L’avventura bianconera di Enzo Maresca comincia nel gennaio del 2000. «Compirà vent’anni tra una settimana – scrive Franco Esposito su Repubblica.it – e di sicuro questo sarà il compleanno più bello della sua vita. Vincenzo Maresca, salernitano, centrocampista dai piedi buoni, ha convinto la Juventus a puntare su di lui. Il club bianconero lo ha, infatti, ingaggiato per cinque stagioni acquistandolo dagli inglesi del West Bromwich Albion per una cifra superiore ai dieci miliardi.
Maresca gioca a pallone da quando aveva quattro anni e frequentava il campo dell’oratorio dei Cappuccini nel quartiere salernitano del Carmine. La famiglia, di umili origini, non ha mai ostacolato la sua passione e ora è finalmente arrivata la grande occasione.
“Il primo impatto con la Juve è stato emozionante. Devo imparare, ma Ancelotti è stato sincero con me: se meriterò di giocare, l’età non avrà alcuna importanza”.
La storia di Maresca somiglia davvero a una favola. Dopo i primi calci nell’Isidoriana, a undici anni il Milan lo portò nel suo settore giovanile. Vincenzo viveva in un pensionato, a Lodi, insieme con altri coetanei. Ma l’avventura rossonera finì presto. Maresca tornò a casa e visse un momento di grande amarezza. Fu in quel momento che il talent scout Alberto Massa lo invitò a non mollare tesserandolo con la Giovane Salerno.
“Zio Alberto è stato un padre. Mi ha dato tanti consigli che mi sono stati utilissimi nel calcio e nella vita”.
L’anno successivo il giovane salernitano lasciò di nuovo casa per affrontare i campionati giovanili con la maglia del Cagliari. Ma Maresca sentiva di poter essere un protagonista e, seguendo l’esempio di Gattuso, accettò tempo dopo l’offerta del West Bromwich, società inglese di Serie B.
“In Inghilterra ho vissuto emozioni incredibili, come quella di disputare il derby col Birmingham davanti a 45.000 spettatori”.
E col West Bromwich, l’anno scorso, Maresca collezionò ventisette presenze segnando due reti, contro l’Oxford esultò mostrando una maglietta con l’immagine di Superman. Poi l’esperienza nell’Europeo Under 18 con la formazione di Rampanti e il concreto interessamento della Juve.
“A Torino mi hanno accolto benissimo, sono in camera con Ferrara che mi sta già dando i primi suggerimenti. E pensare che quando lui ha cominciato a giocare al calcio io non ero ancora nato”.
Mediano, destro naturale, Maresca si è sempre ispirato a Tardelli. E ora, nella Juve, ha l’opportunità di diventare un campione».
Scende in campo solamente una volta, nella vittoriosa partita contro il Piacenza. La stagione successiva è prestato al Bologna; nel capoluogo emiliano, disputa un campionato notevole, vestendo la maglia rossoblu per ventitré partite. Logico il ritorno alla casa madre.
«Lui è un giocatore che ha colpi sopra la media – osserva Marcello Lippi – ha più tecnica e più fantasia di altri. Quando ha la palla nei piedi è bravo, ma è quando ce l’hanno gli altri che deve migliorare, perché anche quella è una fase fondamentale della partita. Lui lo sa, ne parliamo spesso e condivide le mie considerazioni. Io credo molto in lui, ma so anche che deve ancora migliorare tanto».
Maresca disputa una buona stagione, scendendo in campo per ventotto volte, anche se raramente da titolare; ma vive il suo momento di gloria nel derby di ritorno. La Juventus, dopo aver gettato al vento il derby di andata, dilapidando un vantaggio di tre reti e un rigore, si trova in sotto per 2-1; passata in vantaggio con Trézéguet, si è vista rimontata dalle reti di Cauet e di Ferrante. A due minuti dalla fine della partita, sfruttando un pennellato cross dalla destra, Enzo, con un perfetto colpo di testa, porta in parità l’incontro. Il tifo bianconero esplode di gioia che si tramuta in vero e proprio godimento, quando vedono Maresca dirigersi verso la panchina del Torino e mimare le corna del toro, scimmiottando Ferrante, abituato a esultare in quel modo.
«È stato un goal bellissimo, di cuore e di spirito. È nato da un cross di Thuram, io l’ho girata in rete di testa, quella palla in un angolo, imprendibile per Bucci. Un goal importantissimo, al di là del fatto che ci ha permesso di riagguantare il Torino, perché è stato il mio goal in Serie A con la Juventus. E perché avevo promesso di dedicarlo ad Andrea Fortunato; ho dedicato tutta la mia emozione e la mia felicità al ricordo di Andrea e poi alla sua famiglia. Chi si indigna per quelle corna in corsa, ritiene che il gioco del calcio sia sacro. Non siamo d’accordo; il calcio deve essere serio per diventare divertente».
Maresca diventa, in questo modo, un idolo dei tifosi bianconeri, che vedono di mala voglia la sua partenza verso Piacenza. Enzo disputa una grande stagione con la maglia biancorossa; realizza nove goal in trentuno presenze, guadagnandosi l’ennesimo ritorno a Torino. Il campionato 2003-04 è avaro di soddisfazioni; la squadra, complice tantissimi infortuni, non ingrana e i risultati non arrivano. Maresca scende in campo per ventinove volte e realizza quattro reti. Nuovo trasferimento, questa volta a Firenze
In riva all’Arno, Vincenzo disputa venticinque partite, condite con cinque goal.
«So che devo imparare e rendere di più in fase difensiva e, quando non sono in possesso della palla, negli spostamenti. Perché non mi sento prigioniero di un ruolo. Se mi si definisce centrocampista è esatto, ma io voglio diventare un centrocampista che sa difendere e attaccare, voglio avere la stessa efficacia sia davanti alla difesa che a ridosso delle punte. Anche se, nasco più come centrocampista offensivo e, certamente, mi trovo molto a mio agio quando agisco da playmaker, a partire dalla zona davanti alla nostra area, pronto a dettare assist, a dare il via alla manovra».
Nell’estate del 2005 Enzo emigra nuovamente, questa volta in Spagna, nel Siviglia; in Spagna esplode in tutto il suo talento. La squadra sivigliana vince la Coppa Uefa, battendo gli inglesi del Middlesbrough per 4-0. Enzo è il protagonista assoluto di quella finale, durante la quale realizza due reti. Il Siviglia si ripete anche la stagione successiva, vincendo nuovamente la Coppa Uefa e sfiorando la vittoria in campionato; infatti, vede sfumare il titolo nell’ultima giornata di campionato. La sconfitta casalinga contro il Villareal e le contemporanee vittorie di Barcellona e Real Madrid, determinano la vittoria delle Merengues, allenate da Fabio Capello.
Tre stagioni in bianconero, cinquantotto presenze e sei reti in totale; numeri che non dicono tanto, ma quella corsa verso la panchina del Torino non sarà mai dimenticata dai tifosi juventini.
Non capiro' mai perche'e'stato scaricato cosi rapidamente se non per ragioni caratteriali..grande talento,lo avei visto bene a scuola di uno come conte..
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