al lupo, Mimmo.
Mimmo vince, con la Primavera nel 2006, il campionato, grazie anche ad alcune sue reti decisive, una su tutte quella nella finalissima contro la Fiorentina. Allenandosi spesso con la prima squadra, si guadagna alcune convocazioni, una delle quali in Coppa Campioni, senza però mai scendere in campo. «Ricordo con una certa nostalgia quel periodo, intenso e di grandi prospettive per un giovane come me, non ancora ventenne e membro di una delle squadre giovanili più prestigiose del nostro paese. Torino è una grande città, con un valore simbolico importante per le persone che vengono dal Sud e anche a me, giovane partenopeo, ha consentito di mettermi alla prova, sotto vari punti di vista».
Nella stagione 2006-07 ritorna al Genoa, in Serie B: Criscito è un difensore rapido e dotato tecnicamente, capace sia di marcare a uomo, sia di impostare l’azione. L’allenatore Gasperini lo schiera a sinistra nella sua difesa a tre e Mimmo lo ripaga con grandi prestazioni, condite con gol decisivi, che permettono al Grifone di risalire in Serie A.
Riscattato dalla società bianconera, il 25 agosto 2007, nella prima giornata di campionato, Criscito fa il suo esordio ufficiale in Serie A, giocando da titolare in Juventus-Livorno, terminata 5-1 per i colori bianconeri. Molto stimato da mister Ranieri, Mimmo è titolare fisso della difesa juventina ma alcuni errori dovuti all’inesperienza e l’infortunio di Andrade coincidono con la svolta negativa della sua stagione. Al posto del difensore portoghese è rispolverato Legrottaglie, che si mette subito in evidenza per la grande sicurezza e per le grandi prestazioni. Lo spostamento di Chiellini in posizione centrale e l’inserimento di Molinaro, poi, gli chiudono definitivamente la porta del campo.
Gioca contro l’Empoli, a Parma, nel ruolo di terzino sinistro, e contro il Palermo ma Mimmo non convince e la società bianconera decide di metterlo sul mercato, per dargli la possibilità di giocare. «Il tecnico Claudio Ranieri ha avuto fiducia in me e mi ha impiegato con continuità come difensore centrale. Dopo alcune partite ha deciso, però, di ridisegnare l’assetto della difesa: a causa anche di un errore da me commesso, tra l’altro contro uno degli attaccanti più forti del mondo (un certo Francesco Totti, lo conoscete?), sono stato messo fuori dalla rosa dei titolari».
Il 4 gennaio 2008, Criscito torna al Genoa in prestito fino a giugno, con opzione del riscatto a favore della società rossoblu. «Sono felice. Ringrazio sia il Genoa che la Juventus per aver realizzato il mio desiderio. Qui sono di casa», sono le parole di Criscito, appena ritornato nella città della Lanterna.
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